Il mattino era già piombato nella stanza da un po', ma Charles e Josie sembravano non voler dare inizio alla loro routine quotidiana.
Chiusi nella camera del monegasco, in quell'appartamento poco lontano dal centro di Monte Carlo, si erano persi con sensualità tra le calde lenzuola.
Avevano aperto gli occhi alle prime luci del giorno, ma incapaci di abbandonare quel loro nido confortevole si erano crogiolati nel calore dei loro corpi.
Nemmeno il brontolio dello stomaco fu capace di farli staccare da quelle carezze appena sfiorate, da quei baci rubati, giocosi, appassionati. Era la necessità di un altro appetito ad essersi impossessata di loro. L'ardore di sentire sulla propria pelle la pelle dell'altro, due soldati in una dolce guerra di contatto tra le gambe che, silenziose, si intrecciavano sotto le coperte.
La dolcezza che inerme pian piano lasciava il dominio alla passione, alla carnalità, al bisogno fisico, mentale ed emotivo del possedersi.
Il corpo di lei era caldo sotto di lui, il piacere era dipinto sul suo splendido viso, gli occhi persi nell'oblio, e dalle sue labbra schiuse faceva capolino la lingua che timida le inumidiva.
Più si muoveva dentro di lei, più lei gemeva mordicchiandosi il labbro e inclinando la testa all'indietro. Vederla abbandonarsi così a lui, sciogliendo tutte le sue difese, lo mandava in estasi. Avrebbe fatto l'amore con lei ininterrottamente, solo per vedere la luce che irradiava quando la faceva sua.
Scivolò con la mano sul suo fianco, le prese la coscia avvolgendola amorevolmente intorno al suo bacino, palpandola la modellò come fosse creta tra le sue mani.
La sua pelle era liscia, cremosa, e sentirla a contatto con la sua era una sensazione impossibile da descrivere a parole, persino pensare di poterla spiegare era assurdo per Charles.
Si sentì estasiato da lei, dal suo profumo, dal modo in cui sfiorava con i polpastrelli sulla sua schiena, eccitandolo da morire.
Gli piaceva quando le sue labbra accarezzavano l'incavo del suo collo ansimando di piacere vicino al suo orecchio.
Si sentiva completo mentre si muoveva dentro di lei ed il modo che aveva di sussurrare il suo nome lo faceva sentire invincibile.
Era melodioso sulla sua bocca e anche in quel momento, affondando profondamente nella sua carne, lei lo aveva pronunciato e il suo respiro aveva vibrato sulla sua spalla provocandogli brividi interminabili lungo tutta la schiena.
Anche questo, insieme alle corse, era diventata la sua adrenalina.
L'orgasmo lo portò alle stelle in un istante, precipitandolo un attimo dopo di nuovo sulla terra.
Esausto. Appagato. Felice.
Abbandonò la testa tra la spalla ed il collo di Josie, i suoi capelli avevano il profumo muschiato del suo shampoo, profumavano di lui.
Era bello sentire il suo odore su di lei, lo illudeva che fosse sua, che gli appartenesse.
Ma Josie non era sua, era una anima libera troppo bella per essere proprietà di qualcuno, lui invece era completamente suo con ogni molecola del suo corpo.
L'amava così incondizionatamente che se avesse dovuto chiedere qualcosa a Dio tra quelle richieste c'era che lei restasse con lui per sempre.
Avere il suo amore per tutta la vita. Perché essere amato da Josie era la cosa più bella del mondo.
«Dio, inizio a non poter più fare a meno di questo...», sospirò affannosamente mentre il battito del suo cuore cercava di tornare regolare.
«Di cosa?», chiese lei sorridendo mentre le sue dita scivolavano su e giù per la sua schiena, dalla curva dei glutei fino a raggiungere la spalla.
Lui alzò il viso per guardarla, il suo respiro era tornato ad essere regolare, le infilò una mano tra il collo e i capelli e la baciò sensualmente.
«Di te, di ogni parte di te.», le sospirò sulle labbra.
«Non dovrai farne a meno...», sussurrò lei succhiando il suo labbro inferiore.
«Vieni con me ad Abu Dhabi, ti farò vedere dei posti meravigliosi e prenderò la camera più bella, quella con la vista mozzafiato, faremo l'amore tutta la notte e...»
«Ma chi sei tu?! Un diavolo tentatore travestito da angelo?!», disse lei ridendo, spostandosi un po' e coprendosi appena con il lenzuolo, permettendo così a lui di sollevarsi dal suo corpo e adagiarsi al suo fianco.
«Se fossi un diavolo non te lo chiederei, staremmo già tra le lenzuola degli Emirati Arabi.», le bisbigliò all'orecchio mentre una mano le accarezzava l'interno della coscia rimasta scoperta.
Josie rise stringendosi a lui e abbandonandosi alle sue labbra che delicatamente stavano scendendo sul collo appena sotto al lobo.
«Mmm... no... tu sei decisamente un diavolo con le ali...», mugugnò beandosi delle sue effusioni.
«Allora di' di sì... lasciati tentare... vieni ad Abu Dhabi con me.», ripeté ancora sfiorando la sua pelle e risalendo con le lunghe dita verso il suo centro caldo, pronto per ricominciare tutto da capo.
Josie appoggiò la mano su quella di lui, bloccandola proprio alla fine della coscia, poco distante dalla sua intimità.
«Non vale provocarmi in questo modo, Leclerc, mi fai essere poco lucida...», sussurrò mordendogli piano le labbra e scivolando sensualmente con la punta della lingua tra loro.
«Speri ti dica di sì seducendomi?»
Charles rise maliziosamente e famelico spostò gli occhi sulle labbra di lei.
«L'idea era quella. Farei di tutto per un tuo sì...», rispose assecondando il suo gioco e, afferrando la testa dietro la nuca, strinse delicatamente i suoi capelli nella mano tirandola a sé e baciandola voracemente.
Josie aprì la sua bocca, lo spinse contro il materasso e salì a cavalcioni su di lui, sussurrando sulle sue labbra: «Hai già ogni mio sì, Charles, ma non posso venire ad Abu Dhabi con te.»
Il monegasco portò le mani alla fine della sua schiena lasciata scoperta dal lenzuolo ormai aggrovigliato tra i loro corpi nudi.
Sfiorò con il naso con quello di lei più volte, baciando dolcemente le sue labbra.
«Lo so, è che... mi piace quando sei con me.»
La ragazza sorrise, «Anche a me piace quando sono con te... e sarà così. Io sarò con te qui.», asserì dolcemente puntando il suo indice su una tempia di lui, «E qui.», sussurrò scivolando con il palmo sul suo petto, proprio dove batteva il cuore.
Charles annuì baciandola ancora, audace lei fece scivolare lentamente la mano sul suo addome fino a raggiungere l'inguine.
«E se lo vorrai... anche se lontani... in qualche modo potrei essere anche qui...», sospirò cercando disperatamente la sua bocca mentre lo sentiva crescere di desiderio nel suo palmo.
STAI LEGGENDO
My passion /Charles Leclerc
FanfictionJosie è una ragazza ferita, dalla vita e dalle persone. Conduce una vita semplice, trascorre la sua quotidianità nel piccolo e bel Principato di Monaco. Fin da bambina, grazie al papà, custodisce segretamente la passione per la Formula1. Non è un es...