𝟔. 𝐅𝐈𝐍𝐃 𝐓𝐇𝐄 𝐓𝐑𝐔𝐓𝐇

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La discesa non fu poi così mortale. Virò all'ultimo da una fitta boscaglia e atterrò sui propri piedi in un punto coperto da bassi arbusti e fusti spogli. Dopo mesi di esercizio, era riuscita a controllare l'energia che il suo corpo emanava per creare dei campi di forza su cui poter rimanere in tensione, volando a tutti gli effetti. L'unico aspetto negativo era che, per quanto le piacesse alzarsi in aria e spiccare il volo come un'aquila libera dopo anni di prigionia in gabbia, rimanere in volo richiedeva molta energia e questo significa togliere forze necessarie al suo corpo per combattere.
Si fece largo tra le piante alte e individuò il dio degli inganni e una testa bionda su un punto alto di una collinetta rocciosa, e si diresse verso di loro, ma prima di poter agire Iron Man si catapultò contro l'uomo in calzamaglia argentea e i due furono spediti a metri e metri di distanza. Colse l'occasione per bloccare l'uomo dai capelli corvini e con un balzo gli si parò davanti.
«Chi sono i Chitauri?» chiese senza troppi complimenti, prendendo l'uomo per il colletto e costringendolo a guardarla negli occhi. L'altro, all'improvvisa apparizione venne colto alla sprovvista e rimase, anche se per pochi attimi, senza parole.
«Come...»
L'uomo non riusciva a spiegarsi del come e del perché la ragazza conoscesse quell'informazione, ma lasciò cadere nel vuoto la domanda che stava per farle e aprì la bocca in un grande, derisorio sorriso.
«Leggi nella mente? Vuoi usare i miei poteri contro di me?» le domandò invece, non con poca difficoltà, dato che la ragazza dagli occhi azzurri aveva stretto la presa al suo collo.
«Oh...posso fare molto peggio.»
Appena terminò di parlare, incanalò una piccola dose di forza al palmo della sua mano, sentendo la pelle, le vene e ogni minima cellula del suo corpo elettrizzarsi. Loki venne scagliato contro il muro di pietra dietro le sue spalle, e il suo corpo continuò ad affondare nelle rocce della parete, provocando al gracile dio tagli e ferite qua e là.
«Non sei tu a comandare, vero? Da chi stai prendendo ordini?»
Skadi si sentì ancora più infastidita di quanto non lo fosse, quando alla sua ennesima domanda il dio continuava a sorridere, prendendosi gioco di lei, e il corpo del dio venne spinto ancora più violentemente contro le rocce. Quello si lasciò sfuggire una smorfia di dolore dalla bocca e tornò a fissare la ragazza negli occhi.
«E tu perché sei qui? Ce ne sono pochi in giro della tua specie.»
«Non cambiare discorso, non è il momento adatto per i tuoi giochetti. Mi hanno detto che sottospecie di divinità sei, e penso di non poter pazientare a lungo prima di farti sprofondare sotto questa montagna.» disse lei di rimando, continuando a sorreggere il corpo dell'altro con la sua mente.
«Tu non sai chi sei.» constatò il dio, più in un mormorio che in un'affermazione, guardandola dritto negli occhi, e, per la prima volta, con un visibile stupore stampato sul viso.
Skadi si sentì stranamente trafitta da quella frase. Io non so chi sono?
«Sai qualcosa che non so?»
«So tutto ciò che c'è da sapere.»
«Spiegati.» lo rincalzò, dando un'occhiata alla situazione dall'altra parte della foresta. Steve e Stark si stavano dando da fare per contrastare lo sconosciuto col martello volante, ma sapeva che di lì a poco avrebbero fatto ritorno alla collina per cercare Loki, per cui non aveva molto tempo.
«Ragazza, non ti sei mai chiesta per quale assurdo motivo tu abbia dei poteri fuori dal comune? Perché riesci a fare questo– si interruppe, per indicare se stesso e la mano della ragazza tesa –e perché puoi parlare con altri esseri viventi? Sorpresa? Ho notato te e il tuo animaletto da compagnia, non è qualcosa che si vede tutti i giorni» concluse, alquanto compiaciuto dalla reazione sconvolta ben visibile sul viso di Skadi.
Certo che si era chiesta il perché di quei poteri. Se lo chiedeva costantemente, come si domandava perché riuscisse a sentire e percepire emozioni e parole di qualsiasi animale, ma la verità era che non si era mai data una risposta, semplicemente perché non c'era. Non c'era nulla di fisicamente e scientificamente possibile che spiegasse anche solo una parte del motivo per cui Skadi Turner fosse stata fatta in quel modo, e lei sapeva dannatamente bene di essere un essere fuori dal normale.
«Ne hai visti altri? Persone come me, intendo. Ne conosci altre?» gli chiese, mentre la curiosità la stava ormai divorando, abbassando la presa sul dio.
«Se sei ciò che penso che tu sia, sì. Ma, come ti ho appena detto, siete in pochi. Penso che tu venga dalla mia stessa terra natia, figlia di Jǫtunheimr. Anzi, ne sono convinto, a giudicare da questi orrendi capelli bianchi. Mai pensato di tingerli?»
Skadi non dette peso alla battuta sarcastica finale, perché il suo cervello era troppo preso ad immagazzinare ogni minima parola detta dall'uomo dai capelli corvini. Che razza di luogo era Jǫtunheimr? Ma soprattutto, dove si trovava? Non era l'unica ad avere quelle "doti" particolari?
«Davvero, dico sul serio, non sono un bel vedere, ti invecchiano.»
Skadi alzò gli occhi al cielo e lasciò la presa sul dio degli inganni, facendolo cadere a terra.
«Sta zitto. Dov'è questo posto?» chiese, portandosi le braccia al petto.
Loki sogghignò e si alzò da terra, pulendosi i vestiti dallo sporco del terriccio e ricomponendo la sua figura.
«Su un altro pianeta.»
Skadi inarcò le sopracciglia e aprì la bocca per rispondere, ma fu fermata da un sonoro boato provenire dal punto in cui aveva visto Tony e il biondo scontrarsi, che fece perdere l'equilibrio ai due. Poco dopo, tre figure si fecero spazio tra gli alberi e quando vide Captain America e Iron Man discutere allegramente con il nuovo arrivato come se fosse un amico di vecchi tempi, dimenticò il discorso appena fatto con Loki.

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