Capitolo 13 La combattente dalla candida voce

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<< Piper stiamo camminando da ore! Almeno dimmi dove vuoi andare!>> esclamò Hazel in preda alla stanchezza.

<< All'anagrafe>>

<< Perché stiamo andando all'anagrafe?>>

<< Per scoprire il nome di questo Jason che mi ha ascoltata>> Hazel si bloccò a quelle parole e per poco non venne investita da una carrozza. I suoi capelli ricci svolazzavano al vento mentre fissava stranita l'amica.

<< Pensavo te lo volessi lasciare alle spalle>> disse poi mentre Piper sbuffava con i suoi occhi caleidoscopici ricolti verso l'alto.

<< Ho cambiato idea, devo almeno sapere il suo nome, no? L'ultima cosa che desidero è incontrarlo ma... andiamo! Sono solo curiosa non mi guardare così!>> sbottò arrossendo allo sguardo studiante di Hazel.

<< Hai idea di quanti Jason esistano in questa città?>> Hazel spostò lo sguardo oltre l'amica e vide un qualcosa di orripilante. Sbiancò notevolmente e Piper si chinò verso di lei.

<< Be' cercheremo per un po' allora! Cosa c'è Haz? Tutto okay?>>

<< Parli del diavolo e spuntano le corna come si suol dire>> sussurrò la fanciulla dagli occhi ambrati che assunsero un'espressione preoccupata, avvilita.

<< Chi sono?>>

<< Quei ragazzi sono: Percy, Frank e Leo>> disse Hazel.

<< Oh...>> s'impietrì Piper << ma non è detto che ci sia anche lui, no?>>

<< Non ne ho idea ma Frank mi sta salutando e siamo obbligate ad avvicinarci che ti piaccia o no>> disse avviandosi verso i ragazzi ignorando le proteste dell'amica.

<< Ciao ragazzi>>

<< Hazel! Che piacere>> sorrise cordiale Frank mentre gli amici si presentavano a Piper che ricambiava il saluto cercando di mascherare il nervosismo.

<< Abbiamo conosciuto Annabeth, vostra sorella, è davvero una ragazza adorabile>> disse Percy indicando se stesso e Leo.

<< Sì, lo è davvero>> rispose cordiale Piper.

<< Oh! Ma che peccato che Jason non ci sia! Avrei voluto presentarlo a Piper>> disse fingendosi dispiaciuta Hazel.

<< Non preoccuparti, dovrebbe essere...>> si guardò intorno Leo per poi sorridere << qui.>>

<< Qui? Dove qui?>> parlò Piper girandosi. Vide un ragazzo alto che superava il metro e ottantacinque di qualche centimetro, i capelli biondi e corti, gli occhi curiosi, gentili, azzurri come l'oceano. Sorrideva verso di loro e la scrutava curioso.

<< Piper, lui è il nostro amico Jason Grace>> Grace. Quindi era questo il suo cognome.

<< Piacere>> disse affondando le unghie nei palmi fino a farli sanguinare.

<< Hai un aria così familiare... non ci siamo mai visti prima?>> domandò Jason.

<< No. Non credo proprio>> si affrettò a rispondere.

Poco dopo

<< Leo>>

<< Mmh?>>

<< Per caso ti ricordi se abbiamo mai incontrato Piper prima di oggi?>> Jason non riusciva a pensare ad altro. Era sdraiato sul letto assorto nei suoi pensieri.

<< No. Almeno io non l'avevo mai vista>>

<< Non so, quando mi sono avvicinato... mi sono sentito strano come se la conoscessi da una vita ma non riuscissi a riconoscerla. Avvertivo uno stranissimo senso di familiarità... non so se mi capisci>>

<< Sì... sì ti capisco>> rispose Leo abbassando lo sguardo.

<< Cosa intendi?>>

<< Avverto la stessa sensazione con Calipso principalmente ma... ora che ci penso mi è capitata con tutte le ragazze di casa Harris>>

<< Sono sicuro che sia normale, domani chiediamo anche a Hazel e Frank per sicurezza>> si rassicurò Jason.

<< Sì, infatti... non ci pensare>> rispose Leo mettendosi a letto.

<< Jason?>>

<< Sì?>>

<< E se fosse lei? La voce che hai sentito intendo... la familiarità, il suo nervosismo perché era chiaro quanto fosse nervosa quando ti ha visto arrivare, il fatto che al Gala non l'abbiamo notata minimamente>> propose il corvino. Tutti i pezzi di quell'assurda storia combaciavano perfettamente come un puzzle.

<< Non ci avevo pensato... non credo, sai, la ragazza della voce non mi ha visto quindi Piper non avrebbe potuto temermi, sarebbe insensato. Credo che sia solo estremamente timida e poi, l'avrei riconosciuta>>

<< Ma non ha cantato>>

<< Il timbro è comunque quello, l'avrei riconosciuta, anche se non ho fatto attenzione... insomma non può essere lei>> Jason lo disse con un'acuta convinzione nella voce. Ebbe la sensazione che lo stesse dicendo più per se stesso che per Leo.

Non sapeva perché avrebbe dovuto temere che Piper fosse la voce che aveva udito solo qualche sera prima ma quell'idea lo spaventava. Non poteva negare, però, della sua bellezza: gli occhi caleidoscopici e chiari risaltavano tra il suo scuro incarnato così come i capelli. Da quello che aveva sentito non portava mai i capelli legati e aveva una forte personalità: una combattente. Così la immaginava. Così si addormentò, con quel candido pensiero che gli fluttuava nella mente e che lo condusse nelle braccia di Morfeo con un lieve sorriso impresso sul volto.

La melodia del tempo ( Eroi dell'Olimpo, dopo Gea)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora