Capitolo 21

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-il giorno dopo-
"Perché dici che oggi non puoi giocare?" Chiese Duske.
Stavano andando insieme in mensa, perché altrimenti Alexis si sarebbe persa da sola.
"Vuoi la verità?" Chiese Alexis.
"Mi pare ovvio" rispose Duske.
"Mi fa un po' male la caviglia" disse Alexis.
"Perché non me l'hai detto ieri?" Chiese Duske.
"Perché tu non me l'hai chiesto" rispose Alexis, tirando fuori la lingua.

Appena arrivarono in mensa fecero colazione e il mister chiamò Alexis.
"Deve dirmi qualcosa?" Chiese Alexis.
"C'è una persona che vorrebbe parlarti" rispose il mister.
"Beh, le dica di aspettare. Abbiamo una partita" disse Alexis.
"Anche se venissi non potresti giocare. Sei ancora stanca da ieri e ti fa male la caviglia" disse il mister.
"L'ha notato, eh? Non le sfugge proprio nulla" disse Alexis, abbassando la testa.
"Quindi parlerai con questa persona" disse il mister.
"E chi sarebbe?" Chiese Alexis.
"Tic tac, tempo scaduto. Ci vediamo dopo la partita" rispose il mister.
Alexis fece un segno col capo in segno di rispetto e se ne andò. Non aveva molta voglia di incontrare chiunque volesse parlarle. Lei voleva andare alla partita, non le importava se non poteva giocare. Voleva vedere giocare i suoi compagni e fare il tifo per loro. Guardò i suoi compagni salire nel pullman e si rattristò.
"Ehi piccoletta. Cosa aspetti?" Chiese Dave.
"Il mister ha deciso di non farmi venire" rispose Alexis, abbassando la testa.
"Perché mai?" Chiese Duske.
"Ha detto che c'è una persona che vuole parlarmi" rispose Alexis.
"E non può farlo dopo?" Chiese Dave.
"Si, infatti" disse Duske.
"Non lo so, mi ha detto solo questo" rispose Alexis.
Duske andò verso il mister.
"Perché non vuole far venire anche Alexis?" Chiese Duske.
"Ha un altro impegno" rispose il mister.
"Parlare con una persona è meno importante di una partita" disse Duske.
"Dipende dalla persona" disse il mister.
"E chi sarebbe?" Chiese Duske.
"Se proprio vuoi saperlo allora starai con Alexis" rispose il mister.
"Certo, come vuole" disse Duske e tornò da Alexis.
"Tu non vai?" Chiese Alexis.
"No, io.. resto con te" rispose Duske.
"Grazie, ma era meglio se andavi anche tu" disse Alexis.
"La mano mi fa ancora un po' male, non avrei potuto giocare comunque" mentì Duske.
"Già, la tua mano. Fai vedere" disse Alexis.
Prese la mano di Duske e gli tolse le bende. Per fortuna il taglio non c'era più, al suo posto c'era solo un segno rosso.
"Non hai niente, non ti servono più nemmeno le bende" disse Alexis.
"Precauzioni" disse Duske."Allora, dov'è questa persona?".
"Uhm.. non so. Vediamo se nella lettera c'è scritto qualcosa" rispose Alexis, tirando fuori una lettera.
"Dobbiamo andare a casa di Will" disse Alexis.
"E immagino che tu non ricordi dove sia" disse Duske.
"Per la verità ricordo. Quella è l'unica strada che so" disse Alexis.
"Ah, meno male" Scherzò Duske.
"Dobbiamo attraversare quasi metà russia, casa di Will è proprio dall'altra parte" disse Alexis.
"Ma che fortuna. Ecco perché il mister voleva che ci andassi subito. Ora di arrivare e sarà pomeriggio" disse Duske.
"Sarà" disse Alexis.
Cominciarono a incamminarsi verso la fermata del pullman più vicina.

Verso le 14 arrivarono a destinazione. Alexis bussò alla porta e una donna dai capelli rossi li aprì.
"Alexis, che piacere rivederti. Ormai erano mesi" disse la signora.
"Ti ringrazio mamma" disse Alexis, chinando il capo in segno di rispetto.
La signora Sparrow distolse lo sguardo da Alexis e lo poggiò su Duske.
"Questo giovanotto mi è familiare" disse la signora Sparrow.
"Mamma ti prego non dirlo" disse Alexis.
"Massi, ora ricordo. È quello dei poster!" Disse la signora Sparrow.
Duske sgranò gli occhi e trattenne una risata.
"No, non è vero. Non ho nessun poster.." disse Alexis.
"Ora ricordo, Duske Grayling. Alexis non faceva altro che parlare di te dalla mattina alla sera. Vieni, ti mostro la sua stanza" disse la signora Sparrow, interrompendo Alexis e portando Duske nella ex stanza di Alexis. Mille poster, di varie grandezze, erano attaccati nelle pareti e rappresentavano Duske in tutto il suo splendore. Duske girò per la stanza, guardando ogni singola foto e leggendo anche i commenti di Alexis.
"Mamma!" Disse Alexis.
"Non volevi?" Chiese la signora Sparrow.
"Certo che no, che vergogna" rispose Alexis.
"Dai tesoro, non è mica la fine del mondo. Ho solo mostrato al tuo idolo quanto lo ammiri" disse la signora Sparrow.
"Comunque.. il mister mi ha mandato qui perché sostiene che ci sia una persona che vuole parlarmi" disse Alexis, cambiando argomento.
Duske smise di guardare le foto e andò al fianco di Alexis, annuendo a quello che aveva appena detto.
"Certo, lo so" disse la signora Sparrow, abbassando lo sguardo."Seguitemi".
Andarono al piano di sopra ed entrarono nel salotto secondario. Li trovarono una donna dai capelli corvini. Costei alzò lo sguardo e corse ad abbracciare Alexis. Ma quest'ultima si allontanò.
"Ehi, ma.. cos'è tutta questa confidenza?" Disse Alexis, frustrata.
"Mia piccola Alexis" disse la donna.
"Dovrei riconoscerti?" Chiese Alexis.
"Alexis lei è la tua vera madre" disse la signora Sparrow.
"E perché ti sei disturbata tanto a venire?" Chiese Alexis, sputando ad ogni parola.
"Ho sbagliato tutto, sarei dovuta rimanerti accanto. Volevo scusarmi e ricominciare da capo" rispose la mamma di Alexis.
"Stai mentendo" disse Alexis, assottigliando gli occhi.
"E perché dovrei?" Chiese la donna.
"A te non ti è mai interessato di me o di papà. A te interessavano solo i soldi. Per questo quando papà è andato in fallimento te ne sei andata" rispose Alexis.
"Piccola mia, chi ti ha messo in testa queste cose? Sono tua madre, è ovvio che.." disse la donna, allungando la mano verso il viso di Alexis.
Quest'ultima allontanò la mano della madre e fece un passo indietro.
"Non toccarmi" disse Alexis.
"Ma.." disse la donna.
"Caso strano ti sei fatta viva proprio ora che sono in nazionale. Credi che sia davvero così stupida? Nel caso la nostra squadra dovesse vincere riceveremo un premio in denaro ed è quello che ti interessa" disse Alexis.
"Non è vero, stai sbagliando" disse la donna.
"Dimostramelo" disse Alexis.
"E come potrei farlo?" Chiese la donna.
"E me lo chiedi pure? Se non lo sai vuol dire che stai affermando ciò che ho detto" rispose Alexis.
La donna avvicinò nuovamente la mano ad Alexis, ma questa volta fu Duske ad allontanarla.
"Ti ha detto di non toccarla" disse Duske.
"E tu chi saresti?" Chiese la donna, guardando male Duske.
"Lui è il portiere che da sempre ho ammirato, ma tu cosa ne vuoi sapere" rispose Alexis."Tu non sai cosa voglia dire ammirare qualcuno, perché l'unica cosa che vuoi sono i soldi".
"Ci ho provato con le buone. Tu torni a casa con me non appena finisce il campionato" disse la donna, fumando di rabbia.
"A si? E perché dovrei?" Chiese Alexis.
"Tu sei mia figlia, è ovvio. Solo io possi decidere.." disse la donna.
"Ti sbagli. Non hai più la mia custodia, anzi non l'hai mai avuta. L'unico che l'aveva era papà, che l'ha ceduta ai genitori di Will" disse Alexis, interrompendola.
"Come osi, ragazzina impertinente" disse la donna.
"Come osi tu. Da quando sono nata non hai fatto altro che odiarmi, facendo fare tutto il lavoro a papà. E quando papà è arrivato al suo limite ci hai abbandonati e ora intendi tornare nella mia vita come se niente fosse? Beh, te lo scordi" disse Alexis."E la cosa finisce qui".
Usci dalla stanza senza dare alla donna il tempo di rispondere. Duske la seguì e le mise una mano nella spalla. Alexis sospirò e si avvicinò alla madre adottiva.
"Mamma, volevo dirti grazie. Per tutto quello che hai fatto. Per me sei e sarai sempre la mia vera madre. Ma devo dirti una cosa che non ti piacerà" disse Alexis.
"Ti trasferirai, lo so. Will me l'ha detto" disse la signora Sparrow.
"Mi dispiace, davvero" disse Alexis.
"Non preoccuparti. Sei libera di scegliere e se questa scelta ti rende felice non ho intenzione di ostacolarti. Tutti il primo o poi andiamo via di casa, è una cosa inevitabile. E sono sicura che col tuo idolo starai al sicuro" disse la signora Sparrow.
"Ti ringrazio e spero di rivederti presto" disse Alexis."Stai attenta a quella donna. Buttala fuori di casa il prima possibile".
"Non preoccuparti, l'ho già fatto diverse volte" disse la signora Sparrow, ridendo.
"Ciao mamma" disse Alexis.
"Buona fortuna, a tutti e due" disse la signora Sparrow.
"È stato un piacere conoscerla" disse Duske.
"Il piacere è tutto mio" disse la signora Sparrow.
I due abbassarono la testa in segno di rispetto e uscirono.
Alexis camminava a passo svelto e persero diverse fermate. Duske le andava dietro, preoccupato. Voleva dirle qualcosa, ma non sapeva cosa. Alexis si fermò in un parchetto e si sedette. Duske notò che li vicino c'era una gelateria, per cui avvisò Alexis di aspettarlo lì dov'era.
Dopo cinque minuti Duske tornò con due gelati in mano e ne diede uno ad Alexis.
"Ti ringrazio" disse Alexis.
"Ora capisco perché tua madre ti svegliava in maniera così brusca" disse Duske, cercando di farla ridere.
"Scusa, non avresti dovuto assistere" disse Alexis.
"Non importa, almeno so che aspetto ha, in modo da poterla evitare" disse Duske.
"Grazie ancora" disse Alexis.
"Mangia, sennò si squaglia" disse Duske.
Alexis sorrise e cominciò a gustarsi il gelato. Anche Duske sorrise e si mangiò il suo gelato. Una volta finito notò Alexis leccarsi i baffi e pulirsi col dorso della mano.
"È strano che proprio tu abbia preso il gelato, pensavo che non ti piacesse troppo mangiare" disse Alexis.
"Beh, a volte mi fa piacere e in dosi non esagerate" disse Duske.
"Ah, capisco" disse Alexis.
Rimasero un po' a chiacchierare, quando tra i due scese un silenzio imbarazzato. Alexis guardò Duske negli occhi e gli si avvicinò lentamente. Duske fece altrettanto, e si fermarono quando tra loro c'erano pochi centimetri di distanza. Alexis mise una mano nel viso di Duske e poggiò delicatamente le sue labbra in quelle di lui. Duske mise una mano nel viso di lei e una nella vita, mentre ricambiava il bacio. Un bacio in cui entrambi ci mettevano tutta la loro passione ed esprimevano ciò che provavano. Si staccarono solo per riprendere fiato. Duske le lasciava piccoli baci su tutto il viso, per poi scendere fino al collo, provocando un leggero gemito ad Alexis.
"Duske.." sussurrò Alexis, come se fosse senza fiato.
Duske non l'ascolto e continuò quello che stava facendo. Tornò nelle labbra di lei, dove si fermò più a lungo. Le morse leggermente il labbro chiedendo accesso alla sua bocca. Non incontrò nessuna resistenza da parte di lei e la mangiò di baci. Si fermò per riprendere fiato e la guardò negli occhi. Alexis era rossa come non mai, ma non le dispiaceva affatto il trattamento di Duske.
"Beh, si potrebbe dire che è ufficiale" sussurrò Duske.
"Si, si può dire" sussurrò Alexis.
Duske sorrise e tornò a baciarla, fermandosi nel collo, dove le lasciò un piccolo segno rosso. Alexis ricambiò il gesto e, timidamente, lasciò un piccolo segno sul collo di lui.

"Novellina, abbiamo vinto!" Disse Caleb, ando incontro ad Alexis, che gli saltò al collo.
"Lo sapevoo, siete troppo forti" disse Alexis.
"Ti sbagli.. SIAMO troppo forti" disse Jude.
"Jude ci sei anche tu, non ci credo" disse Alexis.
Si staccò da Caleb e si buttò tra le braccia di Jude.
"Vedo che hai apprezzato il mantello" disse Jude.
"Certo, è fantastico. Come la persona che me l'ha regalato" disse Alexis.
"Mi hai dimenticato per caso?" Chiese Dave.
"Daveee" disse Alexis, saltandogli addosso.
Dave rise e la abbracciò.

"Congratulazioni, Nosaka" disse Duske.
"Abbiamo vinto tutti insieme. Anche se non c'eravate era come se foste lì" disse Nosaka.
Duske annuì, facendo un cenno con la testa.
"Chi era questa persona?" Chiese Nosaka.
"Era.. la madre di Alexis" rispose Duske e gli raccontò tutto, per filo e per segno.
"Sembra proprio che Alexis la odi con tutta se stessa" disse Nosaka.
"Non puoi nemmeno darle torto, infondo" disse Duske.
"Sono d'accordo" disse Nosaka.
"Siamo i campioni del mondoo" urlarono Norika e Alexis.
Un coro di grida eccitate seguirono quelle delle ragazze.
"Duske, siamo arrivati alla vetta del mondo" disse Alexis, lanciandosi su Duske e baciandolo a stampo, lasciando tutti di stucco. Duske compreso, poiché arrossì.
"E così.. glielo hai detto, eh" disse Xavier, ghignando.
Alexis fece l'occhiolino e tirò fuori la lingua.
Tutti si avvicinarono a Duske e Alexis e si complimentarono con loro. Alexis ringraziò tutti allegramente, mentre Duske si vergognava un po'.

Vivere rincorrendo un pallone Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora