Capitolo 16 Sapientona e Testa d'alghe

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Annabeth e Percy stavano camminando per il giardino di casa Harris, erano in silenzio eppure, il tutto, non era affatto imbarazzante, almeno lo era meno di quanto si fossero aspettati.

Annabeth adorava quelle siepi, i labirinti scolpiti nei cespugli, piantagioni di ogni genere, il cinguettio dei piccoli volatili che nidificavano tra gli arbusti.

<< Non mi sono mai piaciuti i labirinti>> disse Percy osservando il lungo vialone che gli s'innalzava davanti.

<< Nemmeno io li ho sempre amati, anche se al momento mi sfugge la motivazione. Li ho sempre ritenuti, però, parecchio misteriosi, intriganti e sicuramente perfettamente ingegnati>> rispose Annabeth sorridendogli. Il ragazzo sfoggiò un immenso sorriso.

<< Cosa c'è?>>

<< Nulla, solo che ti illumini così tanto quando accenni ad un argomento di architettura che ti compare uno scintillio negli occhi alquanto pericoloso, affascinante, certo, ma pericoloso>> la ragazza inclinò verso l'alto un angolo della bocca e arrossì lievemente, compiaciuta.

<< Be' lo riterrò un complimento>>

<< Oh devi, certo>>

<< Sei contento di vivere con i tuoi cugini?>> gli chiese dopo un po', improvvisamente agitata.

<< Be'certo anche se, prima, con Mr. Grace, il padre di Jason, tutto era molto meglio ma non mi posso lamentare, sono sicuro che c'è gente che sta peggio>> le spiegò Percy studiandola in volto dove una ruga le era apparsa al centro della fronte per il nervosismo.

<< A te non fa piacere vivere con le tue amiche?>>

<< Oh! Sì, naturale... solo che a volte mi manca la mia famiglia, quasi non ricordo i loro volti come se fossero frutto della mia immaginazione, capisci?>> disse malinconica.

<< Sì comprendo, mi capita lo stesso quando cerco di rammentare invano il volto di Mr. Grace...>> rifletté Percy stupito. Era certo che non gli fosse mai capitato nulla del genere, che strano...

<< Secondo te, Calipso, dovrebbe dire al padre che ora sta meglio? Per evitargli preoccupazioni inutili, sai>> domandò Annabeth.

<< Non so...>> riprese pensieroso << Non la vedo ancora molto propensa ad aprirsi con il mondo esterno, anche se, con Leo vedo che è di una genuinità pura come se tutto fosse normale>>

<< Sì>> Annabeth sorrise solo al pensiero di quei due insieme << anche se, devo ammettere, che quella del quadro è una brutta faccenda>>

<<Non riesco a vedere un nesso valido tra Calipso e la ninfa come se avessi la risposta sotto gli occhi ma non riuscissi ad intravederla perché coperta da un velo, talmente sottile ma presente... mi capisci?>> continuò assorta.

<< No, mi sono perso... sei troppo saggia per me>> Percy fece spallucce con il suo solito sorriso da piantagrane.

<< E allora tu sei una testa d'alghe! Dicevo che non vedo come possano essere uguali... sembrano quasi gemelle>>

<< Ah! Non potevi dirlo così?>>

<< Concedimi la mia dose di filosofia quotidiana>> ribatté lei incrociando le braccia.

<< Va bene! Comunque non lo so, non potrebbero essere lontane parenti? La ninfa Calipso potrebbe essere una sua ava, no?>>

<< Non so, non mi convince questa teoria: sarebbero troppo identiche e i flash di Calipso e Leo non si spiegherebbero, qui c'è qualcosa di più sotto>> rifletté Annabeth.

<< Hai ragione ragazza saggia>>

<< Ragazza saggia?>> Annabeth inarcò un sopracciglio.

<< Da oggi ti chiamerò così. Annabeth... ti devo ringraziare>>

<< Perché dici così?>>

<< Non so... da quando ti conosco tutto mi sembra semplice nella vita, mi stai aiutando tantissimo anche se non so bene secondo quale mezzo. Parlare con te è terapeutico, davvero... e poi, senza di te, sarei decisamente tropo stupido e farei la figura del testa d'alghe, come hai detto tu, troppo spesso>> confessò Percy leggermente imbarazzato. Annabeth, in risposta esibì un sorriso smagliante.

<< Grazie Percy, sei stato carino a dire così ma la verità è che anche tu mi fai sentire bene... sono sempre stata troppo rigida nella mia vita, mi serviva una spintarella e tu me l'hai data insegnandomi anche a divertirmi>> disse Annabeth.

<< Ma davvero? Rigida? Non me n'ero minimamente accorto>> fece la bocca spalancata dalla sorpresa ma lei gli diede un buffetto sul braccio.

<< Attento a quello che dici, testa d'alghe, o ti ritroverai senza un arto>> lo ammonì con un dito alzato minacciosamente verso l'alto.

<< Okay, okay... non c'è bisogno di scaldarsi tanto>> si difese il corvino.

Passeggiarono ancora per diverso tempo tra le aiuole di quel parco tremendamente invitante, finché non accadde qualcosa di davvero bizzarro... una strana luce emerse improvvisamente da un vicolo cieco in cui erano emersi senza accorgersene, dopo: il buio.

La melodia del tempo ( Eroi dell'Olimpo, dopo Gea)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora