25. Why

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PIETRO POV

E poi, il buio totale.

ALYSSA POV

Sento delle risate da lontano. Jean? Jubilee? E...

Lancio un grido per farmi sentire, sperando che le mie orecchie non abbiano fatto brutti scherzi.

"No, piccola sgualdrina, in questo modo è troppo semplice. Dovrei tapparti quelle belle labbra, ma devono sentirti piangere, o non ci sarà gusto a torturarti davanti a loro."

Sgrano gli occhi, impaurita. Non riesco a dire una parola. Non riesco a muovermi, posso sentire il battito del mio cuore nelle orecchie, dalla vena del collo fino al più misero capillare. Morire o sopravvivere non sarà più mia scelta. Per la prima volta in vita mia ho paura che la mia vita finisca, tra l'altro in questa opprimente stanza batteriostatica.

E' un attimo. Un insulto, un pugno sferrato senza pensare. L'uomo che odio di più al mondo che ride strafottente davanti al viso dell'uomo, ormai senza sensi, che amo di più. Forse la scena straziante, forse la stanchezza, forse la paura, non so cosa mi stia caricando di nuovo, nonostante senta le lacrime riempirmi gli occhi, pungenti e salate.
Sferro un altro grido, acuto ed estremo, ed é impossibile che qualcuno non mi senta. Se c'é Pietro ci saranno anche gli altri.

<<Ma vuoi stare zitta?! É un peccato, non volevo imbavagliare la tua boccuccia così carina.>>

<<Ma stai zitto.>>

Rispondo, la voce compressa ed ovattata nell'ultima vocale. Il bavaglio stringe al punto di farmi male alle orecchie e dietro la nuca.

Osservo i suoi occhi, lucenti e grigi, spegnersi un poco, mentre anche lui viene legato ad una sedia, dritto di fronte a me.

Sussurra qualcosa simile a "scusa", e rimane lì, inerme e fermo. Vorrei portarlo via da qua, fargli capire che dovrei essere io a farmi perdonare, che per me non c'é nulla di più importante della sua salvezza. Ed é incredibile come io l'abbia capito solo ora. La voce fastidiosa del mio ex ragazzo risuona per l'ennesima volta nei miei timpani. Dovrebbe ringraziare Dio che sono legata, o a quest'ora entrambi i suoi occhi sarebbero un bel blu tendente al violaceo.

<< Hai finito di fare il brutto moccioso iperattivo, uh? Non ti piace più scherzare così tanto? Chi é il figlio di puttana, qua? Almeno sai chi é tua madre?>>

Sgrano gli occhi, forse per il dolore, forse per l'ultima frase pronunciata ed il dispiacere, forse per l'orgoglio e perché non posso rispondergli a dovere.

<<Muori, stronzo.>>

Queste sono le uniche parole che escono fuori da Pietro, che lo fissa con sguardo omicida. Non dubito che, anche se non lo ammazzerebbe, lo farebbe dormire per un bel po' di giorni. Mi chiedo perché non arrivi nessuno, perché Sam abbia deciso di torturarci mentalmente invece di finirci, fare i suoi stupidi esperimenti su di noi e dopo lasciarci stare, insomma, qualunque altra cosa.

<<Ehy, capelli da vecchio, sei un amico di Alyssa? Lo sai che era la mia fidanzata, un tempo?>>

Pietro sgrana gli occhi, incredulo. Vedo le sue labbra farsi sempre più asciutte, sembra sempre più spaventato, sempre più nervoso ed impaziente, ma non dice una parola.

<<Ooh, perché fai quella faccia, sei geloso? Ti piace Alyssa? Mi dispiace non avertela lasciata vergine, ti ho fatto perdere l'esperienza. Era molto carina mentre gridava il mio nome, a dirla tutta.>>

Questa volta sono io a sgranare gli occhi, mentre lui, invece, li assottiglia, formando una faccia alquanto disgustata.

Mi chiedo se la faccia disgustata fosse per me, o per lui. Se magari non gli faccia schifo il fatto che io...un attimo, poi riprendo la lucidità: ci stava distraendo. Sam ci stava distraendo. Doveva perdere tempo, oppure doveva guadagnarlo. O forse, entrambe le cose.

For a second || Pietro MaximoffDove le storie prendono vita. Scoprilo ora