Charles chiuse lentamente la porta di casa alle sue spalle e si fermò per un istante a guardare davanti a sé. Vide Josie togliersi il cappotto e appoggiarlo sull'appendiabiti, osservò ancora il suo meraviglioso vestito rosso, mentre camminava nel lungo corridoio verso la camera.
Dopo l'aggressione che Josie aveva subito in quello squallido sgabuzzino, avevano salutato tutti, ringraziato un ultima volta Marta e cercando nel miglior modo possibile di nascondere ciò che era successo, si apprestarono a lasciare velocemente il locale.
Josie nel tragitto in macchina non disse nemmeno una parola, la vide stringersi nel suo cappotto e perdersi al di fuori del finestrino. Voleva parlare con lei, sapere se stava bene, ma qualsiasi domanda gli passava per la testa gli sembrava stupida e temporeggiando nel cercarne una giusta, arrivarono a casa.
Ora era immobile nel suo atrio e lei stava attraversando il corridoio per raggiungere la camera, non aveva ancora parlato.
Charles strinse le mani a pugno e sentì la destra bruciare, buttò l'occhio sulle sue nocche e vide la conseguenza di quel dolore. I pugni che aveva inflitto sulla faccia di Alberto, gli avevano lasciato un souvenir fatto di tagli e sangue, un ricordo evidente della rabbia senza controllo che aveva avuto. Strizzò forte gli occhi passandosi due dita sulle palpebre e si avviò nel bagno. Avrebbe dovuto medicare quelle ferite.
Aprì lo sportello dell'armadietto e prese disinfettante e cotone, quando lo richiuse, sullo specchio vide il suo riflesso, sembrava uno spettro. Sullo zigomo destro, proprio sotto l'occhio era macchiato di sangue senza sapere se fosse il suo, o quello dello stronzo. In un lampo gli apparve ancora quell'immagine, le mani luride sul suo collo perfetto, le lacrime di lei e le sue labbra solitamente rosse, disperate e di un colore spento.
Afferrò il lavello in ceramica sotto di sé e strinse con forza la presa, la pelle sulle nocche tirò e dei rigoli di sangue ripresero ad uscire, strizzò di nuovo gli occhi e scosse il capo per cancellare quella scena dalla sua mente. Prese un forte respiro, aprì l'acqua per lavare le mani e pulire così le ferite, prima di disinfettarle.
Josie si mise a sedere sul letto e tolse le décolleté color carne dai suoi piedi, amava i tacchi, ma in serate come quelle, infliggevano un flagello degno di una vera e propria tortura. Si alzò e si avvicinò allo specchio vicino alla finestra, osservando il suo riflesso. Sorrise mentre passò le mani sul suo bel vestito rosso, lo aveva scelto insieme a Maggie, nel negozietto new age di Beatrice, l'amica di Maggie tornata a vivere da poco a Monaco.
Appena sua sorella maggiore, lo vide appeso nello stand di fianco ai camerini, urlò dall'entusiasmo: 'Charles impazzirà se ti vedrà questo addosso!' Doveva ammettere che la sorella ci sapeva proprio fare con i ragazzi, perché aveva avuto ragione: a Charles era piaciuto molto.
Ripensò al sorriso del suo pilota, mentre la tentava a lasciare il locale e correre a casa, sorrise ancora e arrossì. Poi in un istante, l'immagine davanti ai suoi occhi cambiò, il sorriso sexy di Charles sparì e al suo posto apparve solo la furia che era dipinta sul suo viso, mentre scagliava la rabbia sulla faccia di Alberto.
Si portò una mano al collo e le sembrò ancora di sentire la sofferenza nel non riuscire a respirare. Cosa sarebbe successo se Charles non fosse arrivato?
Guardò ancora davanti a sé, una lacrima le scivolò sul viso, fin sotto il collo, fu allora che vide il livido violaceo, tutt'intorno. Ogni singolo dito di Alberto era impresso sulla sua pelle, memoria di quella morsa stretta in cui l'aveva intrappolata.
Un brivido gelato le attraversò la schiena, e la paura la invase come un intensa scarica elettrica, spazzò via le lacrime dal suo viso e si coprì con entrambe le mani quei lividi, allontanandosi dallo specchio.
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My passion /Charles Leclerc
FanfictionJosie è una ragazza ferita, dalla vita e dalle persone. Conduce una vita semplice, trascorre la sua quotidianità nel piccolo e bel Principato di Monaco. Fin da bambina, grazie al papà, custodisce segretamente la passione per la Formula1. Non è un es...