𝟐. 𝐍𝐄𝐖 𝐄𝐍𝐓𝐑𝐘

962 57 5
                                    

Il lupo aveva lo sguardo fisso sull'uomo con un occhio solo, e continuava a ringhiargli contro.
Non mi fido.
Neanche io, ma aspetta.
«Penso che la mia bestiola smetterà di provare ad ucciderla se lei prima non mi dice cosa vuole da me, non crede?», iniziò Skadi, mantenendo quanta più calma possibile, sia per lei che per Skoll, che sapeva essere particolarmente territoriale, soprattutto se venti persone sconosciute non proprio amichevoli gli si presentavano davanti.
L'agente Fury non sembrava colpito dall'aggressività di Skoll, anzi, sembrava piuttosto a suo agio, come se una grossa bestia feroce che lo stava puntando fosse nulla rispetto a ciò che avesse visto fino ad ora. Riprese a guardare Skadi, e iniziò.
«Conosce lo S.H.I.E.L.D.? E' un'organizzazione governativa antiterroristica, e negli ultimi tempi è in cerca di talenti speciali che possano mettersi al suo servizio per un compito altrettanto speciale. Il suo nome è finito tra i documenti del progetto nel banco del mio ufficio, e volevo parlarle personalmente, prima che qualcun altro potesse scavalcarmi»
Finì di parlare e incrociò le mani dietro la schiena, mostrando il suo petto in tutta la sua fierezza. Aveva l'aria di essere una persona piuttosto importante, ma lei non sapeva cosa fosse lo S.H.I.E.L.D. e men che meno di quale progetto stesse parlando.
«Parlarmi personalmente, eh?»
Skadi si guardò attorno per un attimo, incrociando le braccia al petto, per poi tornare con lo sguardo sull'uomo davanti a lei. Doveva guardarlo nell'unico occhio buono o fare finta di niente?
«La sua concezione di chiacchierata intima è molto strana se per farlo ha bisogno di venti uomini con le armi puntate al suo interlocutore».
Accennò un sorriso che si allargò quando Fury sgranò leggermente gli occhi dopo aver sentito quella frase. Mise le mani nelle tasche dei pantaloni e ammiccò.
«Allora è molto sicura di sè per avere venti pistole puntate alla sua testa» la sfidò.
«Le ha addestrate lei? Non credo ci sia da preoccuparsene allora».
A Skadi piaceva stuzzicare la gente, era forse una delle caratteristiche che più la contraddistinguevano. Se pensava che quella situazione avesse potuto incuterle anche solo un briciolo di timore, allora non avevano scritto tutto di lei tra i documenti che avevano consegnato all'agente. Aveva questo costante bisogno di provare agli altri che avrebbe sfidato anche il dio degli inferi se fosse stato necessario, niente e nessuno le avrebbe messo i piedi in testa.
Fury sembrava quasi divertito da quella situazione, lasciò stare l'insulto che la ragazzina le aveva offerto e iniziò a parlare «E' per precauzione. Non sappiamo mai chi ci troviamo davanti fino a quando non conosciamo le vere capacità della controparte. Profilassi quotidiana».
Alzò l'indice e il medio della mano destra e poi li abbassò, e Skadi potè percepire Skoll meno teso, ma sempre all'erta, dietro di lei. Aveva dato l'ordine ai suoi uomini di abbassare le armi.
«Capisco, ma non mi ha ancora detto cosa vuole veramente da me».
«Voglio che tu aderisca al progetto, puoi essere un buon acquisto, per noi e per proteggere la terra da minacce imminenti. Ho visto cosa sai fare, ti controlliamo da un po' ormai, buona uscita quella alla Fargo, devo concedertelo».
Skadi iniziò a capire a quale talento si stesse riferendo Fury, e la sua mente la rimandò per un istante alla donna e al bambino che aveva salvato prima che quel folle saccheggiatore potesse fare qualcosa. Fury prese un oggetto dalla tasca della lunga giacca nera, con cui le mostrò il video della sorveglianza della banca, in cui si poteva ben notare una ragazza dai capelli bianchi alzare la mano e tenderla contro il rapinatore, per farlo finire contro la vetrata. Deglutì un groppo che si era formato in gola guardando il video: non mostrava rancore per aver fatto del male a quattro rapinatori, insomma, loro lo avrebbero fatto a delle persone innocenti e lei questo non poteva permetterlo, ma non voleva neanche che qualcuno sapesse delle sue abilità. Nemmeno Margaret era a conoscenza della sua vera natura, ma a quanto pare un'organizzazione di spionaggio si era presa la briga di rintracciarla e di controllare ogni sua mossa. Probabilmente la fissavano anche dalla finestra di camera sua, quando ogni notte si risvegliava dai continui incubi, o quando parlava tranquillamente con Skoll, o anche quando si esercitava al laghetto muovendo i rami degli alberi come se fossero stuzzicadenti e facendo volare pietre sopra la propria testa, per poi mandarle a conficcarsi sul tronco di una quercia.
Fury riprese a parlare, rimettendosi l'aggeggio con cui le aveva mostrato il video in tasca. «Non sono qui per giudicarti, credimi se dico di aver visto cose ben peggiori nella mia vita, ma so per certo che hai del potenziale, e che sia giusto sfruttarlo. Per fare del bene, per intenderci. Non sei l'unica ad avere questi poteri nella Terra, anzi, nell'universo. Ce ne sono altri» disse, voltandole le spalle e cominciando a camminare in tondo, guardando i suoi passi, per poi riprendere. «Il mondo non sa neanche della loro esistenza, si nascondono tra le ombre e cercano di vivere una vita serena. Codardi, penso. Ma è una loro scelta. È una tua scelta».
Si voltò a guardarla dritto negli occhi, e continuò «Puoi continuare a rendere la tua vita inutile, o diventare qualcuno di davvero importante. E se scegli la seconda opzione, raccogli i tuoi cocci e fai quello per cui sei stata creata. Combatti».
Fury smise di camminare e le si posizionò un'altra volta davanti. Lei cerco di comprendere a fondo il discorso che le aveva appena fatto. Skoll aveva smesso di ringhiare, ogni tanto si guardava intorno ma più di tutto guardava Skadi, che era rimasta immobile nella sua posizione a indugiare sul da farsi. Lei si guardò le mani, riflettendo su quanto potere avesse dentro di sè e di cosa poteva essere davvero capace. Non aveva mai capito se potesse considerarlo un dono o una dannazione. Prima che l'agente le si presentasse aveva un semplice scopo nella sua vita: trascorrerla tranquillamente e al largo dai problemi che le sue abilità potevano causare, a lei e a chi le stava attorno, studiando per laurearsi e trovare un lavoro, e chissà, magari un giorno riuscire a crearsi una famiglia. Ora, si era appena resa conto di poter fare molto di più. Non sapeva di quali minacce parlasse Fury, e di quante altre persone come lei ci fossero sulla Terra, ma se accettare la proposta significava avere l'occasione di conoscere se stessa, questa volta per davvero, allora tanto valeva prenderla in considerazione.
Cosa ne pensi, Skoll?
Non mi fido, ma le sue non sono cattive intenzioni. Non per adesso. Stai attenta.
Skadi si voltò verso il suo amico di sempre. Anche lui sembrava darle il via libera, e se non percepiva brutte intenzioni allora poteva fidarsi, almeno in parte.
«Accetto»
«Accetti?»
«Sì, accetto. Ma voglio avere tutte le informazioni necessarie, non voglio che mi sia nascosto nulla, e soprattutto il mio lupo è compreso nel pacchetto.» aggiunse, indicando Skoll, che ora la stava affiancando.
«Non penso che ci saranno problemi. Faccia le valigie, le darò il tempo di salutare la sua famiglia, tra una settimana qualcuno verrà a prenderla e la porterà alla base, dove inizierà l'addestramento» concluse l'agente, voltandosi e iniziando a camminare nella direzione da cui era arrivato. Valigie? Addestramento? Skadi iniziò a seguirlo.
«Aspetti, cosa? Dovrò andare via di casa? Ho l'università a cui pensare, non posso lasciare gli studi, e mia nonna è anziana, non può stare senza di me, chi se ne prenderà cura?»
Skadi riflesse su cosa questa scelta avrebbe comportato, e non aveva voglia di lasciare sola l'unica persona che le era rimasta sempre accanto. Come glielo avrebbe spiegato? Margaret non sapeva nulla di tutto ciò, che cosa avrebbe potuto dirle? 'Ciao nonna, vado in una base militare di spionaggio per uccidere i cattivi con i miei super poteri telecinetici'? Fury sembrò averla letta nel pensiero.
«Non si preoccupi, lo S.H.I.E.L.D. ha già provveduto a tutto. Ha una settimana. Arrivederci, Turner».
L'uomo si allontanò, e con lui tutti gli agenti che fino a quel momento erano rimasti nascosti nella fitta boscaglia, mentre lei e il suo lupo rimasero lì, immobili, a guardarli andare via.
«Torniamo a casa, Skoll» si rivolse al lupo. Quello sbuffò e cominciò a correre verso casa.

𝐆𝐎𝐃 𝐎𝐅 𝐖𝐈𝐍𝐓𝐄𝐑 | MarvelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora