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-Buongiorno signora. Prego, si sieda qui davanti- dice il preside, non appena io e mia madre entriamo nella sua stanza.

-Buongiorno, signor preside- rispondiamo noi due in coro.

-Bene, signorina Ferrara, si sarà chiesta perché sua madre è qui, non è così? Bene, diciamo che io l'ho convocata. Per parlare un pò di quello che è stato ed è il suo comportamento-

Mia madre mi lancia uno sguardo ansioso, come ogni volta ad un colloquio con un professore. 

Siamo entrambe consapevoli che il mio comportamento, soprattutto a scuola, non è mai stato dei migliori.

-Inizio col dirle che sua figlia non è mai stata la peggiore, dall'inizio del percorso. Anzi, si è sempre classificata tra le prime tre-

Sento mia madre fare un grande respiro di sollievo.

Mi stringe una mano, sorridendo.

-Io l'ho chiamata per via di alcuni episodi in cui lei è stata coinvolta, a causa del comportamento molto forte che sua figlia ha.  Le prendo il più recente. Sua figlia ha tentato di "sabotare" una sua compagna, per far si che non fosse ammessa in questo collegio. Non le nascondo che, Federica, ha rischiato di essere espulsa-

Mia mamma, nel sentire quelle parole, si volta di scatto verso di me.

-Posso saperne il motivo, Fede?- mi chiede, leggermente arrabbiata.

-Fidati, se te lo dico mi dirai sicuramente che è stata una stronzata-

-FEDE!- mi richiama subito lei, mentre le guance le iniziano a diventare rosse.

Senza neanche ascoltarla, mi rivolgo al preside.

-Se glielo deve spiegare, potrei andare fuori?- gli chiedo, alzandomi in piedi.

-Per quale motivo, signorina?- 

-Preferisco fare così- ribatto, uscendo dalla stanza.

Appena sono fuori, poggio la schiena al muro.

Non mi pento affatto di quello che ho fatto.

Sarebbe già stato difficile spiegare a mia madre di tutta la storia con Davide, figuriamoci farlo davanti al preside.

Una volta che avrà capito almeno le basi, potrò spiegarle tutto.

Persa come sono nei miei pensieri, non mi accorgo neanche che la porta dell'ufficio del preside si è aperta.

Mia madre sta venendo verso di me.

Sorprendentemente, ha un grande sorriso stampato in faccia.

-Ti ha raccontato tutto...- esordisco, preparandomi a un infinito discorso da parte sua.

Invece, sorprendendomi ancora di più, mi stringe in un grande abbraccio.

-Fede, io non sono arrabbiata. Capisco quanto questo ragazzo ti piaccia, e va bene così, va benissimo. E' incredibile come tu abbia fatto una cosa del genere per lui. Certo, magari potevi evitare di architettare un piano così maligno, ma...-

Io scoppio a ridere, sciogliendomi lentamente dalle sue braccia.

-Ti ho sempre detto di avere una mente criminale, tu non mi hai mai ascoltato-

-Oh, lo dici tu! So quanto puoi essere malvagia- risponde, ridendo.

-E ora che so tutta la storia, mi torna chiara una cosa. Circa una settimana e mezzo fa, è venuto a casa nostra Mattia-

Nel sentire quel nome, mi si gela il sangue nelle vene.

-Prima non capivo cosa stesse dicendo, ora si. Ha detto che gli dispiace di come ti ha fatto sentire, che ha chiuso tutti i rapporti con Chiara, e che vorrebbe chiarire alcune cose-

-Bene, quando tornerai a Firenze potrai dirgli che io non voglio avere più nessun rapporto con lui-

Mia mamma si blocca all'improvviso, come se si fosse pentita di qualcosa all'improvviso.

-Mamma? Che succede?- le chiedo.

Non l'ho mai vista così, ci deve essere qualcosa che non va.

-Fede...io non ne sapevo nulla. Pensavo...pensavo che ti avrebbe fatto piacere rivederlo dopo tanto tempo...-

Proprio in quel momento, la porta d'ingresso si apre.

In piedi all'inizio del corridoio, c'è lui. 

L'ultima persona che, in questo momento, avrei voluto incontrare.

Mattia.

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DAVIDE'S POV

Sono sdraiato sul mio letto, a leggere un libro trovato in aula, quando il sorvegliante irrompe in camerata.

-Signor Vavalà, mi segua- annuncia, ma non sembra arrabbiato.

Non potrebbe esserlo, anche perché non ho fatto nulla di male.

Mi alzo dal letto, mi raddrizzo il nodo della cravatta e mi infilo la giacca.

Ora che ci penso, questo pomeriggio non ho proprio visto Federica.

Mi metto dietro al sorvegliante, per poi uscire dalla camerata.

Per tutti i cinque minuti di camminata, nessuno dei due fiata.

Finalmente arriviamo a destinazione, ovvero l'entrata del collegio.

Riconosco subito la sagoma di Federica, e immediatamente mi viene voglia di correrle incontro per abbracciarla.

Non appena lei si gira sorridendo, notando la mia presenza, noto che c'è qualcuno dietro di lei.

Qualcuno che non avevo mai visto prima, ma di cui avevo sentito fin troppe volte il nome.

Capisco di chi si tratta.

Mattia.

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FEDERICA'S POV

-Davide!- dico io, grata al mio ragazzo per aver sciolto quell'incredibile imbarazzo che si era creato nella stanza.

Lui mi da un bacio sulle labbra, stringendomi forte tra le braccia.

Poi lancia un'occhiata a Mattia, fingendo (anche abbastanza bene) di averlo visto solo in quel momento.

-E tu sei...?- dice, senza allontanarsi da me.

L'altro si schiarisce la voce, tendendogli la mano.

-Mattia-

Davide squadra con odio la mano del ragazzo, decidendosi infine a stringerla.

Seguono alcuni secondi di imbarazzante silenzio.

E' ancora Mattia a parlare.

-Fede, io...volevo solo chiederti scusa...- dice, abbassando lo sguardo.

Davide si lascia sfuggire un ghigno.

-Oh, vuoi scusarti? Per cosa? Per averla trattata di merda? Per averla fatta stare malissimo? Per averla sostituita non appena non è stata più a tua portata di mano? Per cosa, eh?- sbotta, arrabbiato come non lo avevo mai visto prima.

Io gli poggio una mano sul braccio.

-Dado, calmati...- gli sussurro.

Vedo Mattia deglutire, mentre una scintilla di sudore appare sulla sua fronte.

In questo momento, mi sento proprio come la protagonista di una delle tante storie che leggo su wattpad.

Due ragazzi ai miei lati, che litigano per me.

L'unica cosa diversa dalle storie, è che io non ho alcun dubbio sulla scelta che andrò a fare.

C'è solo un ragazzo per me.

E si chiama Davide.


❝ 𝐓𝐇𝐀𝐓 𝐃𝐀𝐌𝐍 𝐒𝐌𝐈𝐋𝐄 ❞ || 𝑫𝒂𝒗𝒊𝒅𝒆 𝑽𝒂𝒗𝒂𝒍𝒂̀Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora