-"Prego, signor Pier" mi invita ad entrare Sharon, la donna dei servizi di casa Burn.
La casa è rimasta uguale e in questi tre anni, non c'è stato giorno in cui non sono passato davanti questa villa.
Ogni santo giorno sono passato con la speranza di rivedere lei, la donna che amo.
Ora sono a casa sua pronto a rivederla anche se sono incazzato da morire con lei per avermi nascosto il bambino e sono ancora frastornato dalla chiamata ricevuta da Mike Burn.
Mi blocco sull'ingresso del soggiorno vedendo le due ragazze chiacchierare e ridere.
Faith è cambiata tantissimo. Ora è una donna. È fisicamente cambiata. È più matura e ha le forme un pò più morbide rispetto a prima che le aveva acerbe. Ha sempre il fisico mozzafiato da come posso vedere da una maglia di lana scollata e un jeans attillato.
Entro nel soggiorno e le due ragazze si bloccano guardandomi.
Faith mi guarda ad occhi sgranati e sembra totalmente sconvolta come me.
Il mio respiro si strozza davanti alla sua bellezza e il cuore batte furioso nel petto.
-"Faith?" dico sorpreso e ancora incredulo del suo ritorno.
-"Pier?" dice con un filo di voce tesa e si guarda intorno.
-"Che ci fai qui? Come hai fatto a sapere...?" dice confusa bloccandosi e poi guardando interrogativa la sua amica che scuote la testa negando la sua domanda.
-"Tuo padre" dico soltanto avvicinandomi e fissandola. Leggo la paura nei suoi occhi.
-"Io vi lascio parlare. Ci vediamo più tardi" dice Ellen salutandoci e andando via in fretta senza lasciare nemmeno replicare Faith.
Mi siedo accanto a lei e la fisso intensamente.
-"Pier....io" inizia a dire con voce tremante ma la blocco subito.
-"Perché me l'hai tenuto nascosto? Perché Faith? Ti amavo cazzo!" dico sconvolto alzando la voce e facendola sussultare. Faith mi guarda spaventata mentre le lacrime scorrono sul suo viso.
-"Perché sei sposato Pier. Cosa ti dovevo dire? Avevi e hai la tua vita" dice piangendo. Scuoto la testa amareggiato.
-"Ero sposato. Non lo sono più da oggi. La mia vita è finita quando tu sei andata via Faith. Tutto è finito. Avevo il diritto di saperlo" dico sfinito da tutto, da una vita così grigia e stanca.
-"Avevo paura di una tua reazione. Mio padre nemmeno lo sapeva....fino a qualche giorno fa" dice a testa bassa a disagio.
-"È stata Wanda" le dico serio. Lei alza la testa e mi guarda confusa.
-"Cosa c'entra Wanda?" chiede confusa.
-"È stata lei a chiamare tuo padre e a raccontargli tutto visto che era gelosa di me, di noi e perché mi voleva punire visto che avevo scoperto che mi tradiva" le spiego. Lei mi guarda a bocca aperta.
-"Papà mi ha rispedita qui. Dopo tre anni che mi è stato quasi vicino, appena l'ha saputo mi ha cacciata di casa" dice a testa bassa tirando sù con il naso.
-"Faith?" la chiamo disperato. Lei mi guarda con la mia stessa disperazione e leggo i stessi sentimenti che provo anch'io e che non ho mai smesso di provarli.
-"Tuo padre vuole che riconosca mio figlio se voglio avere l'eredità di mio padre, ma vuole che io stia lontano da te" le confesso la telefonata del padre.
-"Lo sapevo che aveva in mente qualcosa. Non cambierà mai" sbotta nervosa sbattendo le mani sul divano.
-"Non so se ce la farò a starti lontano visto che sei di nuovo qui Faith, ma devo se non voglio perdere tutti i miei soldi che gestisce tuo padre. Nel testamento di mio padre c'è una clausula dove c'è scritto che potrò ricevere la sua eredità monetaria solo con l'arrivo di un figlio. Credo che tuo padre punti anche alla gestione dell'eredità" le spiego serio.
-"Che stronzo. Che tu sia maledetto papà!" dice ad alta voce battendo un pugno sul divano.
-"Che farai?" chiede preoccupata. La guardo negli occhi e le accarezzo una guancia. Mi mancava toccarla e il mio corpo ha una scossa sentendo di nuovo la sua pelle soffice a contatto con la mia mano.
-"Farò quello che mi ha chiesto Faith. Riconoscerò il bambino e staremo lontani" dico semplicemente. Nei suoi occhi leggo delusione.
Anch'io volevo stare con lei e con nostro figlio, magari sposarla anche un giorno.
-"Va bene" dice con un filo di voce abbassando la testa.
-"Togli mio padre come gestore dei tuoi soldi. Gestiscili tu o falli gestire da un'altra persona fidata" dice all'improvviso guardandomi. Sorrido e scuoto la testa.
-"Non è così semplice Faith. Abbiamo stilato anche noi una clausola" le dico con tono amareggiato.
-"Cioè?" chiede curiosa.
-"Fino al compimento del diciottesimo anno del mio primo figlio, lui gestirà tutto. Dopo di che, possiamo sciogliere il contratto che ci lega" le spiego serio.
-"Ma perché cazzo l'hai fatto?!" chiede incredula.
-"Perché all'epoca pensavo che alla fine l'avremmo risolta così visto l'amicizia, ma a quanto pare ora tuo padre ce l'ha con me e devo rispettarla in pieno" dico serio e frustrato.
-"Razza di bastardo" dice furiosa alzandosi di scatto dal divano.
Sharon entra in soggiorno con un bambino in braccio e il cuore inizia a battere ancora più forte e tremo più forte, con un misto di emozioni nel petto.
-"Francesco si è svegliato" dice Sharon a Faith, che prende subito il bambino in braccio.
La mia fotocopia di quando ero piccolo. Stessi capelli folti e scuri e gli occhi scuri. Lo stesso taglio degli occhi e la stessa forma della bocca.
Guardo come ipnotizzato il bambino davanti a me.
Sharon ci lascia da soli e Faith coccola il figlio, nostro figlio, e torna verso di me guardandomi tesa.
-"Ha lo stesso nome mio" dico meravigliato della scelta del nome. Faith si siede poco distante da me e gira il bambino verso di me.
-"Oltre ad avere avuto lui come dono, ho voluto che almeno un'altra parte di te facesse parte della mia vita e ho scelto il tuo secondo nome come nome per mio figlio" dice accarezzando la testolina del bambino e baciandolo sulla testa.
Sorrido e allungo una mano per prendere la piccola mano di Francesco.
Provo una sensazione straordinaria nel vederlo e sentire la sua mano stringere le mie due dita. È così bello, paffutello e perfetto.
E sono anche parecchio terrorizzato visto che mi sono ritrovato all'improvviso padre.
-"Lui è Francesco. Francesco, amore. Lui è tuo padre. Papà" dice dolcemente al bimbo che mi sta scrutando attentamente.
-"Ciao Francesco" dico dolcemente e sorridendo al bambino.
-"È bellissimo Faith. Credo che non ti perdonerò la cosa di avermelo tenuto nascosto per tutto questo tempo. Se tu fossi rimasta qui, ti avrei sposata subito. Mi sono lasciato subito con Wanda appena sei andata via" confesso a Faith disperato immaginando la nostra vita in maniera diversa. Faith sorride amareggiata.
-"Credo che mio padre ti avrebbe ammazzato all'istante" dice sorridendo.
-"Lo credo anch'io" dico sbuffando e poi accarezzo la piccola guancia di Francesco.
Mio figlio.
Ancora non posso crederci di avere un figlio.*********
Fisso ancora incredula Pier accanto a me. È uguale a tre anni fa, forse più maturo. Mi guarda con gli stessi occhi con cui mi guardava un tempo e vi leggo i miei stessi sentimenti.
Amore puro.
Sono ancora sconcertata per tutto quello che mi ha detto e raccontato e sono furibonda con mio padre.
Avevo ragione che stesse pianificando qualcosa in questi giorni e ne ho avuto appena la conferma dall'uomo che amo e da cui devo stare lontana.
Non volevo nascondergli Francesco, ma sapevo che non sarebbe cambiato niente visto che era sposato, poi lui mi ha detto che invece sarebbe stato accanto a me e che mi avrebbe addirittura sposata se glielo avessi detto subito.
Mi pento in questo caso di non averglielo detto e avergli fatto perdere i primi due anni della vita di nostro figlio.
-"Se vuoi fare il test del DNA come da prassi, prima di riconoscerlo, puoi farlo tranquillamente. Non ci sono problemi. È giusto così. Anche se sono stata solo con te e con nessun altro dopo di te" dico sincera fissando i suoi occhi scuri pieni d'amore. Scuote la testa e bacia la piccola mano di Francesco.
-"Non ho bisogno di un test per riconoscerlo. È la mia fotocopia di quand'ero piccolo" dice serio e sincero fissandomi.
Mi crede. Mi ha sempre creduta e si è sempre fidato di me come io mi sono sempre fidata di lui.
-"Sei sicuro?" chiedo per assicurarmi.
-"Sono sicurissimo Faith. Non ho bisogno di prove. È mio figlio. È uguale a me" dice convinto e serio fissandolo.
-"D'accordo. Se un giorno lo vorrai fare, sappi che sarai liberissimo di farlo" dico serena. Pier sorride e mi accarezza una guancia e poi fissa nostro figlio.
-"Voglio che nostro figlio sia amato e felice e che viva una vita serena, non come la nostra triste vita Faith. Voglio che gli doniamo tutto il nostro amore e che non passi quello che abbiamo passato noi per colpa dei nostri genitori" dice dolcemente.
-"Papà" dice all'improvviso Francesco facendoci sgranare gli occhi dalla sorpresa e facendoci ridere.
-"Si, amore mio. Papà" dico dolcemente baciandolo sulla testa. Sorrido e provo un'emozione stranissima nel sentirlo chiamare papà e sento gli occhi pizzicarmi. Fisso Pier che sorride e prende le manine di Francesco e ha gli occhi lucidi anche lui.
-"Mi fa stranissimo" dice incredulo sorridendo.
-"Ti ci abituerai" dico sorridendo. Pier inaspettatamente mi bacia sulla guancia in maniera dolce e poi mi fissa negli occhi.
-"Voglio sapere tutto di lui. Qualsiasi cosa" dice entusiasta fissandolo.
-"Saprai tutto" dico pazientemente.
-"Posso?" chiede teso allungando le mani verso di noi. Sorrido mentre lo guardo.
-"Si, ma rilassati. Anche lui percepisce la tua tensione, il tuo disagio" gli spiego dolcemente. Pier sorride e gli passo Francesco tra le braccia che subito si accoccola addosso al padre stringendo le sue piccole braccia intorno al suo collo.
Piango vedendo quella scena e mi asciugo subito le lacrime quando mi fissa dopo aver riaperto gli occhi e sul suo viso scorrono lacrime. Bacia la testolina di nostro figlio e respira la sua pelle chiudendo di nuovo gli occhi.
-"Ha il profumo più buono del mondo" dice emozionato. So cosa sta dicendo ed è la verità. Il profumo più buono del mondo è il profumo di nostro figlio, della sua pelle.
-"Lo so. Ne sono pazzamente innamorata" dico fissandolo e sorridendo.
-"Anch'io" dice con un filo di voce fissandomi e so che si riferisce anche ad altro.
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SEI L'URAGANO
RomanceQuesta è la storia di Pier Francesco Savini, un uomo italiano, sposato, di ventotto anni e che vive una vita grigia, monotona tra lavoro e sua moglie, in una casa nella zona di lusso a Manchester. Gestisce un club insieme al suo socio greco Kostanti...