Capitolo 2 Senso di vuoto

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<< Annabeth! Annabeth mia cara!>> la voce di un uomo echeggiava tra le mura della villa in cui Annabeth e le sue sorelle adottive abitavano.

Quella mattina, la ragazza, si era svegliata di soprassalto con un'emicrania atroce come se si fosse appena svegliata da un terribile incubo, di cui però non ricordava nulla. Letteralmente. Infatti, prima di alzarsi del tutto ci mese una manciata di minuti per ricordarsi tutte le informazioni sulla sua vita nella casa di Mr.Harris e prima! Non le era mai capitata un'assurdità del genere. Aveva la sensazione che tutto avesse un'aria finta.

<< Arrivo Mr.Harris!>> urlò dalla sua spaziosa camera da letto.

Mr. Harris era un pover uomo dell'alta società inglese che purtroppo era rimasto da poco vedovo. Per non rimanere nella solitudine più assoluta aveva deciso di ospitare nella sua enorme villa ad Oxford tre ragazze provenienti dall'America che tenevano ad accrescere i loro studi restando in Inghilterra, a patto che si prendessero cura di lui. Tra queste c'era Annabeth.

In realtà Mr.Harris non era affatto solo. Infatti, egli aveva una figlia seppur nessuno l'avesse mai vista. Strambe dicerie si raccontavano sulla storia della figlia di Mr. e Mrs. Harris e del perché non uscisse mai dalla sua camera all'ultimo piano del palazzo. Alcuni sostenevano perfino che fosse talmente bella che gli uomini al suo passare si incantavano fino allo dipendere esclusivamente da lei. Dicerie e vicende una più inquietante dell'altra a cui di certo Annabeth non era pronta a credere. Non era una superstiziosa e non intendeva divenirlo.

Nonostante tutto, si era affezionata molto all'anziano signore così come le sue due nuove sorelle: Hazel e Piper. Erano due graziose ragazze, della sua età circa, con cui aveva già legato da subito. C'era da ammettere che entrambe possedevano delle qualità da non sottovalutare: Piper era una dea scesa in Terra anche se lei si ostinava a negarlo, con la sua disarmante bellezza e forza d'animo avrebbe potuto far cadere ogni tipo di uomo desiderasse ai suoi piedi come se fossero dei pedoni degli scacchi. Ella, però, era aggraziata quanto umile e pertanto non osava.

Hazel era graziosa e semplice, una ragazzina poco più giovane delle prime due ma altrettanto avvenente. Dolce e carismatica, si distingueva dal suo incarnato scuro, i ricci folti, bruni e due occhi ambrati che la rendevano ancor più attraente se possibile.

<< Annabeth!>> gracchiò sempre la solita voce.

<< Sto arrivando! Ho quasi finito di prepararmi!>> ricambiò la giovane. Dopo aver indossato il corpetto che, come riteneva a precisare, vestiva solo per decoro e non per piacere dato che lo trovava insopportabilmente fastidioso, mise un vestito verde smeraldo che come diceva la sua amica Piper "si intonava perfettamente con i suoi boccoli biondi". Salì le scale e imboccò la prima porta a destra.

<< Buongiorno Mr.Harris, mi avete chiamata?>> domandò con cortesia.

<< Sì mia cara, questa mattina ho avuto un'idea. In realtà un tempo io e mia moglie rispettavamo come minimo due volte all'anno questa tradizione che purtroppo è andata a scemare nel tempo dopo la sua morte>>

<< Ditemi, come posso aiutarvi?>>

<< Ho bisogno che voi e le vostre due amiche iniziate i preparativi per un ballo! E' da tanto che non ne organizzo uno e questa casa mi sembra così spenta, priva di vita, di una luce che un tempo risplendeva in ogni angolo. Spero anche che mia figlia trovi il coraggio di uscire da quella camera maledetta in cui sta sempre rinchiusa>> parlò entusiasta ma allo stesso tempo malinconico.

<< Vostra figlia? Credete che parteciperebbe?>>

<< Non so cosa rispondervi onestamente ma la speranza è l'ultima a morire!>>

<< Capisco, ma non vi aspettate che io balli perché sono assolutamente troppo scoordinata e rovinerei l'insieme>> si difese la bionda con un sorriso.

<< Oh sciocchezze! Dipende tutto dal trovare il cavaliere giusto>> le fece l'occhiolino con fare paterno e prese a canticchiare gironzolando con aria festosa per tutta la stanza. 

Annabeth uscì con un'espressione piuttosto allibita stampata sul volto. Quel vecchietto poteva essere così sfacciato a volte! Tuttavia non lo avrebbe mai deluso, per questo andò a svegliare le sue "sorelle" sperando che non protestassero.

La melodia del tempo ( Eroi dell'Olimpo, dopo Gea)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora