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-BUONGIORNO SIGNORINE! FORZA! TRA QUATTRO GIORNI TORNERETE A CASA!- ci sveglia la sorvegliante, spaccandoci i timpani, come al solito, con la sua infernale campana.

-Bei capelli- mugugna Esa, con la voce impastata dal sonno, indicandomi.

Io lancio un'occhiata allo specchio davanti a me, che riflette la mia immagine.

I miei capelli sono fin troppo simili alla criniera di un leone che si è appena azzuffato con qualche altro animale.

-Guardati i tuoi. Ormai ti stanno crescendo- le rispondo, scendendo dal letto.

Lei si passa una mano tra quei pochi capelli che le sono ricresciuti.

-La prima cosa che farò appena mi ridaranno la mia valigia è prendere il rasoio e ritagliarmeli a zero-

Io mi allontano, ridendo.

Vedo Valentina che si è appena alzata dal letto, e subito è corsa verso i suoi libri sulla scrivania.

-Buongiorno, Vale- la saluto, mentre lei per poco non si lascia cadere i libri dalle mani.

-Oh, buongiorno Fede. Scusa, non ti avevo sentito arrivare-

Io annuisco, incamminandomi insieme a lei a recuperare dall'armadio le nostre divise.

-Cosa abbiamo alla prima ora?- mi chiede, sfogliando freneticamente le pagine di uno dei libri.

Io alzo un sopracciglio, sorridendo.

-Da quand'è che ti interessano così tanto le lezioni?- le chiedo.

-Da quando ho capito che rischio di non superare l'esame- risponde lei, mentre prende la sua divisa e la lancia sul suo letto.

-Abbiamo Maggi, comunque- continuo, prendendo anche io il mio libro di italiano.

-FORZA SIGNORINE! LA COLAZIONE E' GIA' PRONTA!- grida la sorvegliante, facendoci sobbalzare.

-Ci conviene sbrigarci- dico io, mentre Valentina annuisce.

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-Belle le trecce- commenta Davide, non appena mi siedo accanto a lui in aula.

-Troppo gentile- rispondo, continuando a tormentarmi col dito una ciocca di capelli che continua a sfuggirmi dai codini.

-Ringrazia la parrucchiera, mi raccomando- si intromette Sofia, lanciandomi un pennarello che però colpisce Giordano, davanti a me.

-AO, MA IO NON HO FATTO NIENTE!- urla lui, facendo scoppiare tutti a ridere.

-Fammi indovinare, hai deciso di legarti i capelli solo e unicamente perché sembrano la criniera di un leone, non è vero?- mi chiede Davide, recuperando il pennarello lanciato da Sofia.

-Molto perspicace, Vavalà- rispondo, facendogli l'occhiolino.

-Lo so lo so, sono un genio-

-Ora non ti allargare-

Lui rimane zitto per un pò, probabilmente trattenendo una risata.

-Sai che dovrai aiutare anche me per gli esami, vero?- mi chiede, con quei suoi occhi da cucciolo che sfodera solo quando mi deve chiedere qualcosa.

-Certo che lo so, ma sappi che abbiamo solo due giorni. Dovremmo rimanere praticamene tutta la notte a studiare-

Lui incrocia le mani dietro la testa, continuando a dondolarsi sulla sedia.

-Neanche cinque minuti in sala relax?- chiede, continuando con quello sguardo quasi supplichevole.

-Ohhh, smettila di guardarmi in quel modo. Non riuscirai a farmi crollare-

Lui sbuffa, iniziando a riempire di disegni una pagina del suo quaderno.

-E va bene, ti prometto che mi impegnerò-

-Croce sul cuore?- dico, poggiandomi l'indice e il dito medio a croce all'altezza del cuore.

Il suo sguardo sembra illuminarsi, come quando da bambino tua madre ti dice che sta per portarti nel negozio di giocattoli.

Imita il mio gesto, sorridendo.

-Croce sul cuore-

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-Considerando che mancano veramente pochi giorni agli esami finali, ho deciso che questa sarà una lezione diversa dalle altre- annuncia il professor Maggi, non appena si siede dietro la cattedra.

-Ora arriva il momento dove sceglie un alunno o un'alunna per prendere il suo posto alla cattedra- mi sussurra Davide all'orecchio, mentre continua a disegnare.

-Signor Leonardo Prezioso, vorrebbe venire qui al mio posto?- dice il prof, appena un attimo dopo le parole di Davide.

Lui alza le sopracciglia, guardandomi negli occhi.

-No no, non c'è bisogno che tu mi dica che sono un genio-

-No, infatti non sei un genio. Hai semplicemente guardato tutte le stagioni precedenti di questo programma come il peggio fanboy di questo mondo- lo interrompo io, prendendogli il pennarello di mano e aggiungendo un disegno accanto al suo.

Era un ritratto del prof Maggi, ma col suo solito stile.

Il viso era più allungato, gli occhi più grandi e contornati da occhiaie.

-Hai proprio un debole per le occhiaie, eh?- gli chiedo, ridendo.

Lui annuisce, indicandosi gli occhi.

-Sono particolari, contraddistinguono ogni persona. Ma vengono praticamente sempre nascoste, come se fossero qualcosa di brutto. È per questo che io le inserisco sempre nei miei disegni. Per dimostrare che sono tutt'altro che brutte-

-Wow, sei un vero poeta Vavalà-

Lui alza le spalle, sorridendo. Poi tutti e due restiamo a guardare Leonardo che si siede dietro la cattedra.

Non passa molto tempo prima che il prof lo rimandi a posto, accanto a Valentina.

-Signorina Ferrara, vuole venire lei?- dice Maggi, facendomi sbiancare.

-Non credo di poter rispondere di no, perciò...- rispondo, mentre mi alzo dal banco, lasciando il pennarello a Davide.

Mi siedo sulla sedia in modo neanche tanto composto, per poi prendere tra le mani il libro di italiano.

-Allora, oggi parleremo di Alessandro Manz- VAVALÀ NON LANCI QUELLA PALLINA DI CARTA- inizio, ma mi interrompo non appena Davide alza il braccio, pronto a lanciarmi una pallina ricavata da un foglio di quaderno.

Nonostante la mia richiesta, il pezzo di carta arriva comunque sulla cattedra, con grande tristezza di Davide, che molto probabilmente aveva intenzione di centrarmi in pieno viso.

Gli lancio un'occhiataccia, mentre lui mi fa segno con le mani di aprire il foglio.

Io faccio come mi dice, scoprendo sul foglio la scritta: "Se tutti i prof fossero come te, sarei anche felice di andare a scuola".

Rialzo lo sguardo verso di lui, che mi fa un occhiolino.

-SIGNORINA FERRARA, LE SEMBRA IL CASO DI FLIRTARE CON UN SUO ALUNNO??- grida Giordano, dal primo banco.

-SIETE PIÙ INTERESSATI AD ALESSANDRO MANZONI??- rispondo io, mentre tutto il resto della classe deve trattenersi dal ridere.

❝ 𝐓𝐇𝐀𝐓 𝐃𝐀𝐌𝐍 𝐒𝐌𝐈𝐋𝐄 ❞ || 𝑫𝒂𝒗𝒊𝒅𝒆 𝑽𝒂𝒗𝒂𝒍𝒂̀Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora