HARRY
Il fatto che Alaska mi abbia seguito mi innervosisce e non poco. Perché avrebbe dovuto? È vero che le ho raccontato una cazzata, ma questo per proteggerla da un lato non piacevole della mia vita. Ho paura di cosa mi dirà, se vorrà parlarmi ancora. Ci sono troppe cose che dimostrano il fatto che non sto andando ad una visita come le avevo detto, il più evidente è la presenza di Brandon, penserà che ho preferito il mio amico a lei, ma non è così, le spiegherò tutto e spero mi capirà, anche se questo vuol dire che dovrò raccontarle del mio passato, cosa che avrei voluto risparmiarle per molto tempo ancora.
Avanzo verso Londra, non manca molto, lanciando occhiate allo specchietto retrovisore a intervalli regolari per assicurarmi che l'auto di James non sia dietro la mia e, per mia fortuna, non c'è, ma non credo Alaska abbia una meta diversa dalla mia.
«Amico non pensarci.» cerca di allontanare quel pensiero per me, ma invano.
«È inconcepibile, ma hai ragione, ho cose più importanti a cui pensare.» Ammetto colpendo il volante, infastidito.
«Esatto, concentriamoci su cosa dovremo dire una volta arrivati.»
Una volta entrati in città, spengo il navigatore, sapendo a memoria dove si trovi il tribunale e lo raggiungo, parcheggiando la mia auto non molto distante. Usciamo entrambi dall'auto e incontriamo il nostro avvocato appena fuori l'entrata.
«Salve, ragazzi.»
«Salve, John» risponde Brandon, io ricambio con un accenno di capo.
«Pronti?» chiede lui, appoggiando la sua mano sulla mia spalla, infondendoci coraggio.
«A metterglielo in culo? Come non mai» rispondo io.
«Calmati Harry, peggiorerai le cose.»
«Cercherò di parlare io John, non preoccuparti.» assicura Brandon al nostro avvocato.
John ci fa strada verso l'aula dove i giudici ci stavano aspettando, non ce n'era bisogno, ricordo bene dove si trova. Entriamo tutti e tre prendendo postazione davanti al giudice Johnson. Lo conosciamo bene.
«Bene, possiamo dare inizio alla sentenza di oggi. Il caso di Styles, lo ricordo benissimo.» sogghigna, infastidendomi notevolmente. «Non ci vorrà molto, Styles ha pagato la sua condanna con degli aiuti socialmente utili per pagare metà della cauzione, l'altra metà, signore?»
«Non ce l'ho ancora.» rispondo bruscamente.
«E cosa ha intenzione di fare?»
«Non sono io il giudice, me lo dica lei.»
«Styles!» mi rimprovera silenziosamente John mentre Brandon cerca di contenere le risate. Mi sto divertendo, sinceramente.
«Ha ragione, deciderò io. Le do due opzioni, voglio venirle incontro. Cinquemila sterline entro due giorni o cinque anni aggiunti di lavori sociali. A lei la scelta.»
«Obiezione, signore!» si alza John.
«Prego» gli da la parola.
«Il mio cliente aveva una cauzione di diecimila sterline, le quali ha pagato in due anni di lavori socialmente utili. Non vedo perché questo aumento della pena.»
«Vede, caro avvocato, il signor Styles, suo cliente, in due anni, sommando le presenze registrate, ce ne sono soltanto a malapena abbastanza da contare un anno di lavoro. Sta ancora a metà, quindi perché non fargli pagare metà della cauzione iniziale in contanti o non farlo tornare ai lavori sociali per altri cinque anni che, in realtà, di cinque ne farà tre in questo quinquennio, quindi avrà saldato la pena.»
«Ritiro l'obiezione.» si risiede aggiustandosi la giacca. «A te la scelta, ragazzo.» mi sussurra.
«Quanto tempo ho per scegliere?» domando.
«Ora.»
«Scelgo i cinquemila in contanti.»
«Cosa?» mi sussurra preoccupato John.
«Perfetto, ci rivediamo tra due giorni, signore.»
«Fa silenzio, John.»
«La sentenza è conclusa.» sbatte il suo martelletto e si alza, andandosene.
Usciamo anche noi, ignoro le innumerevoli domande di John, prenderò i soldi dalla vincita dell'incontro. Devo vincere, non tornerò a fare lavori forzati.
Usciamo dall'edificio, salutiamo John e raggiungiamo la mia auto.
«Cosa ti hanno detto sul tuo ginocchio?» alzo gli occhi da terra. Alaska.
Cazzo, speravo che questo momento sarebbe arrivato molto più tardi. Non ho preparato nessun discorso, nessuna impostazione in cui spiegarle cosa sta succedendo.
«Styles dovrai avere una motivazione più che valida.» sogghigna James. Lo fulmino con gli occhi ma ha dannatamente ragione. Dovrò dirglielo nel migliore dei modi, Alaska era visibilmente furiosa.
«Brandon, torna a casa con Horan»
«Cosa? Cosa, no no no» si innervosisce James, non capisco perché.
«Sì invece, io ed Alaska dobbiate parlare.»
ALASKA
La reazione di Niall alla decisione di Harry mi fa ridere, dato che io so il motivo della sua agitazione. Spero non faranno uscire l'argomento Sally, o sarà guai per Niall.
Entro in auto con Harry, trasformando il compiacimento in furia, spero che la sua scusa sia più che valida.
«Dovrai essere più che convincente.» lo avviso allacciandomi la cintura di sicurezza.
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Saaalve
Son tornata, scusatemi
Come ve la passate?
Io bene daiDomanda del giorno: quali sono stati i vostri regali di natale?
I miei: polaroid, dr martens, globe e un orologio dw
Lusm
Lots of love, maddy
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Realized
Fanfiction"Sai quella sensazione di non respirare più dalla troppa felicità?" Second book of the Right Number Trilogy. © 2015 All Rights Reserved Maddalena Temperini. Imagined and created by me.