7.Call

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<<Per domani tutto il capitolo, mi raccomando... >>

Cammino verso la porta, seguendo Jean.

<<Alyssa... >>

<<Sì, professore? >>

È passata una settimana da quando ho provato a scappare, e ancora sento uno strano peso sullo stomaco quando devo parlare con Xavier.

<<Mi chiedevo se la tua famiglia sapesse dove ti trovi... >>

Sarebbe inutile mentire, se volesse potrebbe leggermi nel pensiero e capirebbe...

<<In realtà no... ma pensavo di farlo uno di questi giorni... >>

<<Il telefono è nel
salotto, comunque. >>

<<Sì, la ringrazio. >>

Mi congedo e vado in cucina dove dovrebbero essere gli altri, e sento toccarmi una spalla. Una ragazza vestita di giallo comincia a camminare di fianco a me.

<<Ehi, Jubilee! >>

<<Andiamo a mangiare?>>

Sentiamo chiaramente la mia pancia brontolare, e iniziamo a ridere.

<<Credo sia una risposta affermativa... >>

La cucina e il salotto sono affolatissime di ragazzini affamati, così decidiamo di aspettare che le persone diminuiscano su un divano.

<<Ehi, ragazze, ecco a voi. >>

Tempesta ci porta il tanto agognato cibo, e comincio a vederla più come una Santa, accompagnata da un'aurea argentea.

<<Grazie mille. >>

Mangiamo parlando del più e del meno.
Mentre bevo un po' di Coca Cola, noto con la coda dell'occhio James che sta per far cadere l'acqua dal suo bicchiere. Io la faccio fluttuare giusto in tempo, facendola ricadere nel contenitore. Lui la guarda con stupore, ma ricomincia a parlare, versandola sulla sua maglietta. Cerco di non ridere, inutilmente.

<<Perché stai ridendo? >>

<<Nulla, nulla. Cosa stavi dicendo? >>

<<Che Scott è palesemente cotto di Jean... >>

<<Vero! >>

Ora che ci penso, proprio ieri la guardava, e mi chiedevo se lei ci facesse caso. Teoricamente potrebbe, dato i suoi poteri, ma so anche che preferisce non usarli con le persone che conosce senza permesso.

<<Bene ragazze, vado a studiare... >>

<<DI GIÀ?! >>

Jubilee mi squadra come se fossi un alieno verde.

<<Vorrei provare a finire i compiti per un orario decente oggi, anche perché... devo fare una cosa importante. >>

<<Aspetta, salgo con te. >>

<<A dopo! >>

Tempesta ci saluta, e ci dirigiamo verso le scale, che salgo ancora con molta difficoltà... non so davvero come abbia fatto, la settimana scorsa, a scenderle come se avessi entrambe le gambe funzionanti. Apro la porta della camera e mi stendo sul letto, prendendo il libro e cominciando a leggere. Ovviamente Jubilee non è venuta in camera per studiare, ma sta rimettendo a posto i suoi vestiti. Rigorosamente gialli. Mi viene quasi da ridere pensando al fatto che in effetti il mio armadio è completamente nero. Certo, può capitare qualcosa grigio scuro, o nero chiaro, ma siamo sempre là. Inutile dire che sono completamente fuori moda, ma... non che mi interessi molto. Arrivata a metà capitolo, noto con la coda dell'occhio che Jubilee esce dalla porta. Così rimaniamo io ed il silenzio. Cerco di tenere la testa impegnata con le parole del libro, non pensando a quello che dovrò fare dopo. Sono semplicemente in ansia.
Come reagirà mia madre?
Scoprirò qualcosa che avrei preferito non scoprire?
Papà, scoperta la notizia della mia fuga, sarà ritornato a casa?
Non posso sempre scappare dai problemi... Lo farò, costi quel che costi.
Finito il capitolo, mi alzo e mi dirigo verso la porta. Forza, Alyssa.
Respiro profondamente e abbasso la maniglia, per poi varcare la soglia della porta. Percorro il corridoio, con lo sguardo basso.
Perché è così maledettamente difficile?

For a second || Pietro MaximoffDove le storie prendono vita. Scoprilo ora