Capitolo 9 Una bizzarra familiarità

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<< Come la dea greca?>> domandò Leo stranito. Dopo aver pronunciato quelle parole un piccolo flash si presentò nella sua mente, sentì delle voci e gli si offuscò la vista.

Inizio flashback:

- Ehi, Raggio di Sole! Guarda che sono qui.

- Non chiamarmi Raggio di Sole! Esci da questo buco e vieni subito con me, così ti caccio dalla mia isola!

- Be', visto che me lo chiedi in modo così carino...

- Era una spiaggia immacolata! Guardala adesso!

- Sì, chiedo scusa. Avrei dovuto schiantarmi su una delle altre isole. Oh, aspetta... non ce ne sono!

Fine flashback.

L'espressione di Calipso era confusa quanto quella di Leo, entrambi avevano udito quelle voci terribilmente simili alle proprie ma erano certi di non essersi mai incontrati prima di allora. Decisero di sorvolare sull'accaduto.

<< Sì... anche se non ci avevo mai riflettuto prima d'ora>>

<< Che strano, non conosco nessuno con questo nome eppure mi è così famigliare>> rifletté Leo stranito da quella situazione.

<< Credo che ora dovresti andare, Leo>> disse Calipso << Ti staranno aspettando di sotto e sono sicura che tra un po' i tuoi amici si accorgeranno della tua assenza>>

<< Sì, è stato bello conoscerti Calipso>> disse dispiaciuto di doverla lasciare.

<< Vai o ti crederanno morto>>

<< Sempre meglio di farmi vedere in giro con questa roba addosso>> parlò disgustato indicando i suoi abiti. Calipso scoppiò in una risata sincera che gli fece bene al cuore.

<< E non credere che non passerò più di qui Raggio di Sole, devi ancora spiegarmi parecchie strambe cose sul tuo conto>> urlò uscendo dalla stanza.

<< Non chiamarmi in questo modo! E per la cronaca non lo farò ma ti lascio convinto!>> rispose lei a tono. Leo sorrise tra sé e sé e tornò al Gala più allegro che mai.

Nel frattempo

Percy camminava distrattamente nel giardinetto di casa Harris, la festa era risultata più noiosa del dovuto e aveva anche perso i suoi amici tra la folla. Non era solo a passeggiare ma non c'era nessuno che, secondo il suo occhio critico, valeva la pena conoscere.

Vagabondò altri dieci minuti e successivamente si addentrò di più nella piccola foresta accanto ai campi di fragole. Quel luogo lo rilassava quindi decise di avvicinarsi ancora. Andando avanti tra le siepi scorse un piccolo giardino segreto che fortunatamente era aperto, decise di dare un'occhiata al suo interno ma non vide che era già occupato da qualcuno che in quel preciso istante stava uscendo. In quel periodo gli capitava troppo spesso di scontrarsi con le persone.

<< Scusatemi! In questo periodo mi capita troppo spesso di essere distratta>> disse mortificata la ragazza. Alzò lo sguardo per osservarla: folti boccoli biondi le incoronavano il viso dalla pelle candida, indossava un abito color blu notte che le scendeva pomposamente fino ai piedi dopo aver superato il corpetto di velluto. Il particolare che lo sbalordì di più non fu il senso di familiarità che provava quanto la bellezza dei suoi occhi grigi, gli stessi occhi che aveva rivisto più e più volte nella sua mente in quei giorni: grigi come un mare in tempesta che emanavano un senso di determinazione e in quel momento di mortificazione più totale, le attribuivano uno sguardo acuto, saggio.

<< Voi!>> esclamò sorpreso.

<< Io? Ci conosciamo per caso? Lungi da me essere inopportuna ma non mi sembra di rammentare la vostra conoscenza>> rispose scettica la fanciulla.

<< Oh perdonate la mia maleducazione!>> si scusò Percy << Sono solo sorpreso quanto mortificato di rivedervi. Qualche giorno fa accanto al negozio di Mrs.Carter verso la sera vi ho accidentalmente scontrato, credo... sempre se non vi ho confuso con un'altra persona>> si spiegò il ragazzo con una nota di divertimento nella voce.

<< Oh numi del cielo! Ma certo! Che sbadata che sono. Scusate se ve lo chiedo così esplicitamente ma in che modo avete fatto a riconoscermi?>>

<< Avevo notato i vostri occhi in passato e non ho mai avuto il modo di dimenticarli da quella volta, per questo vi ho riconosciuto immediatamente>> la ragazza assunse un leggero rossore distinguibile anche nel buio della sera.

<< In effetti ora che ci penso la vostra voce mi è familiare>> disse lei sorridendo.

<< Temo di dover andare adesso, spero di rivedervi>> si congedò la fanciulla prima di sparire dietro le siepi.

Mentre tornava al Gala Percy era vittima di un tumulto di emozioni contrastanti tra loro: stupore, confusione, dispiacere, allegria. Stava cercando disperatamente Jason tra la folla ma non lo trovò in nessun luogo ma intravide Leo chiacchierare con Frank e una ragazza che molto probabilmente doveva essere la famosa Hazel di cui parlava spesso il suo amico. Entusiasta di come era iniziata la serata si diresse verso di loro con passo felpato e un sorriso stampato sul volto.

La melodia del tempo ( Eroi dell'Olimpo, dopo Gea)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora