Capitolo 8 Nei meandri dell'oscurità

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Ormai mancavano solo due ore all'inizio del ballo e Leo, Jason, Percy e Frank si stavano preparando per l'occasione.

<< Odio vestirmi elegante! Mi dona un'aria troppo formale che non mi si addice per niente>> esclamò Leo infastidito.

<< Non è poi così male come sembra>> commentò Jason.

<< Be' ci credo! Indosso ad uno scapolo di un metro e novanta come te! Io sono un nano da giardino a confronto, così sembro letteralmente un pinguino>> disse Leo suscitando risatine generali.

<< Andiamo ragazzi, su col morale! Ci divertiremo, lo sento dentro>>

<< Se lo dici tu Frankie>>

<< Come mai tutta questa positività, Frank?>> chiese dubbioso Jason.

<< Oh! Ehm... nulla di che>> arrossì violentemente il ragazzo chiamato in questione.

<< Aha! Allora Aquaman non è l'unico ad essersi innamorato qui, eh?>> si interruppe immediatamente Leo appena realizzò le sue parole.

<< Aquaman? Da quando mi chiami così? Ma soprattutto... come ti è venuto in mente un soprannome così bizzarro?>> domandò stupito Percy.

<< In realtà... non lo so, insomma... mi è venuto spontaneamente come se lo dicessi sempre>> spiegò stranito. Decisero di far cadere l'argomento riconcentrandosi su Frank.

<< Quindi? Vogliamo il nome>> disse Jason all'amico.

<< Oh! Non sono minimamente innamorato ma oggi pomeriggio ho fatto una piacevole chiacchierata nell'ufficio di Mr.Jones->>

<< Il vecchio scorbutico che riscuote le tasse?>> lo interruppe Leo.

<< Sì, lui. Stavo dicendo... Ah sì! Ho incontrato una piacevole e divertente compagnia e abbiamo parlato fino all'arrivo di Mr.Jones. Niente di che ma mi ha rallegrato la giornata>> tenne a precisare Frank.

<< Possiamo sapere il nome di questa misteriosa compagnia?>> chiese Percy curioso.

<< Ha detto di chiamarsi Hazel Levesque, alloggia da Mr.Harris con altre due compagne>>

<< Ma è meraviglioso Frankie! Magari stasera la rincontrerai>> disse entusiasta Jason.

<< Può darsi>> rifletté il ragazzo. Una voce interruppe bruscamente la loro discussione: il colonnello Foster voleva che scendessero al piano sottostante perché erano quasi in ritardo e "un gentiluomo non si fa MAI aspettare, prima di tutto ad un Gala di classe come quello". Si avviarono con aria allegra verso l'uscita e si prepararono ad affrontare la serata.

Presero la prima carrozza che li aspettava accostata vicino l'entrata di casa e partirono. Arrivarono a villa Harris dopo una ventina di minuti e una volta all'entrata si persero di vista: c'era troppa gente, la sala principale era notevolmente affollata quindi rimanere sempre uniti risultava difficile.

Leo avviò una conversazione con qualche conoscenza che aveva riconosciuto ma, annoiato da quella situazione, ne approfittò per esplorare la casa. Non sapeva se gli era permesso ma nessuno se ne sarebbe accorto con quella confusione generale.

Salì varie rampe di scale, ormai era solo da un po' ed uno strano silenzio lo avvolgeva. Si udiva da alcuni piani sottostanti un certo vociare in sottofondo ma non era fitto quindi ne approfittò per avventurarsi meglio nei meandri della villa.

Il secondo piano era ricco di porte che erano per la maggior parte camere da letto molte delle quali non ospitate. Quella villa era assolutamente enorme! Nulla in confronto alla casa in cui abitava lui al momento attuale. Presto si perse ed anche il vociare in sottofondo svanì. Era completamente solo, doveva essere arrivato al terzo piano il quale gli apparve parecchio più inquietante dei precedenti: gli arredi erano poveri e antichi ma consumati come se ci vivesse ancora qualcuno cosa letteralmente impossibile dato l'isolamento del piano in confronto agli altri. Si addentrò ancora di più nel corridoio illuminato da pochi candelabri soffermandosi sui quadri ricolmi di polvere. Ritraevano una famiglia felice composta da tre persone tra le quali riconobbe solamente Mr.Harris. Davvero strano. Provò a ritrovare l'uscita ma invano. Man mano che camminava lo scurore s'infittiva e il tutto diveniva sempre più inquietante. Giunse poi ad un lato del terzo piano meno macabro del restante: le pareti erano ricoperte di vernice bordeaux con dei disegni eleganti più scuri, molti più candelabri ornavano gli scaffali che erano meno impolverati, sembravano quasi curati da qualcuno che ospitava spesso quel lato della casa.

<< C'è qualcuno?>> la sua voce riecheggiò tra le pareti della casa. Che sciocco! Ora parlava anche con i muri! Era ovvio che non abitasse nessuno in quella parte della villa ma si dovette ricredere quando una voce terrorizzata interruppe le sue riflessioni.

<< Chi siete? Non dovreste essere qui>> un timbro femminile. Leo trasalì visibilmente. Non riusciva a individuare la sagoma della ragazza che aveva appena parlato la quale aveva deciso di rimanere all'oscuro confondendosi con le ombre.

Si ricompose velocemente dicendo:<< Scusate non volevo invadere il vostro spazio, sono Leo Valdez e molto probabilmente mi sono perso>>

<< Non doveste essere qui. Nessuno viene mai in questa parte della casa>> rispose la voce.

<< E'per caso vietato? Qualcuno dovrà pur venire, non sarete sola tutto il giorno spero>>

<< Vietato? Oh no. Ma in molti hanno paura di trovarci qualcosa di macabro... colgo dal vostro comportamento che non siete un ragazzo che segue i pettegolezzi e il vociare generale>>

<< No, non lo sono. Perché dite così? C'è forse qualcosa che dovrei sapere?>>

<< Non che dovrebbe, no. Sono innocua anche se molti dubitano a crederlo. Comunque, non dovreste curiosare così tanto durante un Gala, è cattiva educazione mancare per così tanto tempo, sapete?>> disse insolente la ragazza.

<< Oh! Allora, se è per questo motivo anche voi dovreste scendere ai piani sottostanti... Ma capisco che in questo momento ciò a cui ambite è allontanarmi anche se non ne comprendo il motivo>> disse Leo curioso.

<< Piuttosto sareste voi che dovreste avere voglia di andarvene>>

<< Scusate, mi trovo meravigliosamente qui a parlare con voi in tutta serenità al di fuori dal chiasso creatosi di sotto, non vedo perché dovrei andarmene>>

<< Siete un ragazzo davvero strano>> disse stupita la voce.

<< Perdonatemi se ve lo domando così esplicitamente ma trovo piuttosto angusto conversare con una voce e non con una persona. Perché non vi mostrate alla luce e mi confessate il vostro nome?>> domandò sempre più impaziente Leo.

<< Dovete promettere, però, di non dire a nessuno che avete incontrato la figlia di Mr.Harris, lo dico per la vostra reputazione e per infierirmi tranquillità personale>> disse la fanciulla. In quel momento, Leo, collegò tutto. Anche se, ora che ci pensava più attentamente, la figlia di Mr.Harris non coincideva minimamente alle descrizioni che i cittadini le attribuivano: era una ragazza espansiva, un po'insolente ma originale, per niente ordinaria, curiosa e cortese. Decise che per il suo benessere avrebbe fatto come gli aveva chiesto.

<< Lo prometto>> giurò solennemente.

Una figura di una fanciulla poco più bassa di lui con una lunga treccia color caramello, un abito candido, occhi espressivi e a mandorla fuoriuscì dalle ombre e si fece avanti.

<< Io sono Calipso, la figlia di Mr. e Mrs. Harris>>

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Spazio autore
Ehilà genteeee! Oggi vi lascio con questa apparizione di Calipso tanto attesa, anche se piuttosto scontata. Come passerete il capodanno? Io ovviamente in famiglia in modo ristretto ma si spera in un anno migliore. Buon anno ragazzi e grazie di tutto❤️

La melodia del tempo ( Eroi dell'Olimpo, dopo Gea)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora