Il sabato mattina trascorse in quello che ad Hermione parve un battito di ciglia; tra una veloce colazione con il direttore della Gazzetta del Profeta e un pranzo di beneficienza a casa di Anthony Goldstein, Hermione tornò nella sua stanza del Paiolo Magico nel primo pomeriggio, con un terribile mal di testa e gli occhi che le bruciavano per la stanchezza.Era ormai da una settimana che soggiornava in quella stanza molto semplice e spartana; con giusto un letto in cui poter dormire, un comodino con una abat-jour, un armadio stretto e poco capiente, una piccola scrivania e una seggiola in legno tarlato. L'unico elemento decorativo della camera consisteva in un quadretto dalla cornice nera, che raffigurava un deserto campo di papaveri rossi dolcemente mossi dal vento.
Le prime volte Hermione si era spaventata nel notare quella macchia rossa con la coda dell'occhio, poi aveva imparato a non farci caso e ora trovava quasi rilassante il dondolio dei papaveri sul verde del prato.
Hermione sapeva che era arrivato il momento di trovarsi un vero e proprio appartamento — era da giorni che il pensiero la tormentava nei momenti meno probabili — ma l'idea di andare avanti, di gettarsi ciecamente nelle mani di un futuro che ancora non era riuscita a prevedere con chiarezza, la destabilizzava.
Eppure non poteva continuare a vivere in quel limbo che si era creata; dove era ancora una donna sposata senza esserlo per davvero, dove aveva un alloggio che non era veramente suo.
Perché continuava a crogiolarsi nell'incertezza e nell'insoddisfazione? Nostalgia? Paura del futuro?
Hermione si sfilò il mantello, lo appese all'appendiabiti accanto all'ingresso ed estrasse dalla borsa della spesa ai piedi del letto una bottiglia di vino bianco — acquistata due sere prima, quando aveva pensato di trascorrere la serata ad ubriacarsi, ma aveva finito coll'addormentarsi prima ancora di aver aperto la bottiglia.
Le bastò un semplice incantesimo per rimuovere il tappo in sughero, poi si sedette contro la testata in legno del letto e rimase immobile, con il collo della bottiglia stretto in una mano e l'espressione persa ad osservare il quadro di papaveri, accanto alla porta.
Prese un primo sorso con gesti incerti, saggiando quel vino tiepido con una smorfia di ribrezzo in viso, ma accogliendo il bruciore dell'alcol, che le si propagò fino allo stomaco, con gratitudine.
Non aveva mai amato molto bere alcolici, soprattutto se fuori dai pasti e ad orari improbabili della giornata, ma sentiva di aver bisogno di un po' di coraggio liquido per fare quello che aveva deciso di fare quella mattina, appena aveva aperto gli occhi: ridare un senso alla propria vita, partendo magari dal firmare le carte del divorzio.
Lo sguardo le si posò subito sulla ventiquattrore, che si trovava sulla piccola scrivania che occupava un angolo della stanza, dove sapeva trovarsi il plico di fogli che Ronald le aveva fatto recapitare in ufficio giorni prima; fogli che non aveva ancora letto per intero e che temeva non sarebbe mai riuscita a firmare.
Chiuse per qualche istante gli occhi, poi prese un altro sorso di vino e premette la nuca contro la struttura scomoda della testiera, sentendo il legno scavarle contro la pelle delicata della nuca.
In un primo momento pensò a Draco Malfoy e alla cena della sera prima. Di tutto si sarebbe aspettata da quella cena, tranne scoprire così tanti retroscena della vita passata dell'ex Serpeverde o venire a sapere che sua figlia e il figlio di Malfoy erano da anni una coppia.
Hermione prese nuovamente un sorso di vino.
Aveva cose più importanti a cui pensare in quel momento, ma si ritrovò, suo malgrado, a ritornare con la mente alla sera prima e alla sensazione di pace e appartenenza che aveva provato in compagnia di Draco Malfoy.
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Amori segreti
FanfictionHermione Granger, 45 anni, sposata con Ronald Weasley, è diventata, da poco più di un anno, Ministra della Magia e passa la maggior parte del suo tempo a lavoro. Ginevra Weasley, 43 anni, è casalinga, nonché moglie dell'illustre Harry Potter, il Sal...