Sono chiuso dentro l'ufficio del Moon Club, il club che gestiamo io ed il mio migliore amico e socio greco, Kostantin al centro di Manchester. Sono stanco e frustrato, stanco di questa vita piatta, stanco di un matrimonio di facciata con una donna fredda.
Il mio socio è bello allegro in mezzo ai clienti, soprattutto le clienti donne, che rimorchia una a sera e si da alla pazza gioia.
Io ormai ho abbandonato la vita da playboy quando ho accontentato mio padre sposandomi con una donna fredda in carriera, in una prestigiosa galleria d'arte. Siamo sposati da tre anni, da quando mio padre si è impuntato con me per farmi sposare ed ottenere la sua eredità un giorno, quando lui non ci sarebbe più stato.
Beh, mio padre infatti è venuto a mancare un anno fa e le cose con mia moglie sono peggiorate mano a mano. Il nostro rapporto è costituito in una convivenza, sotto lo stesso tetto, con del buon sesso, almeno quello, e niente più. A parte qualche nuovo cliente che mi porta ogni tanto al club.
Sono il classico imprenditore italiano che fa carriera all'estero e ho ereditato una fortuna dopo la morte di mio padre,tranne i soldi, quelli che un giorno saranno miei se rispetterò una clausola, visto che in Italia e nel mondo mandava avanti una catena di ristoranti.
L'azienda di famiglia ora la gestisce mia sorella insieme a mio fratello e tutto ciò mi va più che bene.
Fisso con assente interesse la fede in oro che porto all'anulare e ogni giorno mi pesa sempre di più. Per quanto la cosa mi pesi, alla fine sono contento da una parte di interpretare il ruolo del marito visto che scopo ugualmente e poi non lo faccio con più donne. Diciamo che ho ritrovato l'equilibrio nella mia vita dopo un'adolescenza difficile per colpa di mio padre assente troppo spesso, una madre morta al parto di mio fratello e una tata a crescerci dentro un'enorme villa alle porte di Roma.
Alzo lo sguardo e fisso la finestra a specchio che da sulla pista del locale, dove solo io posso vedere oltre visto che è oscurato.
Ogni sera organizziamo delle serate con gruppi emergenti, feste di qualsiasi tipo e a tema e devo dire che c'è sempre il pienone.
Mi alzo portandomi accanto alla finestra e guardo in basso tutti quei clienti soddisfatti e felici della serata che stanno trascorrendo. Bussano alla porta e dico di entrare a chiunque sia mentre fisso il gruppo rock che sta cantando questa sera.
-"Signor Savini, il suo amico ha detto di raggiungerlo per favore" mi informa una cameriera giovane, di bell'aspetto, con i capelli castani pettinati in un'acconciatura ordinata e con addosso un pantalone nero attillato ed una camicia nera attillata con sopra il logo del club.
-"Dì al mio socio di non rompere" borbotto continuando a fissare i clienti. Si schiarisce la gola e allora mi giro. E' imbarazzata e rigida. La fisso.
-"Che c'è?" dico spazientito, forse un pò troppo rude e con un filo di accenno romano, cosa che ogni tanto esce fuori.
-"Ecco...a tal proposito. Visto che sapeva che lei si sarebbe rifiutato, ha detto che offrirà gratis qualsiasi cosa a tutti i clienti" dice imbarazzata ed uscendo subito dal mio ufficio.Ma che cazzo.....
Lo fa apposta per spronarmi a stare in mezzo alla gente e a divertirmi, visto che io amo il rifugio tranquillo del mio ufficio e conosce qualsiasi dettaglio della mia vita matrimoniale.
Esco con il cipiglio dal mio ufficio e mi dirigo a grandi passi al piano inferiore, scendendo velocemente le scale ed inoltrandomi in mezzo alla pista immensa per poter raggiungere la zona bar che si trova dalla parte opposta.
Una ragazzina mi sbatte addosso non vedendo dove va e me la ritrovo praticamente tra le mie braccia che la tengono salda in piedi. Rimango un attimo spiazzato a fissarla ed incantato dai suoi occhi verdi. Hai i lineamenti acerbi.
-"Oh finalmente amore. Scusa il ritardo ma c'era traffico" recita imbarazzata avvinghiandosi al mio corpo e baciandomi l'angolo vicino alla bocca suscitando in me un'eccitazione prorompente. Mi sento un attimo scombussolato. Affianco a lei c'è un ragazzino, credo della sua età, forse un anno più di lei.
-"Non mi avevi detto che eri fidanzata" dice rabbioso il ragazzino guardandola truce.
-"Io in realtà ho detto che mi raggiungeva la mia amica qui, Jamie" dice con finta allegria e poi sbuffando.
La tengo ancora tra le mie braccia continuando a recitare questa bizzarra scena adolescenziale. Il corpo della ragazzina è modellato perfettamente, ha le forme al punto giusto ed indossa un abito abbastanza corto da far resuscitare anche i morti.
-"Eri uscita con me ingannandomi" risponde furioso.
-"Jamie sei tu che mi perseguiti da giorni e non lo voglio nemmeno sapere cosa diavolo vuoi da me. Io sono impegnata come puoi vedere" risponde alterata e quando il ragazzo le tira un braccio con violenza e lei cerca di allontanarlo, allora io intervengo.
-"Se non l'hai capito è impegnata con il sottoscritto. Lasciale il braccio prima che ti sbatto fuori a calci nelle palle" dico brusco staccando la mano del ragazzo dal braccio della ragazza che è ancora più spalmata addosso a me. Il mio uccello si è svegliato stranamente, sentendo il corpo di questa ragazzina addosso al mio mentre io la tengo in modo possessivo al mio fianco.
-"Sei una stronza Faith" dice ad alta voce per poi andarsene.
La ragazza sospira e si affloscia all'improvviso, incurvando le spalle in avanti. Io invece sono ancora teso. La scosto dal mio corpo e si gira imbarazzata, con le guance color porpora, i capelli castani mossi scompigliati, le labbra piene dischiuse ed un sorriso tirato.
-"Che diavolo era?" sbotto irritato.
-"Chiedo scusa. Non volevo metterti di mezzo, ma Jamie mi perseguita dalla mattina alla sera e non so cosa si sia messo in testa" dice imbarazzata.
-"Sei troppo piccola per stare ancora in giro a quest'ora ed in locali come questo" dico rabbioso.
-"E poi vai in giro e reciti spesso la fidanzata di qualcuno con il primo che ti capita a tiro?" continuo sempre con lo stesso tono. Lei mi fissa imbarazzata.
-"Grazie mille e scusa ancora.....E poi io ho diciassette anni. E comunque no. E' stata la prima volta e mi dispiace" dice irritata. Ghigno alla sua risposta e scuoto la testa.
Mi infilo le mani in tasca per camuffare la potente erezione che potrebbe vedersi tramite il vestito che indosso e per non afferrarla di nuovo tra le braccia e portarmela di sopra e scoparmela di violenza sulla scrivania.
-"Torna a casa ragazzina" le dico spazientito e fisso lo sguardo sul mio socio che mi fissa interrogativo. Mi allontano dalla ragazza e raggiungo il mio amico.
-"Tu non offrirai nulla a nessuno. Omar dammi un whisky" dico brusco sedendomi accanto a lui. Lui scoppia a ridere fissandomi.
-"Chi era la ragazza?" domanda curioso. Sono appoggiato al bancone con un gomito e prendo il bicchiere che Omar mi poggia davanti. Bevo un sorso e scrollo le spalle.
-"Non lo so. Una troppo piccola per stare ancora in giro a quest'ora e per locali come questi. Aveva problemi con un tizio" dico con tono svogliato e fissando la pista, trovandola seduta ad un tavolino insieme ad un'altra ragazza. Guardo il mio amico e socio.
-"Ha un bel fisico però..." dice fissandomi. Sbuffo e bevo in un solo sorso tutto quello che ho nel bicchiere.
-"Sono legalmente impegnato Kos" dico esasperato ancora una volta dalla sua voglia di trovarmi qualcuna con cui spassarmela, ma io ho smesso da tempo e sono fedele a mia moglie, anche se la nostra non è una storia idilliaca.
-"Si lo so, ma quella vipera con cui vivi ti sta usurpando tutte le energie amico" dice sbuffando. Sospiro.
In effetti ultimente mi sta succhiando tutte le energie e mi aspetta sempre sveglia per poter fare del sesso spinto. Mi passo le mani in faccia e sento tutta la stanchezza addosso.
-"Non lo so cosa si è messa in testa, forse a modo suo mi vuole bene in fondo " dico rassegnato e alzandomi dallo sgabello. Gli batto una mano sulla spalla in segno amichevole.
-"Finisco in ufficio e torno a casa" dico sospirando.
-"Ok, chiudo io. Buonanotte" dice prima di concentrare la sua attenzione sulla rossa che balla e dimena il sedere sotto i suoi occhi.
Alzo gli occhi al cielo e attraverso di nuovo la pista per poter salire velocemente le scale che portano agli uffici.
Entro nel mio, chiudendomi dentro e torno a lavorare. Il telefono squilla dopo un paio di minuti. Sospiro frustrato quando leggo il nome di mia moglie. Prendo il telefono in mano e dopo vari squilli decido di rispondere.
-"Dimmi Wanda"
-"Tesoro è tardi e tu non ancora rincasi a casa. Ti aspetto sveglia" dice con una voce troppo allegra e che a me snerva. Ha già programmato tutto.
E' da un pò che si è messa in testa di volere un figlio, ma io non sono d'accordo. Come crescerebbe con due genitori come noi, dediti alla carriera? E poi, io non lo voglio, non sono pronto e non vorrei mai fare un figlio e farlo crescere come sono cresciuto io con una tata.
-"Sto lavorando. Tra poco torno" dico rassegnato.
-"Ottimo Pier. Ho una voglia di averti dentro di me" sussurra smuovendomi qualcosa, seppur in modo lieve.
-"A dopo" dico brusco riattaccando la chiamata. Mi passo le mani tra i capelli e sulla barba lunga ma in ordine.************
-"Oh, si amore....così!" dice mia moglie ad alta voce dopo una spinta brusca e profonda.
-"Si....oh si cazzoooo!" urla mentre la prendo velocemente sul tavolo della cucina e la sbatto forte.
Sono stranamente eccitato.
Troppo eccitato se ripenso alla ragazza che ho avuto tra le braccia al locale. Non che mia moglie non mi stimoli e non sia bella. Anzi, è una bella donna dai capelli biondi, dalle curve perfette che mantiene grazie alla sua alimentazione sana e ci sa fare alla grande.
Le metto una mano in gola, possedendola mentre sono a denti stretti e la scopo selvaggiamente fino ad esplodere fuori sul suo addome e sul suo seno pieno. Bacio con irruenza Wanda e poi la aiuto ad alzarsi dal tavolo per portarla poi nel bagno della nostra camera.
-"Sei così focoso maritino mio. E' proprio vero quello che si dice allora, sugli italiani" dice con un sorrisino tastandomi gli addominali con le sue unghia rosa e bianche laccate.
Ghigno e la spingo sotto il getto dell'acqua calda. Lei deve lavarsi e io ho bisogno di una doccia per lavarmi l'odore del sesso e togliermi la stanchezza addosso.
Mia moglie prende il mio uccello in mano, che stranamente stasera è bello in forma e pimpante, e lo massaggia da sopra a sotto strozzandomi il respiro mentre chiudo gli occhi e ripenso alla ragazzina. Impreco mentalmente e prendo in modo rude Wanda, sbattendola contro le piastrelle della doccia e possedendola in modo selvaggio facendola urlare e mi sfogo con lei.
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SEI L'URAGANO
RomanceQuesta è la storia di Pier Francesco Savini, un uomo italiano, sposato, di ventotto anni e che vive una vita grigia, monotona tra lavoro e sua moglie, in una casa nella zona di lusso a Manchester. Gestisce un club insieme al suo socio greco Kostanti...