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NOTA DELL'AUTRICE

Io ho scritto questo capitolo ascoltando questa canzone. Se volete, fatela partire anche voi mentre leggete. Buona lettura

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Dopo una noiosissima lezione su non mi ricordo neanche cosa, la Peto ci lascia liberi. Ora ci tocca montare le tende.

-AHIAA! No raga, io non riesco neanche ad abbassarmi- dice Luca, tenendosi una mano sulla schiena.

Tutti scoppiamo a ridere.

-Un ottantenne nel corpo di un quindicenne- commento io, correndo comunque da lui per aiutarlo.

Io e Sofia condivideremo la tenda stanotte. Perché si, siamo persino riuscite a farla rimanere in piedi.

-Dammi il cinque, Cerio- esclamo io, mentre la ragazza sorride e mi da il cinque.

I gemelli vanno sicuramente peggio di noi. Continuano ad inciampare negli orli della tenda e rischiano di infilzarsi con i paletti che servono a montare la tenda.

-Signori Prezioso!- dice il prof Maggi, mettendosi una mano tra i capelli.

-E professò! Non è che tutti i giorni montiamo tende noi!- esclama Andrea, lasciando cadere a terra sia i paletti che la tenda.

Alla fine, Maggi è costretto a fare tutto il loro lavoro.

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-Raga scusate, ma quello è letame?- chiede Ylenia, tenendosi una mano davanti al naso.

-Mi sa proprio di si- rispondo io.

Ed ecco a voi la "fantastica" attività che ci spetta oggi pomeriggio.

Spalare letame!

Un vero spasso, direi.

Ognuno di noi prende una grande pala e, a turno, entriamo in una stalla e togliamo la più grande quantità di letame possibile.

-Io penso di vomitare- commento, trattenendo il respiro mentre svolgo il mio lavoro.

Magnesio, al contrario di tutti gli altri, sembra contentissimo di ciò che sta facendo.

I gemelli, come al solito, non stanno facendo assolutamente nulla.

Se ne stanno poggiati con le spalle al muro, ad osservare tutti noi che lavoriamo.

-La vedete questa? Ve la tiro in testa se non vi mettete a lavorare- li minaccio io, brandendo la mia pala.

I due scattano sull'attenti, e, incredibilmente, iniziano ad aiutarci.

Quando finalmente tutto il letame è stato caricato su delle carriole e accuratamente buttato sulla paglia, possiamo riposarci.

Mentre tutti noi restiamo coricati all'ombra di un grande albero, Magnesio corre verso le coltivazioni di pomodori che sono proprio accanto a noi.

Tutti lo vediamo parlare con un pomodoro, cosa che non può non farci scoppiare a ridere.

-Giuro che quando torno a casa compro un peperone e lo porto a passeggio- gli dico io, non appena torna a stendersi con noi.

-Ecco, fai bene. Sarà molto più buono quando lo mangerai- risponde lui, mentre io scoppio nuovamente a ridere.

Alla fine, il prof Maggi ci dice di alzarci.

Dobbiamo andare a preparare la cena.

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-No, no! Metti più sale!- urlo a Luca, che è l'addetto al sale e al pepe.

-MA POI SA SOLO DI SALE!- risponde lui, portandosi i capelli dietro le orecchie.

-Senti, non sei tu quello che passa pomeriggi interi a guardare i Masterchef di ogni Paese. Tu hai visto Masterchef Australia? O Masterchef Giappone? NO! Quindi stai ad ascoltare me e vedrai che ti faranno i complimenti per il piatto- continuo io, mentre Luca allunga una mano sulla pentola per aggiungere del sale, come chiesto da me.

Alla nostra sinistra, Sofia e Usha stanno preparando la carne.

-Chissà cosa staranno mangiando in collegio quei quattro- dico, con sguardo distante.

-Sicuramente qualcosa di disgustoso- risponde Usha, mentre Sofia e Luca annuiscono.

-Questo è poco ma sicuro- aggiungo io.

Loro iniziano a ridere, mentre il Sole inizia a scomparire dietro a una collina.

Stringo forte il pennarello che ho in tasca.

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-Devo dire che il sale è stato usato perfettamente! Complimenti, signor Zigliana- dice Maggi, servendosi un'altra porzione.

Io alzo un sopracciglio e mi giro verso Luca, che mi rivolge prima il dito medio e poi mi manda un bacio volante.

-Se tutti avete finito, direi che possiamo iniziare a leggere qualche tema-

Noi annuiamo, posizionandoci in cerchio intorno al fuoco.

Quasi mi ero dimenticata del tema. Sulla solitudine.

Alla mia sinistra ho Sofia, alla mia destra Leonardo.

Mentre i miei compagni iniziano a leggere, scopro una parte di loro che non avevo mai visto prima. 

Persino quelli in apparenza più forti, per la prima volta, lasciano allo scoperto le loro fragilità.

Quando Leonardo finisce di leggere il suo tema, dove parla di un fratello minore che soffre di una grave malattia di cui non esiste una cura, io mi ritrovo col viso rigato dalle lacrime.

Non riesco a frenare l'istinto di stringerlo in un abbraccio, solo per fargli capire che io ci sono.

-Non sai quanto mi dispiace...- gli dico, mentre lui cerca di tranquillizzarmi.

Pochi lo avranno notato, ma Leo ha le lacrime agli occhi.

Non può certo rovinare il suo personaggio scoppiando a piangere, ma ha comunque gli occhi lucidi.

Abbraccio anche il fratello, mentre anche altre persone si aggiungono a noi.

-Vi odio quando mi fate piangere- dico, mentre Sofia mi stringe un braccio intorno alle spalle.

Come se le mie lacrime non bastassero, il prof decreta che sarò io la prossima a leggere il tema.

Dopo aver preso un grande respiro, inizio la mia lettura.

In esso parlo soprattutto del periodo buio che ho passato alle medie, quando tutti intorno a me sembrava crollare. Parlo dell'unica amica che avevo in quel periodo, che tutt'ora è la mia migliore amica. Parlo anche di come il collegio mi abbia aiutata in questo ambito.

-"Ormai non ci considero più amici. Siamo diventati una famiglia"-

Con le lacrime agli occhi, accartoccio il mio tema e lo butto nel fuoco.

I miei compagni mi dedicano un applauso. Praticamente tutti stanno piangendo o hanno almeno le lacrime agli occhi.

La serata si conclude tra tantissimi abbracci, alcuni inaspettati.

Infatti, senza nessun preavviso, Rahul si getta tra le braccia del prof, abbracciandolo.

Maggi, in un primo momento, rimane spiazzato. Poi anche lui ricambia il gesto, sorridendo.

Incredibile se ci penso.

Eravamo ventuno ragazzi, che non si erano mai visti e non sapevano niente l'uno dell'altro.

E ora eccoci qui, ad abbracciarci, piangere insieme e dedicarci persino dei temi.

Incredibile come tutto possa cambiare, anche nel giro di una notte.

❝ 𝐓𝐇𝐀𝐓 𝐃𝐀𝐌𝐍 𝐒𝐌𝐈𝐋𝐄 ❞ || 𝑫𝒂𝒗𝒊𝒅𝒆 𝑽𝒂𝒗𝒂𝒍𝒂̀Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora