Capitolo 14 Luce Ed Ombra

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Nico stava fissando l’alba in tutte le sue sfumature di colore: arancio, roseo, persino bianco, delle nuvole si stagliavano sopra il Sole mentre sorgeva; sembravano scolpite nel marmo, puro marmo candido. I campi di fragole giacevano sotto quel panorama miracoloso, se un angelo fosse sceso dal cielo non ne sarebbe rimasto sorpreso. Era appollaiato sotto la quercia su cui si era ferito qualche giorno prima e rifletteva sull’incanto di quel paesaggio. Forse era arrivato il momento di andarsene da casa Harris, forse no… lui questo non lo sapeva, voleva solo trovare un posto in cui stare, un posto in cui sarebbe stato accettato per quello che era, qualche amico. Non sarebbe mai stato felice: non aveva nessuno, aveva il brutto vizio si scappare dai problemi della vita evitando di affrontarli, era debole ma faceva di tutto per non mostrarlo creandosi una maschera ricca d’indifferenza, rancore e amarezza. Rancore. Che parola orripilante… Lui era il tipo di persona pessimista e cupa che non poteva restare da solo o si sarebbe auto danneggiato… aveva bisogno di qualcuno di diverso da lui che stesse al suo fianco, un opposto che tanto opposto non era… qualcuno che lo capisse nonostante tutto. Peccato che questo qualcuno non c’era. Non esisteva. E quindi Nico era solo. Solo in un mare di pensieri che lo addoloravano sempre di più. E lui sprofondava, sprofondava, sprofondava fino ad annegare in quelle acque torbide chiamate dolore. Intanto, fissava l’alba. Come se nulla esistesse. Come se tutto lo facesse.
<< Chi non ha luce in viso non diventerà mai una stella… Be’ allora mi sa che rimarrò un’ombra per tutta la vita>> sussurrò tra sé e sé.
<< Non era “Bisogna scoprire la propria ombra per mantener la propria luce?”>> Nico si voltò. Will lo fissava mentre si sedeva accanto a lui.
<< Non ti facevo un tipo mattutino, né da citazioni se posso dire>> continuò.
<< Potrei dire lo stesso di te>> Nico ritornò a concentrarsi sull’alba.
<< Non è meraviglioso?>> sussurrò il biondo scrutando l’orizzonte.
<< Sì, lo è>>
<< Allora, dimmi Nico di Angelo, cosa ci fai a quest’ora del mattino qui?>>
<< Non è chiaro? Guardo l’alba>> Will scoppio in una sincera risata scuotendo il capo. Nico anche accennò un sorriso sul suo pallido volto.
<< Sì, naturale ma perché?>>
<< Tu perché sei qui?>>
<< Guardo l’alba>> il biondo si alzò e si appoggiò sul tronco dell’albero iniziando ad analizzare tutti particolari della corteccia.
<< Scappo>> non sapeva il motivo ma le parole gli erano uscite di bocca senza che lui potesse minimamente avere il controllo su di esse. Will non si sorprese. << Tu?>>
<< Fuggo>> Nico si accigliò.
<< Tu fuggi? Non sei il classico tipo ottimista, solare e posso fare tutto grazie all’amore?>>
<< Tutti fuggiamo e nessuno può fare tutto. E’impossibile>> disse con un sorriso amaro Will. Un sorriso che non gli si addiceva, stonava sul suo viso sereno.
<< Tutto è impossibile finché non viene fatto>>  Nico sorrise a Will. Pensò che erano più simili di quanto avesse creduto.
<< Tu da che cosa scappi? O da chi?>>
<< Dalla vita e dal tempo>>
<< Sì, sono due tipetti agili, cerchi di scappargli finché non ti acchiappano e ci rimani tra capo e collo>> Nico si voltò a guardarlo. Incrociò il suo sguardo e lo lesse. Era semplice leggere lo sguardo di Will come se lo avesse fatto altre mille volte e non fosse mai stato abbastanza.
<< Non ho una casa, non ho una famiglia né amici, non ho forza di volontà, sono solo, non ho influenza, né beni, non ho tempo per sistemare gli innumerevoli errori che ho commesso edi cui, sinceramente, non mi ricordo nemmeno più, né una vita per ricominciare… quindi scappo>> disse Nico riposando lo sguardo sull’alba per non far notare l’unica lacrima sfuggita al suo controllo.
<< Oggi un mio amico è morto>> Nico si girò a guardarlo mentre il Will solare e spensierato lasciava spazio a quello malinconico che abbassava lo sguardo verso il basso per non sostenere quello del corvino. << Era malato. Molto malato. Sputava sangue. Io sono un medico, il suo medico. Non ho capito in tempo che malattia avesse e stanotte è morto. Non so perché io te lo stia dicendo, non ti conosco nemmeno da tanto tempo ma sei un tipo sveglio, di cui ci si può fidare e io mi fido di te, Nico>> continuò poi.
<< Non è colpa tua se il ragazzo è morto, Will. E’la vita e nella vita fa bene cadere a volete. Cadere non è un fallimento. Il fallimento è rimanere là dove si è caduti>> Will soffocò una risata a quelle parole.
<< Socrate? Davvero?>> sorrise alzando il capo con gli occhi arrossati.
<< Socrate. Davvero. Sei forte Will, ti rialzerai pian piano e diventerai più forte poi continuerai a fallire ma lo farai meglio>>
<< Grazie Nico. Sai ti ci vedo come medico, dovresti aiutarmi con degli speciali in infermeria>> Nico sorrise.
<< Sì, perché no>> i due s’incamminarono verso la casa ad alba inoltrata. Parlarono per ore e ore di questo, questo e questo fino a che il loro tempo non scadde e si ritrovarono a ricadere nell’oblio l’uno senza l’altro. Ma caddero meglio.

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Spazio autore
Ehilà gente scusate l'ora ma Wattpad oggi ha deciso di odiarmi più del solito e non mi faceva pubblicare :-/ spero che il capitolo vi piaccia. QUANTO AMO LA SOLANGELOOOO AAAA. Hem hem dicevo... Spero che il capitolo vi piaccia e niente addio guys.
Polly🌹

La melodia del tempo ( Eroi dell'Olimpo, dopo Gea)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora