*Capitolo 39*

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Un mese, un mese che sento le loro voci e che non mi muovo, é straziante stare con gli occhi chiusi su un lettino, sentendo i pianti e le parole delle persone a cui tengo ma purtroppo di lui non ho ascoltato ancora la voce, ma ogni notte lo sento, sento che si avvicina al letto e mi appoggia con estrema delicatezza una mano sulla guancia accarezzandola, mi stringe forte a sé e si stende accanto a me per poi andare via il mattino seguente.
Io lo sento, io sento tutto e vorrei tanto rispondere che sto bene, che li sento e che non si devono preoccupare per me "Brook devi essere forte, devi rialzarti come sempre hai fatto, ma perché mi hai fatto questo?" singhiozza Maddison, le ho fatto del male e non era nella mie intenzioni, vorrei tanto abbracciarla anche se non  mi sveglio, non riesco a svegliarmi senza sentire almeno un suo singhiozzo, una sua parola, imprecazione o risata che sia:proprio non ci riesco, sono un'egoista e lo sono sempre stata perché pretendo troppo dalla gente, non voglio che stiano male per me ma nello stesso tempo voglio che si sfoghino davanti a me.

Povs Zoe:

Suono al campanello e nessuno risponde "so che sei qui stronzetto" Batto con in pugni la porta più forte "Calmati, va bene tuo fratello è qui ma tanto lo avresti chiamato quindi cosa c'è di tanto importante da venire fino a qui?" inarca un sopracciglio "Elizabeth è viva" lo vedo sbarrare gli occhi e fa cadere di mano il telefono mentre da dietro di lui si sentono dei piatti scagliati a terra in mille pezzi, come il nostro cuore...

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