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-Sai cosa succederà tra meno di dieci minuti?- mi chiede Davide.

Certo che lo so.

-Sarà il mio compleanno- rispondo, sorridendo.

-Risposta esatta- continua lui, voltandosi un attimo di spalle per prendere qualcosa sul tavolo.

Si schiarisce la voce, continuando a nascondere dietro di lui quello che ha in mano.

-Per prima cosa...mi dispiace. Mi dispiace di averti fatto stare così male. Tu non te lo meriti. E so che tu avrai pensato che a me piaccia Giulia, e...-

-Sai- lo interrompo io -Esa mi ha detto che forse tu non sei più interessato a me. Ora che, volendo, potresti stare con qualunque altra ragazza qui dentro-

-Interessato? Come se tu fossi...un libro, o un film? No, non sono interessato. Sono...- si interrompe un attimo, alla ricerca della parola giusta.

-Ti ricordi quando ti ho detto che saremmo diventati buoni amici?- riprende poi.

Io annuisco, trattenendo il respiro.

-Non c'ho mai creduto, in realtà- continua. Vedendo la mia faccia confusa, si affretta a correggersi.

-Voglio dire, ci credevo solo in un certo modo. Ho lasciato che questa idea si facesse strada dentro di me, ma non l'ho mai sentita veramente. Quando ti ho vista...l'effetto che mi hai fatto non è stato quello che mi potrebbe fare una ragazza qualunque con la quale fare amicizia. I sentimenti che provavo, e ancora provo, verso di te non sono quelli che si dovrebbero provare per un'amica. No. Io sentivo che eravamo fatti l'uno per l'altro, e che anche tu lo avresti capito prima o poi. Ma...-

-Ma cosa?- incalzo io, curiosa di sentire il continuo della sua spiegazione.

-Ma poi ti ho fatto stare male, ti ho spezzato il cuore, ti ho fatto piangere. Mi sono sentito uno schifo, mi sono sentito come Mattia. Pensavo che tu non mi avresti mai perdonato. E ovviamente avresti avuto ragione tu, su tutto. E' stato solo quando ti ho visto baciare Giordano che ho capito veramente quanto tenessi a te. Ed è ancora così. Se tu lo vuoi- conclude lui, riprendendo fiato. 

Io mi avvicino a lui, fino ad essere così vicina da potergli posare una mano sulla guancia. Il suo sguardo è fisso nel mio, come se proprio non riuscisse a separarsene.

- Ho sempre pensato che l'amore ci rendesse stupidi, che ci rendesse deboli. "Amare è distruggere". Ci credevo-

Davide si mordicchia il labbro, ma non riesce comunque a distogliere gli occhi dai miei.

-E poi ho incontrato te. Tu, in un certo senso, mi hai aiutato a scollarmi da Mattia, ad andare avanti e a dimenticarlo per sempre. Se non fosse stato per te, per l'effetto che mi hai fatto, io non avrei mai avuto il coraggio di rispondergli in quel modo al telefono. La vecchia Federica sarebbe di nuovo crollata tra le sue braccia. In quel momento, mi sono accorta che l'amore non ci rende deboli. Fa esattamente il contrario- continuo io.

Il volto di Davide è così vicino al mio, che mi vedo riflessa nelle sue pupille.

-E adesso ti sto guardando- riprendo poi, sorridendo. -E tu mi chiedi se ti voglio ancora, come se io potessi smettere di amarti. Come se potessi essere disposta ad abbandonare la cosa che più di ogni altra mi rende forte. Potresti fare la cosa più terribile di questo mondo, ma io non riuscirei comunque ad odiarti- concludo.

-Sai- dice Davide, sorridendo anche lui. -Tutto ciò mi ricorda molto un libro che ho letto. Penso che lo conosca anche tu. Shadowhunters. Tu in questa storia dovresti essere Clary. E, se tu sei Clary, io sono...-

-Jace- lo precedo io, ricordandomi la storia alla quale si sta riferendo.

-Esatto- risponde lui, togliendomi delicatamente la mano dal suo viso e stringendola nella sua.

-Ricordi cosa disse Jace a Clary? "Io ti amo, e ti amerò fino alla morte. E se c'è una vita dopo la morte, ti amerò anche allora"- dice, colmando tutta la distanza che c'è tra di noi.

-L'amor che move il sole e l'altre stelle- sussurro io, ricordando un'altra frase detta da Jace in quel libro.

Per un altro mezzo secondo, rimango ferma, a guardare Davide sorridere. Poi lo afferro per la camicia e lo attraggo verso di me. Le sue braccia mi si chiudono intorno, quasi sollevandomi da terra. E poi mi bacia...o io bacio lui, non ne sono ben sicura, ma non è importante. Le sue labbra sulle mie sono come elettricità pura. Le mie mani si aggrappano alle sue braccia, stringendolo più forte a me. Sento il cuore di Davide battere forte attraverso la camicia. Il cuore di nessun altro batte come il suo.

Lui mi lascia andare, e io mi ritrovo senza fiato. Mi sono completamente dimenticata di respirare. Lui mi prende il volto tra le mani, formando dei piccoli movimenti circolari con i pollici.

-Buon compleanno Fede- mi dice, per poi mettersi una mano in tasca e mostrandomi finalmente l'oggetto misterioso.

E' un anello, fatto di carta e con un tappo di un pennarello incastonato al centro a mo di pietra preziosa.

Io scoppio a ridere, mentre Davide mi prende una mano e mi infila l'anello al dito.

-Ora sei ufficialmente la mia ragazza- dice poi, dandomi un bacio sulla fronte.

Io guardo l'anello intorno al mio dito.

-Sai, preferisco questo anello che uno swarovski con la pietra più costosa di tutte- commento, poggiando la testa sulla sua spalla.

Lui ride, circondandomi la vita con un braccio.

-E sono 16 signorina. Inizi a diventare grande- dice, con finta voce seria.

-La cosa più importante è che finalmente ti ho raggiunto, signor Vavalà- rispondo io.

-Ancora non in altezza però- ribatte lui, facendomi ridere.

-Torniamo dentro. Penso che anche gli altri ti vorranno fare gli auguri-


❝ 𝐓𝐇𝐀𝐓 𝐃𝐀𝐌𝐍 𝐒𝐌𝐈𝐋𝐄 ❞ || 𝑫𝒂𝒗𝒊𝒅𝒆 𝑽𝒂𝒗𝒂𝒍𝒂̀Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora