𝟏𝟏. 𝐅𝐋𝐎𝐂𝐊 𝐎𝐅 𝐂𝐑𝐎𝐖𝐒.

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Il buio sembrava attorcigliarsi ai suoi polmoni per non lasciarla respirare, mentre veniva catapultata con forza nel mondo reale.
Skadi sgranò gli occhi bluastri e inghiottì quanta più aria possibile per riprendere fiato, mentre si guardava confusa attorno a sé. La testa le girava e le pulsava così tanto che la sua vista era offuscata. Per i primi secondi non riuscì a distinguere nient'altro che sagome sfocate, e le ci volle un po' prima di potersi abituare alla calda luce che trapassava i vetri delle finestre di casa Turner e arrivava dritta sulla sua faccia.

Non era sicura di cosa fosse successo, non sapeva se quello che aveva appena visto fosse accaduto solo dentro la sua testa, se fosse finzione o realtà. Aveva così tante domande, ma ciò che non aveva era il tempo di pensare, perché Loki si era rialzato da terra e ora la sovrastava con un viso che lasciava trapelare sorpresa e astio vivo.

Non ci pensò troppo, provò a fermarlo coi suoi poteri ma le fu impossibile, perché il dio scomparve nel nulla, per poi ricomparire al suo fianco, la mano tesa a strozzarle la gola con rabbia, gli occhi smeraldini incastonati nei suoi, le lunghe dita tremolanti avvolte attorno alla sua pelle, le unghia spinte in profondità quasi a volerle tagliare la giugulare.

La ragazza provò ancora a spingerlo con la sua forza per toglierselo di dosso, ma quello scomparì di nuovo lasciandole un leggero taglio appena sotto la mandibola, che iniziò a pizzicarle fastidiosamente.

Skoll le si avvicinò con i denti in vista che avrebbero fatto timore a chiunque, mentre Skadi cercava di riprendere fiato e pensare rapidamente ad un piano per fermare il dio.
I pensieri correvano velocemente nella sua mente, la visione del lago, sua madre, i suoi occhi rassicuranti e le mani che stringevano le sue, il ciondolo che portava al collo, Loki, Margaret...Margaret.

Si voltò alla sua destra, trovando l'anziana donna, semisdraiata sul pavimento, tenersi la testa con una mano. Probabilmente quando lo scettro di Loki e il suo ciondolo si erano scontrati avevano provocato un'onda d'urto che sembrava averla colta in pieno. Si alzò e si precipitò verso di lei per assicurarsi che stesse bene, ma Loki le bloccò il passaggio.

«Non puoi vincere. Sai che non puoi. Rendimi il ciondolo e vi lascerò vivere, tu tornerai alla tua insulsa vita e io dominerò il mondo e tutti voi, ma ti risparmierò perché mi fai troppa pena mentre tenti di fare del tuo meglio per fermarmi.» propose lui, con uno sguardo stizzito.

Come cogliere di sorpresa un dio delle malefatte che può scomparire e ricomparire a piacimento?

Sentì un ringhio alla sua sinistra, e poi vide il suo lupo fare un balzo nella direzione del dio, la bocca spalancata da cui spuntavano file di denti aguzzi, gli occhi infuocati di rabbia.
Skoll chiuse il suo morso attorno allo scettro, tirandolo con forza verso di sé, facendo perdere l'equilibrio a Loki.

Mentre i due cercavano di appropriarsi dello scettro Skadi ne approfittò per raggiungere Margaret e assicurarsi che non avesse nulla di rotto.

«Nonna, tutto ok? Stai bene?» domandò, prendendole la mano e accarezzandole delicatamente la testa nel punto in cui sembrava dolerle.

«Tranquilla tesoro, io sto bene.» rispose la più anziana, uno sguardo rassicurante che lasciava spazio ad un velo di terrore a incorniciarle il volto.

Prima che Skadi potesse ribattere, sentì una fitta lancinante al braccio destro, tanto improvvisa quanto intensa. Sì tastò il braccio in cerca di ferite, per poi voltarsi all'udire un guaito sofferente.

Skoll era a terra, sulla sua zampa destra grondante di sangue si apriva un taglio profondo che logorava il folto pelo del lupo.
Lo sentì dritto nelle viscere, poteva sentire bene il dolore causato dalla lama sporca di sangue, che Loki teneva tra le mani, che squarciava la sua pelle e poi le sue carni, e andava a fondo, sempre più in fondo, mentre lei si dimenticava come si respirasse e la testa iniziava di nuovo a girarle.

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