Mi sento lo stomaco in subbuglio per il fatto di dover rimanere in auto con Harry per non poco tempo. Ho paura di poter dire qualcosa di sbagliato, di infastidirlo anche solo con del silenzio. Vorrei poter costruire una conversazione e ridere fin quando non arriviamo a casa, ma so che la troppa ansia che ho non me lo permetterebbe mai.
«Buon ritorno a casa.» Mi augura l'infermiera. Le sorrido amichevolmente ed usciamo dall'ospedale raggiungendo la sua auto non molto lontana nel parcheggio.
Quando siamo entrambi entrati in auto, prendo più coraggio possibile e parlo.
«Harry, volevo solo dirti.. uhm.. grazie.» Non riesco a sostenere il suo sguardo, abbassando il mio sulle mie mani incrociate in grembo, imbarazzata.
«Non c'è di che.» Mi sorride e mette in moto l'auto. «Allaccia la cintura, Alaska.» Ordina.
Ubbidisco, sentendomi meglio quando anche se non direttamente, prova a tenermi al sicuro.
Né io né Harry riusciamo a far nascere altre conversazioni, facendo cadere la precedente in un silenzio assordante. Guardo fuori dal finestrino, le gocce che iniziano a cadere incessanti sull'auto, le piante che si piegano a causa del forte vento. Le case sfrecciano velocissime sotto i miei occhi. Alzo lo sguardo al cielo, nonostante non sia ancora molto tardi, le stelle iniziano a scoprirsi, e la luna, ancora fioca, fa capolino tra le nubi scure. Vorrei poter vedere il mondo da quell'altezza. Esternamente, godendomi le scene di chiunque fosse quaggiù. Ma vorrei anche far parte della vita di tutte queste persone, sapere cosa provano, cosa pensano. Vorrei vivere la vita di Harry dal suo interno, sapendo cosa prova ogni giorno ad ogni ora. Vorrei far parte della sua vita. Vorrei che lui desideri ciò che desidero io tanto quanto me. Le stelle sono ben visibili ora, la luna non è più visibile dato che è nascosta dietro le nuvole, e la pioggia non accenna di fermarsi. La strada è ancora lunga davanti a noi.
HARRY
Alaska si è addormentata da un po' sul sedile alla mia sinistra, dopo essersi persa nei suoi pensieri. Sembra più piccola, vista nella posizione in cui sta, ma rimane sempre bellissima.
Sento la vibrazione del mio telefono il quale si illumina dall'arrivo di un messaggio. Essendo appoggiato in uno degli spazi tra i due sedili, riesco a vedere che è da parte di James, ma non riesco a leggere cosa ha scritto. Dovrà aspettare che arriviamo a casa.
Alaska si muove sul suo sedile cambiando posizione, girando il viso dalla parte del finestrino.
Lo schermo del mio telefono si illumina di nuovo, questa volta avendo una chiamata in arrivo. Rispondo.
«Pronto.»
«Amico, devi arrivare immediatamente.»
«Ora non posso, Brandon.»
«Sam ti ha sfidato, amico. Devi essere qui.»
«Cosa vuole?»
«Alaska.»
«Dove siete?» Serro la mascella e stringo la presa sul volante, facendo diventare le nocche bianche.
«Alla palestra abbandonata.»
«Digli di non andarsene, sto arrivando.»
«Va bene.»
Chiudo la chiamata dopo aver salutato Brandon e accelero la corsa verso casa di Alaska.
ALASKA
Sento improvvisamente del gelo colpire la parte sinistra del mio corpo e poi essere presa in braccio. Apro leggermente gli occhi e riconosco Harry, che mi sta stringendo a se. Siamo arrivati a casa, il che mi rassicura, è tutto finito. Harry mi appoggia a terra davanti la porta, e lascia annegare i suoi occhi nei miei.
«Grazie.» Sussurro, arrossendo alla sua vicinanza. Abbasso lo sguardo a terra, troppa energia si scatena tra noi.
Harry mi alza il mento con un dito facendo scontrare di nuovo i nostri sguardi. Preme fugacemente le sue labbra sulle mie e strofina poi il suo naso contro il mio.
«Ciao.» Sussurra con un sorriso.
«Ciao.» Rispondo, vedendolo poi correre verso la sua auto e sfrecciare via.
HARRY
Raggiungo la palestra dove Brandon mi ha detto di trovarsi. Non riesco a capire perché Sam voglia proprio Alaska. Ha così tanto fottuto culo da poter avere chi vuole, perché deve proprio volere lei?
Parcheggio l'auto non molto vicino all'entrata, ed entro, respirando immediatamente la tensione che impregna l'aria. Brandon sta discutendo con Sam, sono anche presenti Sally e le sue amiche, sedute in un tavolo nascosto nell'oscurità con una bottiglia di whisky. Mi intrometto tra Brandon e Sam, sapendo perfettamente che sono io la persona che Sam vuole.
«Cosa vuoi, Kingson?»
«Il tuo amico non te l'ha detto, Styles? Credo tu sappia bene ciò che voglio, o meglio, chi.»
«Non l'avrai mai.» Serro i pugni, pronto a sganciarne uno sulla sua faccia.
«Chi me lo impedisce, Styles?» Mi provoca, con il suo sorriso del cazzo in faccia.
Tutta la parte razionale nella mia mente si annulla, facendo sopraffare la parte più oscura di me. Sento i miei occhi scurirsi, diventare neri come la pece. Gli salto immediatamente addosso, facendolo cadere a terra con me sopra. I miei pugni, pieni di rabbia, colpiscono ripetutamente la sua faccia, facendo uscire del sangue da parecchi punti.
Le mie spalle vengono prese e allontanate dal suo corpo dolorante, facendomi alzare in piedi. Sam resta accasciato a terra, emettendo versi di dolore.
«Styles, una settimana. Una settimana e giuro, faccio sparire quel sorriso dalla tua faccia. Tra una settimana, qui.»
«Aspettami, ci sarò.» Sputo, andandone via, impaziente che la settimana passi.
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Hey hey, you!
That chapter is all new!Che rima assurda, va bene.
Hoolaaaaa
Allora ragazze, ringrazio davvero tanto tutte voi che mi state seguendo anche in questo secondo libro, love ya.
Domandina: cosa fareste se due ragazzi litigassero per voi?
Io andrei tra le braccia del ragazzo che amo, che si fotta l'altro.
Amatemi perché questo capitolo è più lunghino del mio solito standard.
Lysm
Lots of love, Maddy.
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Realized
Fanfiction"Sai quella sensazione di non respirare più dalla troppa felicità?" Second book of the Right Number Trilogy. © 2015 All Rights Reserved Maddalena Temperini. Imagined and created by me.