2. Di quando Hugo, Rose, Lily, Albus e Fred arrivarono a Granada

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2. Di quando Hugo, Rose, Lily, Albus e Fred arrivarono a Granada


Hugo Weasley-Granger non sapeva una parola di spagnolo e continuava a chiedersi perché avesse accettato, senza pensarci almeno due volte, di seguire la sorella maggiore in quella vacanza.

Certamente la Spagna, per quel poco che aveva visto durante il tragitto da Malaga a Granada, su un velocissimo autobus Nottetempo, aveva un clima piacevole e un paesaggio interessante.

Rose aveva passato la maggior parte del tragitto sulle spine, e Hugo poteva immaginare il perché, anche se la sorella non gli parlava quasi mai di quello che le passava per la testa.

Rose era innamorata.

Hugo era sempre stato un bambino "sensibile", motivo per cui molti ritenevano che fosse stato erroneamente smistato in Grinfondo, quando la sua vera casata di appartenenza sarebbe dovuta essere Tassorosso.

In realtà Hugo era semplicemente meno portato, rispetto ad altri suoi coetanei, al Quidditch, in primo luogo perché era sempre stato terrorizzato dalle altezze e in secondo luogo perché — malgrado gli sforzi — non era mai stato in grado di far sollevare una scopa da terra per più di qualche secondo; era meno interessato a materie scolastiche quali Difesa contro le Arti Oscure o Pozioni, dove gli capitava spesso di sbagliare gli incantesimi da lanciare o di confondere gli ingredienti da aggiungere, per pura disattenzione; era meno portato ad apprezzare semplici attività quali le gite ad Hogsmeade, dove era possibile rimpinzarsi di dolcetti di Mielandia e comprare qualche stranezza nel negozio di Tiri Vispi Weasley.

Sommando tutte quelle sue "stranezze", che lo rendevano alquanto unico e quasi anormale per un Grifondoro, molti suoi coetanei, in particolare un paio di Serpeverde sempre pronti a creare zizzania, avevano iniziato a chiamarlo "il Tasso mancato".

Hugo, al quale non importava poi molto l'opinione altrui, aveva imparato ad ignorare quei commenti o a rispondere con qualche battuta sagace se ne aveva voglia, per poi tornare subito dopo ad immergersi nella lettura di qualche libro.

Perché se Hugo aveva preso qualcosa da sua madre, era proprio la passione per lo studio, oltre agli ingestibili capelli castani e ricci e al suo infallibile intuito.

Intuito che lo aveva aiutato, negli ultimi mesi, a scoprire che Rose doveva essere certamente innamorata. Come avrebbe potuto non rendersi conto dei sospiri, degli sguardi persi ad osservare pareti vuote e dei sorrisi distratti che incurvavano a volte le labbra di sua sorella?

Scoprire la relazione segreta di Rose era stato fin troppo facile per Hugo; gli era bastato unire tutti i pezzi di puzzle che distrattamente la sorella lasciava dietro di sé: le lettere scritte al lume di candela senza che mamma o papà lo venissero a sapere durante le estati, i cioccolatini che riceveva per San Valentino ad Hogwarts il sesto e settimo anno, le continue visite ad Hogsmeade "da sola", le ore e ore trascorse a studiare in biblioteca, ma quando la si cercava, Rose non si trovava mai nel regno di Madama Pince, gli occhi sognanti che aveva quando qualcuno parlava di Scorpius Malfoy e soprattutto la sua mania di difendere a spada tratta ogni Serpeverde, anche il più infimo e crudele.

Quando Hugo aveva fatto sapere alla sorella di essere a conoscenza del suo segreto, Rose era arrossita, aveva provato a negare, poi aveva ammesso tutto, confermando a Hugo di essere effettivamente innamorata di Scorpius Hyperion Malfoy da tre anni ormai, aggiungendo però di non essere ancora pronta a farlo sapere a mamma e papà e che quindi era necessario che Hugo mantenesse il segreto per un po'.

Hugo, che era sempre stato una frana nel mantenere segreti, soprattutto a sua madre e suo padre, si era dovuto armare di coraggio, buona volontà ed esercitarsi ore e ore allo specchio per trovare un'espressione che non lasciasse intuire il senso di colpa che provava all'idea di dover mentire.

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