Capitolo 6 Ricordi persistenti

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Due giorni prima della serata del Gala

<< Alla buon'ora Mr.Jackson!>> esclamò il colonnello Foster allargando le braccia.

<< Perdonate il mio ritardo colonnello ma ho avuto un piccolo contrattempo e successivamente anche un incidente mentre mi incamminavo verso casa>> si giustificò mortificato Percy prendendo posto al tavolo dove anche i suoi amici lo aspettavano in silenzio.

<< Un incidente! Ah! E che genere di incidente, se posso chiedere?>> domandò scettico il colonnello.

Mr.Foster e sua moglie avevano accolto calorosamente in casa propria Percy e i suoi cugini Jason Grace, Leo Valdez e Frank Zhang, dopo la morte del padre di Jason che li ospitava fin da quando erano bambini. Foster essendo amico di Mr.Grace si assunse la responsabilità della tutela dei ragazzi che non ne erano affatto entusiasti. Il colonnello era una persona apatica, presuntuosa e saccente, sua moglie d'altro canto era la donna più sciocca che avessero mai incontrato, come la maggior parte di quel villaggio non faceva che cinguettare tutto il dì con le sue frivole amiche. Non sapevano cosa ci trovasse il loro buon zio in quella famiglia, probabilmente erano amici solo perché si conoscevano sin dall'infanzia ma non credevano che Mr.Grace lo facesse di certo per piacere. Non avendo figli, quindi, avevano adottato i quattro poveri ragazzi che si ritrovarono a traslocare da una città imponente come Londra ad un paesino ricco di pregiudizi e pettegolezzi come Oxford.

<< Durante la strada ho accidentalmente scontrato una fanciulla di passaggio, naturalmente mi sono accertato che stesse bene prima di continuare per il mio cammino>> disse Percy in attesa che il vecchio lo congedasse.

<< Ah! Ma che sconsiderata! Al giorno d'oggi non forniscono nemmeno un'educazione adeguata alle donne! Un tempo sì che erano ben sottomesse, sì! Ricordo quando riconoscevano a pieno l'autorità dell'uomo in confronto alla loro>> ribadì sprezzante bevendo dal suo bicchiere.

Percy strinse i pugni talmente forte per controllarsi che le nocche gli si colorarono di bianco.

<< Veramente colonnello sono stato io a scontrarmi con lei non l'opposto, la ragazza non ne ha alcuna colpa>> non conosceva la suddetta fanciulla ma era inammissibile come Mr.Foster disprezzasse le donne. L'avrebbe difesa lui dato che la ragazza in questione non poteva essere presente. "Il genere sottomesso" come se quel testone avesse delle qualità in più. Al momento avrebbe potuto elencare come minimo una decina di donne superiori a quell'essere balordo e villano ma evitò di dar voce ai suoi pensieri o non sarebbe mai uscito da quella stanza, probabilmente.

<< Come ti pare. Vi devo annunciare, ragazzi miei, che un mio conoscente, Mr.Harris che abita in una villa nel vicinato, darà un ballo e al suddetto Gala tutta la nostra famiglia è stata invitata. Anche lui ospita delle ragazze...>> si fermò come per riflettere con quale buonsenso il vicino avesse deciso di accogliere delle donne invece che degli uomini in casa propria, poi continuò con un'altra discussione sul genere femminile o quanto Mr.Harris avesse cattivo gusto in caso di donne. Aveva giudicato la moglie morta da poco per niente aggraziata e aveva aggiunto qualche parola, senza andare nello specifico, su quanto quella disgraziata della figlia fosse maleducata a stare rinchiusa in casa notte e dì evitando di uscire.

<< ... per questo sono arrivato alla conclusione di considerare un'ottima idea portarvi con me al suddetto ballo con la speranza, magari, che conosciate qualche giovincella, preferibilmente tonta e facile da manovrare, nella serata>> disse pulendosi con attenzione il cibo rimasto incastrato dai denti, immagine che fece rivoltare i ragazzi i quali acconsentirono solo per farlo felice ed essere finalmente lasciati liberi. Quando furono sicuri di poter andare, si ritirarono nella loro camera in silenzio.

<< Quanto odio quel vecchio cervello di gallina! Lo detesto con tutto me stesso, avete sentito il discorso sul genere femminile e come sottometterlo? Per me è fuori con la testa quello!>> disse appena entrato in stanza Leo.

<< Sì Leo, ma non possiamo farci nulla, non voglio parlare di quel vecchio possiamo cambiare argomento?>> chiese Frank gentilmente.

<< A proposito... Perce, uno scontro con una fanciulla eh?>> domandò sinceramente curioso Jason.

<< Giusto amico, che storia è questa?>> aggiunse Leo ma vedendo che il suo amico non era attento alla conversazione urlò poi:<< Percy? Percy! PERCY! Terra chiama Percy Jackson!>>

<< Scusate ero distratto, di che parlavate?>>

<< Pensavi ad una certa fanciulla incontrata per strada?>> disse malizioso Jason.

<< No, in realtà stavo pensando a tutti i modi per spaccare la faccia a quel vecchio senza cervello ma ora che ci penso anche quella è stata una stramba avventura>> disse fissando un punto nel muro.

<< Che intendi per stramba avventura?>> chiese Frank.

<< Ero di fretta, non l'avevo minimamente vista, era buio e non mi sono soffermato sul suo aspetto, mi sono solo accertato che stesse bene. Ho colto solo il suo sguardo smarrito e il colore dei suoi occhi che mi ha letteralmente spiazzato... non erano di una tonalità ben definita, mi ricordavano più... un mare in tempesta, ecco>> rifletté Percy immerso nei ricordi.

<< Però! Quanti dettagli abbiamo, non l'avevi scontrata senza vederla? Qualcuno si è innamorato qui>> lo cantilenò Leo.

<< Non essere sciocco, non ci si può innamorare certamente in tal modo da un momento all'altro, non siamo in una fiaba e non credo nel destino o smancerie del genere, sono solo rimasto colpito da un particolare che la costituiva tutto qui. La cosa davvero bizzarra è che, quello sguardo, era troppo familiare per non averlo mai visto. Avevo la netta sensazione di aver incontrato già quella ragazza>> spiegò l'amico stendendosi sul proprio letto.

<< Se lo dici tu! Comunque il ballo è dopodomani e credo che ci saranno tante belle fanciulle con cui distrarsi, dimenticherai questi occhi color tempesta in un baleno, credimi!>> esclamò Leo sedendosi su una sedia.

Passarono altri minuti a parlare finché la stanchezza prevalse su di loro e si addormentarono, la prima immagine che Percy rivide nella sua mente appena socchiuse gli occhi, fu quello sguardo che non riusciva a smettere di rincontrare nei suoi ricordi. Lì, prima di addormentarsi definitivamente, pensò che non lo avrebbe mai dimenticato.

La melodia del tempo ( Eroi dell'Olimpo, dopo Gea)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora