6. Di quando Hugo visitò una (non tanto piccola) reggia

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Il primo giorno a Granada, Hugo vide ben poco della città.

Rose aveva insistito per passare la loro prima mattina in casa, così da permettere a tutti di farsi una doccia e disfare i bagagli; e a lei di scrivere un piano dettagliato di ciò che avrebbero visitato in quelle due settimane.

La ragazza scoprì ben presto che mettere d'accordo così tante persone risultava essere più complicato di quanto avesse pensato.

Tutto quello che Fred voleva fare era comprare all'Alcaicería qualche oggetto illegale o poco comune come souvenir e visitare il quartiere arabo, dove si diceva era possibile farsi predire il futuro da vere veggenti.

Gli interessi di Lily non potevano essere più diversi; dato che la sua principale aspirazione era riuscire ad entrare in un club esclusivo frequentato da giocatori di Quidditch di fama internazionale. Si diceva infatti che il famoso giocatore di Quidditch, Philipp Ma, detto "The Rocket", una volta in pensione, avesse preso la residenza a Granada e da quel momento avesse invitato nel proprio salotto solo i migliori giocatori al mondo, dando delle vere e proprie feste esclusive.

Albus invece aveva interessi meno ambiziosi rispetto alla sorella e voleva sfruttare la sua pausa estiva dal corso di Auror per divertirsi, bere molto idromele, vino elfico e burrobirra; trovare una bella streghetta con coi godere di un fugace e straziante amore estivo; e dormire tutti i giorni fino all'ora di pranzo.

Ciò che incuriosiva maggiormente Hugo era, invece, la storia della città, l'architettura e il Palazzo dell'Alhambra, che sperava vivamente di poter visitare, anche se ciò voleva dire mescolarsi ai turisti babbani e limitare l'utilizzo della magia per qualche ora.

Scorpius e Morgan, che erano a Granada già da qualche giorno e che avevano avuto modo di visitarla durante una precedente vacanza, qualche anno prima, non avevano particolari richieste e si erano proposti di fare da ciceroni agli altri.

Rose aveva preso appunti fitti fitti su un foglio, a mano a mano che ognuno raccontava ciò che avrebbe voluto fare nell'arco delle due settimane. Appena il flusso di parole e richieste cessò, la ragazza posò la penna babbana, si prese il capo tra le mani e sospirò: «Vedrò cosa posso fare», disse con un filo di voce, prima di estrarre l'agenda che aveva sempre con sé, la guida di Granada e iniziare a studiare un possibile piano d'azione, per incastrare tutti i loro interessi.

«Lo sai, vero, che non c'è bisogno di...», iniziò a dire Scorpius, con un leggero sorriso sulle labbra, deciso a far capire alla propria ragazza che stressarsi in quel modo sarebbe stato a dir poco controproducente, ma Rose lo fulminò con un'occhiataccia: «Silenzio, altrimenti non riesco a concentrarmi!»

Scorpius sollevò gli occhi al cielo, poi osservò il gruppetto di ospiti di fronte a lui, i quali si guardavano intorno con un misto di curiosità e meraviglia.

Hugo doveva ammettere che, quando Rose gli aveva assicurato che la casa in cui avrebbero alloggiato sarebbe stata abbastanza grande da ospitare tutti quanti, non le aveva creduto.

Certo, sapeva che Malfoy era ricco e che discendeva da una famiglia Purosangue che nei secoli aveva comprato immobili un po' in tutto il Mondo Magico, ma chissà perché quando erano arrivati di fronte a quella che assomigliava a una semplice casetta a schiera bianca e col tetto rosso, uguale a molte altre in quella via, si era appunto aspettato di emergere — una volta oltre l'uscio — in un ambiente comune e semplice.

Forse proprio perché colto alla sorpresa, la meraviglia che provava nel guardarsi intorno era maggiore di quella che avrebbe provato se avesse tenuto a mente fin da subito quanto fosse ricca la famiglia Malfoy.

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