14. Remembers

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<<È una delle stronzate più grandi che io abbia mai sentito. >>

Quasi si mette a ridere. Ha le braccia incrociate e le sopracciglia alzate.

<<Perché non mi credi? >>

<<Perché tu non credi a te stessa? E non moralmente, ma praticamente. Non vuoi ammettere che ti piace. E secondo me anche tanto. >>

<<Va bene, ma io non scendo. >>

<<Non cambiare discorso. >>

<<ANCHE SE MI PIACESSE, ANCHE SE... se... NON CAMBIEREBBE NULLA! OK?! >>

<<Perché?>>

<<Non voglio. >>

Mi guarda stranita, come se non capisse cosa voglio intendere.
Ha capito benissimo.
Sale uno strano silenzio nella stanza, non imbarazzato ma pesante.

<<La vita è una. A dopo. >>

<<A dopo. >>

È tutto così... ma se fosse me capirebbe.
Capirebbe che non ho i prosciutti sugli occhi come sembra, che non sono così stupida. So benissimo cosa provo, ma non sono pronta. Non sono semplicemente pronta. E no, non nel senso di una tredicenne al primo bacio. Ma in quello di una diciottenne che ha già provato le sue prime esperienze. Che sono state rovinate così, in un secondo. In una stupida, stupidissima frase.

<<No, non ci credo. >>

Ha un'espressione quasi addolorata, dispiaciuta... cambia repentinamente, cominciando a ridere in modo isterico. Non l'avevo mai sentito ridere in questo modo, devo dire che è un po' fastidioso. Stona nella bellezza della sua figura. Non lo riconoscerei se lo sentissi da lontano.

<<Ma sì, infatti, è tutto uno stupido, terribile scherzo! Certo, wow, che spavento... >>

Sento il cuore spezzarsi a metà. Ho davvero sbagliato ad aspettare così tanto per dirglielo. Ma, in fondo, non l'ho mai detto nemmeno a Marina...

<<I-io... Sono una mutante...
veramente... >>

<<Se è uno scherzo ti prego di smetterla. >>

La sua faccia è diventata incredibilmente seria, la mascella serrata.

<<Non è uno scherzo.>>

<<Non ti credo. >>

<<Sono una mutante. >>

<<Provalo. >>

Mi guarda con un luccichio negli occhi, misto a preoccupazione. I tratti tesi del viso non mentono.

Ci alziamo e incamminiamo verso il laghetto. Le nostre mani si sfiorano, ma non sembra avere intenzione di prenderla. Guarda un punto fisso, senza girarsi. Ho paura di perderlo. Ho paura di non poter più sentire il suo profumo mischiarsi col mio, di non sentire più le sue labbra sulla mia pelle. Di non poter più parlare ore e ore con lui dei miei stupidi problemi. Ho paura.

<<Bene. >>

Guardo il lago. Insomma, potrei dire semplicemente che era uno scherzo per davvero, che lo amo e la questione finirebbe qua. Ma non posso. Io sono una mutante, e dovrà conviverci. E se non vorrà... Non voglio pensarci. Non posso.

Muovo la mano in senso circolare, creando una spirale nel lago. Piano piano si innalza, creando una colonna. Lui indietreggia tremando, impaurito. Rilascio subito l'acqua, schizzando dappertutto. Sorbisco l'effetto contrario, facendolo impaurire ancora di più.

For a second || Pietro MaximoffDove le storie prendono vita. Scoprilo ora