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-MA BUONGIORNO MIE CARE SIGNORINE! IL GALLO HA GIA' CANTATO! IN PIEDI!- ci sveglia la sorvegliante, ammazzandoci (come sempre) i timpani con quell'aggeggio infernale.

Segue la nostra solita routine mattutina, anche se questa volta scelgo di cambiare un passaggio.

-Usha, dove avevi nascosto quei pangoccioli?- chiedo, aggirandomi per tutta la camerata.

-Nell'armadio, dentro quel cassetto- risponde lei, sbadigliando.

Ne prendo uno e me lo infilo nella tasca della divisa.

-Almeno la inizio bene la giornata- commento ridendo.

In realtà non potrei essere più agitata. Tra forse meno di due ore, saprò se Davide è dentro o fuori. E sappiamo già il casino che farei nel secondo caso.

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Siamo tutti sotto a un grande gazebo, chi in piedi, chi seduto sulle panchine. 

-Quindi, come si chiamava il padre della regina Margherita?- chiedo a Davide, seduto vicino a me.

-Ferdinando- risponde lui, esitando un attimo.

-Ohhh, e dopo quattro ore ce l'abbiamo fatta!- commento, dandogli il cinque.

-Signor Vavalà, mi segua- ci interrompe il sorvegliante, col suo sguardo inflessibile.

Davide si alza, sistemandosi la polo.

-Torna con quella maledetta divisa, non fare scherzi- gli dico io, prima che lui vada.

Segue una buona mezz'ora, in cui cerco in tutti i modi di distrarmi. Faccio le treccine a Luca, discutiamo con Andreini su se sia meglio Captain America o Iron Man, faccio le gare di corsa insieme a Esa e Sofia, beccandomi anche una sgridata dalla sorvegliante.

Alla fine, sento Luna che urla.

-STANNO TORNANDO! STANNO TORNANDO!- grida, facendomi segno di andare in quel punto.

Io corro verso l'entrata, da dove stanno uscendo i nostri compagni

La prima che vedo è Linda, che ha addosso la giacca del collegio. Il secondo è Alessandro Guida, anche lui con la divisa. Ma il mio cuore fa una tripla capriola quando vede arrivare Davide. Si sta ancora abbottonando la giacca, e sul volto ha un sorriso che va da un'occhio all'altro.

Corro verso di lui, senza neanche pensarci due volte.

Gli piombo addosso, stringendolo tra le braccia. Lui mi prende in braccio, tenendomi stretta a lui.

-Sapevo che ce l'avresti fatta, Vavalà- gli sussurro all'orecchio, mentre il sorvegliante ci prega di scollarci.

-Tutto merito tuo, Ferrara- risponde, dandomi un bacio sulla guancia.

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-Buongiorno a tutti- ci saluta il professor Maggi, entrando in classe.

Io, ovviamente, sono all'ultimo banco, seduta vicino a Davide. Davanti ho Giordano, che per fortuna è riuscito a prendere la divisa, e Marco.

Gli unici a non aver ottenuto la giacca sono Mishel (di cui non me ne frega assolutamente niente), e Luca Lapolla (stessa cosa per lui). Non so come, ma persino Marco è riuscito a superare la prova.

-Oggi- continua il prof -vorrei che voi vi presentaste. Signorina Ferrara, vuole iniziare lei?-

Io annuisco, alzandomi in piedi.

-Io sono Federica, ho quasi sedici anni, vengo da Firenze, ho una sorellina di nove anni e una mamma fantastica, e...- 

-Ok signorina, questa è lei, e si capisce- mi interrompe Maggi -ora vorrei fare questa prova. Ognuno dei suoi compagni potrà farle una domanda sulla sua vita, e lei risponderà. Cristini, vuole iniziare lei?- 

❝ 𝐓𝐇𝐀𝐓 𝐃𝐀𝐌𝐍 𝐒𝐌𝐈𝐋𝐄 ❞ || 𝑫𝒂𝒗𝒊𝒅𝒆 𝑽𝒂𝒗𝒂𝒍𝒂̀Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora