Capitolo 15 Scherzo del destino

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Frank stava camminando tranquillamente al fianco di Percy per le vie della cittadina, fischiettava contento mentre l'amico gli rivolgeva occhiate stranite di tanto in tanto.

<<Ehi Frankie, mi potresti dire esattamente dove stiamo andando?>> chiese Percy.

<< Hazel ci ha chiesto di andare a casa Harris urgentemente>>

<< Per "ci", intendi noi? Anche io?>> disse stupito Percy. Naturalmente non vedeva l'ora di rincontrare Annabeth ma di certo non era preparato. L'aveva rivista un paio di giorni prima al parco e avevano chiacchierato a lungo e animatamente fino al calar del Sole, era stato così bene! Tutto gli sembrava più semplice quando Annabeth era con lui, come se si conoscessero da una vita ma lo avessero scoperto solo in quel momento, che assurdità! Avevano molto in comune e lei era estremamente colta, cosa che talvolta lo intimoriva e metteva in soggezione ma vederla così entusiasta con gli occhi che le s'illuminavano solo ad accennargli la trama di un libro un o un monumento di architettura che davvero, Percy, non poteva non esserne incantato.

<< Sì, non so per quale motivo ma ha detto espressamente che gradiva la presenza di entrambi noi, guarda mi ha scritto tutto in una lettera stamattina>> Frank porse il foglio a Percy che la osservò attentamente per poi restituirglielo.

<< E tu sei così felice per...>> ghignò osservando il suo amico arrossire violentemente.

<< Dai Perce! Smettila>>

<< Non ho detto nulla!>> si discolpò alzando le mani.

<< Sapevamo benissimo entrambi cosa tu volessi dire>> lo fulminò Frank.

<< Va bene, ma daiii ammettilo Frankieeeee>>

<< Finiscila>>

<< Frankie>>

<< Smettila, Perce>>

<< Frank>>

<< Percy ti avverto>>

<< FRANK ZHANG>> urlò mettendo le mani accanto alla bocca per fare eco.

<< Non urlare idiota! Va bene, va bene hai vinto>> lo strattonò.

<< Quindi? Sto ancora aspettando, se vuoi lo urlo di nuovo>> propose ghignante.

<< No, no basta grida per oggi. Be'è devo ammettere che sia carina, cortese, gentil->>

<< Ohhh! Il mio amico è cotto>> sorrise malizioso Percy.

<< Cosa? NO! Piantala Percy>> arrossì Frank balbettando.

<< Va bene, come vuoi tu>> affermò ridendo sotto i baffi.

Poco dopo

I due bussarono alla porta, avevano impiegato buoni quaranta minuti per arrivare lì a piedi ed erano esausti. Ad aprire non fu qualcuno della servitù: era la giornata della fiera mensile quindi i domestici avevano accordato il permesso di andarci. Era un ragazzo dai capelli biondi come baciati dal Sole, gli occhi azzurri, lipidi e curiosi che li scrutavano.

<< Buongiorno, siamo degli amici di Hazel>>

<< Certo, ve la chiamo subito>> il ragazzo svanì dietro il portone che si riaprì dopo pochi secondi.

<< Entrate, prego>> varcarono la soglia di casa e si accomodarono nell'atrio dove Piper, Hazel e Annabeth li stavano attendendo.

<< Per fortuna siete qui! Leo e Jason sono arrivati qualche ora fa e dato che ormai c'erano dentro anche loro abbiamo chiamato anche Piper e Hazel e quindi, naturalmente, anche voi>> spiegò frettolosamente Annabeth invitandoli a salire le scale al suo seguito.

<< Non capisco, Annabeth, di che cosa stai parlando?>> domandò confuso Percy.

<< Vi spiegheremo tutto dopo, in realtà anche Will e Nico sanno tutto ma solo perché ci servivano come copertura in queste ore di assenza della servitù>> borbottò mentre i due erano sempre più disorientati. Arrivarono all'ultimo piano in un corridoio buio e inquietante ed una volta oltrepassato si ritrovarono in un'ala più accogliente della casa. All'interno c'erano: Leo e una ragazza minuta dall'aria assorta, che non conoscevano, accovacciati in fondo a studiare una specie di tela, nel frattempo, Jason e un giovane dai capelli corvini stavano parlando animatamente tra loro.

<< Alla buon ora!>> esclamò Leo alzandosi. Gli spiegarono tutto a partire da Calipso, del quadro, della storia della ninfa e di quanto assomigliasse alla figlia di Mr.Harris, fino a chi fosse quello strambo ragazzo che emanava puro mistero e tenebre che capirono essere il nipote del proprietario, Nico.

<< Quindi tu sei la figlia di Mr.Harris? Quella figlia di Mr.Harris?>> domandò Percy mentre Annabeth gli scoccava un'occhiataccia.

<< Se intendi quella spossata, pazza, da manicomio, isolata in casa perché depressa dalla morte della madre, allora sì, secondo le credenze popolari, sono prooooprio io>> disse Calipso senza staccare gli occhi dal quadro.

<< Scusa non voleva offenderti>> si scusò Annabeth.

<< Ma quale offesa! Tanto ci sono abituata, non c'è nulla di più fatale dei pregiudizi delle persone ma per questa volta glielo perdono, anche io avrei detto la stessa cosa probabilmente... come ogni umano>> sollevò lo sguardo e con gli occhi colmi di gentilezza analizzò Percy porgendogli il quadro.

<< Ecco, tieni>>

<< Caspita! Sei proprio tu, davvero tu>> disse sbigottito Percy scostando meccanicamente lo sguardo da Calipso alla tela.

<< Eh, già! Che scherzo del destino...>>

Restarono a casa Harris anche per la notte date le ricerche che stavano svolgendo assieme: Mr.Harris era stato più che felice di accoglierli senza, naturalmente, venire a conoscenza che stessero lavorando con sua figlia e soprattutto a causa sua.

La melodia del tempo ( Eroi dell'Olimpo, dopo Gea)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora