Premere l'interruttore (cap. 19)

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Maggie infilò la chiave nella porta ed entrò nel corridoio buio di casa, la giornata alla tavola calda era stata davvero lunga e stressante senza l'aiuto di Josie

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Maggie infilò la chiave nella porta ed entrò nel corridoio buio di casa, la giornata alla tavola calda era stata davvero lunga e stressante senza l'aiuto di Josie.
Certo, con lei aveva gli altri camerieri ed Agata, ma non era la stessa cosa. Josie per lei era come un amuleto, donava alla sua persona gioia e tranquillità.
Chiuse la porta dietro di se e accese la luce, solo allora notò la valigia fucsia appoggiata sotto all'appendiabiti all'entrata.
"Cosa ci fa la valigia di Josie qui, se lei è a Singapore?", si domandò confusa, poi dei lontani singhiozzi provenienti dal fondo del corridoio catturarono la sua attenzione.
Alzò lo sguardo di fronte a sé e passo dopo passo si avvicinò alla porta del bagno. Più si avvicinava e più quei singhiozzi diventavano un vero e proprio lamento.
Sapeva perfettamente a chi appartenesse quel pianto, a Josie, ma era da così tanto tempo che non sentiva sua sorella piangere che le sembrò così strano, da impedirle di correre immediatamente da lei.
Una volta di fronte alla porta chiusa, abbassò la maniglia ed entrò chiamando il suo nome: «Josie.»
La figura della ragazza era rannicchiata a terra, aveva ancora addosso il vestito giallo che le aveva visto nella videochiamata il giorno precedente.
Piangeva disperata con la guancia sinistra completamente schiacciata sulle mattonelle fredde del pavimento. I suoi occhi erano offuscati dalle lacrime e fissavano un punto indefinito del bagno, senza prestare alcuna attenzione alla sorella maggiore, che una volta entrata si accasciò preoccupata di fianco a lei ripetendo più volte il suo nome.
Maggie non ebbe alcun tipo di reazione dalla ragazza che imperterrita continuava a versare lacrime sul pavimento, così le prese delicatamente la testa tra le mani e l'appoggiò sulle sue gambe.
Spostò i suoi lunghi capelli dal viso, accarezzandola, e cercò dolcemente di calmarla.
«Tesoro, che succede? Parla con me.»
Josie sentendo la voce amorevole della sorella si lasciò sfuggire l'ennesimo singhiozzo, sospirò profondamente e, tirando su con il naso, balbettò: «So... sono innamorata di... di Charles.»
Ammetterlo ad alta voce la fece sprofondare di nuovo tra le lacrime. 
Quel bacio aveva dato tutte le risposte a tutte le sue confuse domande sul monegasco, trascinandola nel baratro della sua più grande paura: soffrire per amore di qualcuno.
La persona che Josie aveva amato di più in tutta la sua vita era stato suo padre Joseph.
Lo aveva amato di quell'amore incondizionato e puro, senza riserve. Di quell'amore che fa ridere senza motivo. Di quell'amore che asciuga qualunque lacrima. Di quell'amore fanciullesco per cui sai che tutto andrà bene perché il tuo papà è con te. Di quell'amore che se viene strappato all'improvviso lascia uno squarcio infinito nell'anima. Una ferita che, anche se dovesse smettere di sanguinare, sarà aperta per sempre. Una ferita che cambia il cuore. Una ferita che farà male ogni volta che viene toccata.
Subito dopo la morte di suo padre, si era aggrappata con tutte le sue forze ad Alberto, il ragazzo che credeva di amare, ma il comportamento da vigliacco che lui aveva adottato di fronte a quella tragica situazione era stato il colpo di grazia per il suo cuore ferito.
Spezzandolo così definitivamente.
Josie aveva giurato a se stessa che non avrebbe mai più amato, avrebbe protetto il suo cuore tenendolo lontano da ogni forma d'amore.
Pensava che solo così sarebbe stata sempre forte e l'assenza di quel sentimento le avrebbe permesso di non soffrire mai più.
Il destino però aveva qualcos'altro in serbo per lei e sulla strada le aveva fatto incontrare Charles Leclerc.
Aveva chiamato "amicizia" quello che provava per lui, ma non lo era. Dopo quel bacio aveva la certezza che il nascere di un sorriso ad ogni suo sguardo, i brividi che sentiva ad ogni suo tocco e la gioia che provava ad ogni suo successo erano racchiusi da una sola parola: AMORE.
Era profondamente innamorata di Charles Leclerc.
Maggie alzò il viso della sorella, le asciugò le lacrime e guardandola negli occhi, le sorrise.
«Lo so, tesoro.»
Josie la guardò con confusione e Maggie aggiunse: «Ne sei innamorata da tanto, dovevi solo capirlo da sola.»
Josie chiuse gli occhi e altre lacrime scivolarono sul suo viso, Maggie le asciugò di nuovo e le chiese: «Perché piangi, Josie? Perché pensi che sia così grave?»
«Perché non voglio soffrire!», esclamò affranta e disperata. «Il suo sguardo... oh, Maggie, dovevi vedere il suo sguardo!», continuò a ripetere tra i singhiozzi, «Lui non vuole questo! Il suo sguardo dopo che mi ha baciata... come mi ha guardato... mi ha fatto male!», concluse tra le lacrime.
Maggie sgranò gli occhi completamente confusa da quello che Josie stava blaterando, "Bacio?! Quale bacio? Aspetta, cosa mi sono persa?", pensò la maggiore, non capendo affatto quelle frasi spezzate dette piangendo.
«Josie, ma di cosa stai parlando?»
La ragazza tirò su con il naso per l'ennesima volta e guardò Maggie con due grandi occhi tristi.
«Mi ha baciata.»
«Chi ti ha baciata?»
Nonostante sapesse perfettamente a chi Josie si riferisse, lo chiese ugualmente, con un leggero sorriso sulle labbra.
«Charles mi ha baciata.»
«E perché diavolo stai piangendo?!»
«Perché dopo averlo fatto mi ha guardato come se fossi il più grande errore della sua vita.», disse Josie scoppiando di nuovo in lacrime, guadagnando un grande abbraccio da sua sorella che sospirando prese in mano la situazione e disse: «Ok! Basta piangere, ora fatti una bella doccia calda. Io vado a preparare un tè e poi mi racconti tutto per filo e per segno. Cerchiamo di capire questa storia.»

My passion /Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora