Capitolo 7

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-Il giorno dopo-
Ichihoshi stava per scendere le sale, quando qualcuno lo spinse, facendolo cadere. Ichihoshi guardò in cima alle scale e vide Alexis.
"Alexis, te la farò pagare" urlò Ichihoshi.
Alexis rise e se ne andò.
"Non la passerai liscia" urlò Ichihoshi, alle spalle di Alexis.

"Alexis, oggi giochi a centrocampo" disse il mister.
"Ma io sono un portiere" disse Alexis.
"Tic tac, risposta sbagliata" disse il mister.
"Oggi farai il tuo primo debutto in campo" disse Nosaka.
"Io volevo farlo come portiere" si lamentò Alexis. 
"Tranquilla, avrai il tuo momento" disse Duske, sedendosi in panchina.

-finita la partita, negli spogliatoi-
Alexis stava parlando con Nosaka e Duske, quando entrò un investigatore.
"Alexis Balck, devo controllare il tuo armadietto" disse il tizio.
"Perché?" Chiese Alexis, ma il tizio non rispose e cominciò a frugare nel suo armadietto.
"Duske, voltati per favore" sussurrò Alexis.
"Perché?" Chiese Duske.
"Fallo e basta, per favore" rispose Alexis.
"Girati e basta, noioso" disse Caleb.
Duske sbuffò e si voltò. Nel frattempo il tizio aveva tirato fuori una scatoletta.
"Di nuovo?" Disse Eliot.
"E queste? Sono pastiglie" disse il tizio.
"E quindi?" Chiese Alexis, tranquilla.
"Sei accusata di doping, sei squali.." disse il tizio.
"Se cerca bene c'è anche qualcos'altro" disse Alexis, interrompendolo.
Il tizio si zittì e tornò a frugare. Tirò fuori un foglio piegato in quattro. Lo aprì e cominciò a leggere.
"Soffro di qualche problema cardiovascolare, e con ciò?" Chiese Alexis.
Il tizio ci rimase di sasso.
"Beh, se è così" disse il tizio.
"Le assicuro che prima di giocare la partita non ne ho preso, per cui non ho barato" disse Alexis.
"Certo, allora tolgo il disturbo" disse il tizio e se ne andò.
"Hai problemi..?" Chiese Mark.
"Assolutamente no, era una menzogna" rispose Alexis, senza fargli finire la frase.
Come se si fosse ricordata qualcosa si fiondò a frugare nelle sue cose, ma non trovava ciò che cercava.
"Stai cercando queste?" Chiese Nosaka, con in mano una decina di foto.
"Nosaka!" Disse Alexis, cercando di prendere le foto, ma Caleb arrivò prima di lei.
"Sono curioso di vedere di chi sono queste foto" disse Caleb.
Guardò le foto che aveva in mano Nosaka.
"Ma questo è..." disse Caleb.
"Chiudi la bocca, maledizione" disse Alexis, tappando la bocca di Caleb con un braccio.
"Fai vedere anche a noi" dissero tutti.
"Nosaka dammi quelle foto" disse Alexis, prendendo le foto e nascondendole.
Guardò male Caleb e Nosaka.
"Se uno di voi dice qualcosa, quello che ho fatto a Ichihoshi lo farò anche a voi. Intesi?" Chiese Alexis.
"Certo, non c'è bisogno di minacciare" rispose Nosaka.
"Ehi Duske, puoi girarti ora" disse Caleb.
"Ehi ehi, la novellina ha foto compromettenti" disse Xavier, con un'espressione maliziosa.
"Non è vero" disse Alexis, arrossendo.
"Se le trovo.." disse Xavier.
"Non le troverai" disse Alexis, interrompendolo e arrossendo sempre di più.
"Chi è il soggetto nelle foto?" Chiese Duske, curioso.
"Nessuno" rispose Alexis, un po' troppo in fretta.
Eliot e Xavier schignazzarono e si scambiarono uno sguardo d'intesa.
"Nosaka, questa è tutta colpa tua" disse Alexis, indicando Nosaka.
"Come hai fatto ad avere un certificato medico fasullo?" Chiese Nathan.
"Il padre di Will è un medico, vi dico solo questo" rispose Alexis, tornando normale.

Ichihoshi era riuscito ad assumere anche la personalità del fratello, diventando una cosa sola.
"Ichihoshi" urlò Alexis, quando vide il compagno andarsene di nascosto dalla squadra. "Scusa".
"Per cosa?" Chiese Ichihoshi.
"Per averti spinto dalle scale" rispose Alexis.
"Anche io mi devo scusare, per aver cercato di farti squalificare" disse Ichihoshi.
"Direi che siamo pari" disse Alexis.
"Direi" disse Ichihoshi e le porse la mano, che Alexis strinse.
Dopodiché Alexis se ne andò, lasciando fare a Ichihoshi quello che voleva. Corse verso il campo e azionò l'attrezzo che spara i palloni. Si mise i guanti e si mise in porta. Il primo pallone lo parò, stringendo i denti. Cosi il secondo, il terzo e così via. Quando arrivò a dieci Duske la fermò.
"Una settimana non è ancora passata" disse Duske, spegnendo la macchina.
"Posso farcela" disse Alexis.
"Hai fatto abbastanza" disse Duske. "Fammi vedere le mani".
"Ecco" disse Alexis.
"Togliti i guanti" disse Duske.
"Te lo puoi anche scordare" disse Alexis.
Quando vide che Duske le stava venendo incontro cominciò a correre.
"Alexis, fermati" urlò Duske.
Alexis lo ignorò e continuò a correre.
"Tanto prima o poi ti prendo" urlò Duske.
"Intanto non mi hai ancora presa" urlò Alexis, entrando nella sede.
Passarono per i corridoi correndo, sotto gli sguardi divertiti e curiosi degli altri. Alexis stava per salire le scale quando sentì due braccia muscolose intorno nella vita fermarla. Alexis cercò di liberarsi dalla presa di Duske, invano. Ma nonostante ciò continuò ad agitarsi, riuscendo a liberarsi di un braccio. Cercò di liberarsi anche dell'altro braccio, ma la presa era ben salda e cadde a terra. Duske si mise a cavalcioni sopra di lei, in modo da impedirle di fare movimenti con le gambe. Le prese le mani e le tolse i guanti.
"Lo sapevo, hai peggiorato la cosa" disse Duske. "Mancavano due giorni, Alexis. Solo due giorni".
"Levati" disse Alexis, cercando di toglierselo di dosso.
"Altrimenti?" Chiese lui, stuzzicandola.
"Beh, guarda come ci stanno fissando" rispose Alexis, guardando il resto della squadra.
"Che avete da guardare?" Disse Duske.
Xavier, Eliot e Caleb guardarono Duske e Alexis con malizia.
"Cosa stai facendo?" Chiese Nathan.
"Ha beccato Alexis allenarsi nel ruolo di portiere e le chiesto di togliersi i guanti. Ma la nostra Alexis è una testa calda ed è scappata" rispose Nosaka.
"Ci hai visti?" Chiese Alexis.
"Certo" disse Nosaka.

Vivere rincorrendo un pallone Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora