-15-

2.7K 85 29
                                    

-No no no, Fede. Non devi fidarti così tanto. Ricorda quello che ha fatto. Non puoi crollargli ai piedi solo per un sorriso!- dice Esa, alla quale ho appena raccontato ciò che è successo con Davide. 

-Io vorrei farlo Esa! Ma non ci riesco. Posso dire le cose peggiori su di lui quando non lo ho davanti, ma quando lo vedo...- mi fermo un attimo per prendere fiato.

-...non riesco più ad essere arrabbiata con lui. E ti giuro, lo vorrei con tutto il mio cuore- concludo, mentre lei mi stringe una mano.

-Senti Fede, non ho molta esperienza con i ragazzi, ma una cosa la so. Ti fanno stare male. E tanto. Davide ti ha fatto stare male, e su questo non puoi dire di no. Prenditi una pausa, rifletti, osserva il suo comportamento-

-Tanto alla fine gli correrò di nuovo tra le braccia- rispondo io, abbastanza scoraggiata.

----------------------------------------

-No raga, che è sta cosa?!- urlo alle mie compagne.

Sui nostri letti sono poggiati i nostri vestiti da ginnastica. La parte di sopra è una semplice maglia bianca, ma quella di sotto...

Sono dei pantaloncini rossi, veramente VERAMENTE corti. Sembrerà strano, ma mi sono sempre sentita in imbarazzo indossando dei pantaloncini. Li indosso, notando che è veramente un miracolo se mi arrivano sotto il sedere. Almeno le scarpe sono simili a delle converse, quindi molto più comode e anche più accettabili di quelle che indossiamo ogni giorno.

Vado verso lo specchio per farmi due trecce laterali, quando inciampo in qualcosa. Mi ritrovo con la faccia a pochi centimetri dal pavimento. Sono stata abbastanza veloce da mettere le mani in avanti per non sbattere la faccia per terra. Mi giro, per vedere in cosa sono inciampata. E' in quel momento che noto che un piede di Giulia Matera si è appena ritirato indietro.

-Ops- dice lei, facendo la finta innocente.

Io mi alzo di scatto, nonostante il dolore lancinante alle ginocchia.

Mentre la Matera ride, seppur non seguita da nessuna, io scarico tutta la rabbia accumulata verso di lei in quei giorni. Le tiro uno schiaffo in pieno viso, cosa che la fa indietreggiare di molto.

-BRUTTA STRONZA, NON TI PERMETTERE MINIMAMENTE!- urlo, mentre Sofia ed Esa mi tirano indietro dalle mani.

Lei scoppia a piangere tutto d'un tratto, mentre un segno rosso inizia a comparirle sulla guancia.

-Oh, ora piangi, avvocato? HAI MAI PENSATO COME MI SIA SENTITA IO QUANDO HAI BACIATO DAVIDE? EH, BRUTTA COGLIONA?- le urlo dietro.

-Fede, basta così- mi dice Sofia, accarezzandomi un braccio.

-COSA STA SUCCEDENDO QUI DENTRO?- urla la voce della sorvegliante, che è appena entrata nella camerata.

-Sono pronta, andiamo dal preside- dico io, liberandomi dalla stretta delle mie amiche, ancora rossa in viso dalla rabbia.

Prima di uscire urlo un bellissimo "vaffanculo" a Giulia, cosa che mi procura un'ulteriore sgridata dalla sorvegliante.

Camminiamo fino alla stanza del preside.

-Buongiorno- dico io, sentendomi profondamente in imbarazzo a essere davanti a lui con dei pantaloncini.

-Signorina Ferrara! Non mi sarei mai aspettata di vederla entrare qui dentro. Quello che ha fatto è assolutamente inaccettabile. Tirare uno schiaffo in pieno viso alla sua compagna? Perché mai le è venuto in mente di fare una cosa del genere?- mi chiede lui.

-Vede signor preside, stavo camminando verso lo specchio per potermi fare due trecce, quando la signorina Matera ha pensato bene di farmi uno sgambetto, facendomi cadere a terra. Solo per poco non ho sbattuto la faccia sul pavimento. Come vede ho anche due botte alle ginocchia- rispondo io, indicando i due lividi che mi sono comparsi sulle gambe.

-La signorina Matera ha fatto sicuramente una cosa sbagliata, e lei ha ragione ad essersi arrabbiata. La cosa che non va bene è lo schiaffo che le ha tirato. Per non parlare del linguaggio che ha utilizzato...- continua lui, scrivendo qualcosa su un foglio.

-Per ora, dovrà passare due giorni in isolamento. La signorina Matera, invece, sarà assolta dalla sua carica di rappresentante di classe. Ora segua la sorvegliante nella sua stanza- mi congeda lui.

Io chiedo alla sorvegliante di ritornare un attimo in camerata, con la scusa di dover prendere la mia spazzola.

Quando Giordano mi vede, corre subito verso di me.

-Che ti ha detto?- mi chiede, con voce preoccupata.

-Devo stare due giorni in isolamento, mentre quella cogliona della Matera non sarà più rappresentante di classe- rispondo, andando a prendere sul serio la mia spazzola.

-DUE GIORNI? E io come dovrei stare due giorni senza di te?- dice lui, mettendosi le mani nei capelli.

Io gli sorrido, abbracciandolo.

-Sono solo due giorni, Giò- gli dico io.

-Fede?- dice qualcuno alle mie spalle. Io mi giro, anche se ho già riconosciuto chi ha parlato. 

E' Davide, che ha ancora la tenuta da ginnastica addosso. 

-Cosa cazzo hai combinato?- mi chiede, mentre mi si avvicina.

Non capisco neanche come, ma dopo un millesimo di secondo mi ritrovo stretta tra le sue braccia.

-Ho solamente tirato una sberla a Giulia Matera, niente di che- rispondo io, accarezzandogli i capelli.

Lui ride, lasciandomi un piccolo bacio sulla guancia.

-Non fare altri casini, mi raccomando. Posso sopportare che tu stia due giorni in isolamento, ma non una tua espulsione- continua poi, staccandosi da me.

Io saluto tutti gli altri miei compagni. Tutti tranne Giulia Matera, ovviamente.

--------------------------------------

Sono passati solo cinque minuti da quando sono in isolamento, e già sento la mancanza dei miei compagni. Il preside mi ha assegnato un passo della Divina Commedia da imparare, ma adesso non ho proprio voglia di farlo. Anche se non vorrei, continuo a pensare a Davide. Perché aveva baciato Giulia, se ora praticamente non gliene fregava niente di lei? Per chiederglielo, dovrò aspettare. 

Per quasi tutto il pomeriggio, sono rimasta coricata sul letto e ho dormito come un ghiro. Come sempre, è la sorvegliante a svegliarmi. 

-Signorina Ferrara, è ora di cena- mi dice, mettendomi davanti una testa di gallina bollita con un panino e una bottiglia d'acqua.

Devo resistere per non vomitare. Alla fine, prendo la testa di quella povera gallina e la lancio dalla finestra, facendola atterrare dentro un cespuglio.

Alla fine, la mia unica cena è un panino con qualche bicchiere d'acqua.

---------------------------------------

Saranno ormai quasi le undici di sera, e inizio a sentire delle voci provenire da fuori. Penso con nostalgia ai miei compagni, che si staranno sicuramente divertendo un mondo.

-Fede?- sussurra una voce, che proviene proprio da dietro la porta.

-Sei qui dentro?- continua.

Io mi alzo, troppo curiosa di vedere chi è per resistere.



❝ 𝐓𝐇𝐀𝐓 𝐃𝐀𝐌𝐍 𝐒𝐌𝐈𝐋𝐄 ❞ || 𝑫𝒂𝒗𝒊𝒅𝒆 𝑽𝒂𝒗𝒂𝒍𝒂̀Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora