Mi sono svegliata con i postumi da sbronza e con l'umore a terra. Ieri sera lo stronzo mi ha accompagnata a casa e mi ha scaricata di fretta con la scusa di dover tornare a lavoro. Appena rientrata a casa ho mandato un messaggio ad Ellen per chiederle che fine avesse fatto ma non mi ha mai risposto.
Mio padre è andato via questa mattina poco prima che andassi a scuola e mi ha salutata a malapena con un freddo abbraccio di cinque secondi e non mi ha raccomandato altro di fare la brava e di andare bene a scuola.
E io sono stufa marcia di fare la brava. Voglio divertirmi cazzo, voglio vivere la vita come i miei compagni e voglio fare ed andare alle feste.
Ora sono con Ellen seduta su una panchina al sole alla pausa pranzo. Chiacchieriamo e ci scaldiamo.
-"Allora signorina, che fine hai fatto ieri sera?" indago fissandola. Lei arrossisce e distoglie lo sguardo torcendosi le dita.
-"Abbiamo ballato" risponde come se fosse una cosa ovvia. La guardo storcendo la bocca.
-"Anch'io ero in pista a ballare. Ho ballato per due ore e non ti ho vista..." dico fissandola. Lei sbuffa e alza gli occhi al cielo.
-"E va bene, va bene. Però promettimi che non lo dirai a nessuno per favore" mi prega quasi piangendo.
-"Certo tesoro, te lo prometto. Sai che puoi fidarti di me" le dico dolcemente vedendo la disperazione nei suoi occhi lucidi.
-"Io e Kostantin abbiamo fatto una pazzia. Abbiamo fatto sesso nella sua lussuosa macchina ed è stato spettacolare. Faith, non mi sono mai sentita come l'ho fatto con altri" dice emozionata e terrorizzata allo stesso tempo. Io non posso capirlo, visto che non ho mai fatto sesso, al massimo ci si può avvicinare quello che abbiamo fatto io e lo stronzo sposato.
-"E ho tradito il mio ragazzo..." dice affranta. La prendo tra le braccia e la consolo massaggiandole la schiena.
-"Dai tesoro, se è successo vuol dire che non era destino stare insieme a lui. Gli hai parlato?" le chiedo guardandola.
-"Si, questa mattina lungo la strada per venire a scuola. Diciamo che non è rimasto tanto contento della cosa" dice mezza sarcastica e facendo sorridere me.
-"Si, El, però stai attenta a Kostantin. E' un uomo molto più grande di te ed è un dongiovanni di primo pelo. Non voglio che tu soffra" le dico stringendole le mani. Lei annuisce tristemente.
-"Si lo so, infatti ha messo le cose in chiaro prima che succedesse tutto e subito dopo. Non mi illudo, tranquilla" dice con un sorriso tirato.
Sospiro buttando fuori il peso della mattinata appena trascorsa, il peso di un segreto che condivido con la mia amica, il peso di essermi fatta mezza sbattere dallo stronzo sposato ed il peso che ho in testa e che mi martella.***********
-"Si, prendi le casse vuote grazie. Se puoi portarmi entro domani anche lo zucchero di canna che sta quasi terminando" dico firmando la fattura al fornitore. Lo pago e lo saluto tornando a bere il mio bicchiere di bourbon stra invecchiato mentre rispondo ad un altro messaggio di mia moglie.
-"Sei pensieroso" dice Kos sedendosi al mio fianco. Lo fisso e torno a riordinare i fogli sopra il tavolo.
-"Veramente sto lavorando Kos e rispondo ai messaggi di mia moglie"
-"Che dice? Ancora non ha deciso di sparire dai coglioni?" chiede il mio amico ridacchiando. Scuoto la testa sorridendo.
-"Mi dispiace per te amico mio, ma è mia moglie e ci dovrai fare l'abitudine". Lui sbuffa.
-"Ti giuro che ci sto provando a farmela andare a genio, ma non la sopporto. Mi sta sulle palle" dice alterato. Ridacchio e lui grugnisce.
-"Va bene, stai calmo. Fatti un goccio" dico riempiendo il mio bicchiere e allungandoglielo. Lo prende e cala tutto il liquido ambrato in un colpo solo.
-"Fottuta strega" dice alzandosi all'improvviso e andandosene. Rimango a guardarlo con stupore per la reazione che ha avuto. Sale al piano di sopra.
E' strano dalla sera prima. Quando sono tornato al locale, dopo aver accompagnato la figlia di Mike a casa, l'ho visto ancora seduto al bar sullo stesso sgabello dove lo avevo lasciato a controllare la situazione e mandava via qualsiasi donna che gli si avvicinava. Cosa molto strana. Forse non si sente bene. Ma se non stava bene me ne accorgevo. Fisicamente non mostra segni di malanni.
Mi alzo e mi avvio anch'io verso il piano di sopra e verso il mio ufficio.********************
Stasera c'è la serata a tema. Il White Night. Tutti vestiti di bianco a festeggiare la notte bianca inglese. Ci saranno vari gruppi a suonare, delle cover e si sussegueranno fino a notte fonda. L'ingresso è gratuito ma c'è un limite di capienza.
Sono seduto sullo sgabello del bar con Kos accanto che ci prova con una rossa che gli sculetta sotto il naso. Io ridacchio per la situazione.
-"Due cosmopolitan!" urla affianco a me una voce che conoso molto bene. Mi giro e me la ritrovo a pochissimi centimetri da me.
-"Buonasera anche a te!" dico ad alta voce alla ragazzina. Si gira e sgrana gli occhi.
-"Ehm, ciao Pier. Ciao Kos!" urla per farsi sentire. Mi stava evitando per vergogna penso e per paura che non la facessi entrare.
La prendo per un braccio facendola mettere tra le mie gambe e spostandola da un gruppo di ragazzi che si spintonano scherzosamente. Le mie mani rimangono sui suoi fianchi e il mio cazzo è duro come roccia. E' a malapena vestita, con un ridicolo vestitino bianco attillato e dei tacchi alti ai piedi.
-"Davvero interessante evitarmi" dico con un sussurro al suo orecchio. Si gira con la testa a fissarmi e ha le guance rosse.
-"Non volevo disturbarti" dice mentendo e non guardandomi negli occhi.
-"Stai mentendo Faith" le sussurro ancora all'orecchio mentre respiro il suo profumo fruttato e ho i suoi fianchi perfetti sotto le mie mani.
-"Con chi sei venuta?" chiedo serio.
-"Ellen e gli altri amici" dice prendendo i due cocktail ordinati dopo aver pagato. Prendo i soldi e glieli restituisco.
-"Non c'è ne bisogno.." protesta ma la blocco subito posandole un dito sulle sue labbra carnose, che dischiude mentre respira velocemente.
-"Tu e la tua amica non pagherete nel mio locale. Sei figlia di un mio amico e per te è tutto gratis" dico serio fissandola, in modo da non obiettare. Lei sbuffa.
-"Ok, grazie di tutto allora, anche da parte di El" dice timida prima di allontanarsi e tornare verso il suo gruppo che è dalla parte opposta, sotto il terrazzino del privé, dove c'è un grosso divano con tre tavolini.
Mi giro verso il mio amico e ritrovo la rossa avvinghiata al suo corpo e le fa tante moine, in attesa di essere ricompensata con una scopata.
Una bella e sana scopata che mi farei volentieri anch'io se ci fosse mia moglie. Anzi, manco l'avrei scopata perchè ha il ciclo. Però almeno le avrei scopato la bocca. Sospiro frustrato e mi alzo dallo sgabello per poi attraversare tutta la sala, salire le scale e rintanarmi nel mio ufficio.
Mi siedo alla scrivania mettendomi a lavorare, anche se il mio cervello è ossessionato perennemente da quella ragazzina, che stasera è pure a malapena vestita.
La porta si apre all'improvviso e la mia ossessione si materializza, chiudendo a chiave la porta dietro di lei. Avanza lentamente con andatura sensuale su quei tacchi neri lucidi e vertiginosi.
-"Che ci fai qui? Che vuoi?" sbotto brusco fermandola.
Mi fissa con determinazione e poi avanza verso di me. Mi giro ad osservarla, ad osservare quel corpo con le forme acerbe ma perfetto, quelle gambe chilometriche dalla pelle di seta. Si mette a calavioni sopra le mie gambe tanto che il vestito ormai è tirato tutto sopra e rivelando il suo perizoma bianco di pizzo. Mi prende il viso tra le mani e mi bacia dolcemente. Sono spiazzato.
Grugnisco afferrando le sue chiappe e spingedola sul mio cazzo durissimo contenuto nei pantaloni del vestito mentre la bacio con irruenza. Le sfilo il vestitino per poi prenderle un capezzolo in bocca e succhiarlo forte e poi morderlo tanto da farla agitare ancora di più ed urlare.
-"Tu mi stai mettendo a durissima prova ragazzina" dico teso, che a stento riesco a trattenermi dallo scoparla come un animale selvaggio.
Mi alzo e con le suegambe avvinghiate intorno ai miei fianchi la porto verso il divano. La faccio allungare e mi spoglio in fretta, liberando finalmente anche il mio cazzo duro e dolorante. Mi allungo sopra di lei che in automatico allarga le gambe e mi accoglie tra di esse.
-"Non ti scoperò" dico rassicurandola dopo aver visto di nuovo la paura nei suoi occhi.
La bacio con intensità mentre la palpo e struscio il mio uccello tra le sue pieghe, come la sera precedente, e mi godo la frizione che si viene a creare con i nostri corpi a contatto. Sento di impazzire e riesco a stento a controllarmi dal penetrarla e farle davvero male.
Ansimo, ansima.
Ci baciamo, ci assaporiamo e ci muoviamo insieme fin quando non la sento tremare tra le mie braccia e vedo i suoi occhi liquefarsi e allora esplodo anch'io e lo sperma bagna tutta la sua passera liscia e bagnata, la inondo per bene mentre grugnisco sul suo collo, tenendomi schiacciato di peso sul suo corpo e la bacio con pura passione mentre mi stringe forte al suo corpo.
E' stato tutto così strano, spontaneo, naturale. E' stato come fare l'amore, anche se non l'ho penetrata. Forse è stato anche migliore. Non lo so.
Mi alzo velocemente e vado in bagno a prendere l'asciugamano per pulirla e poi pulisco anche il divano di pelle, per fortuna.
Mi rivesto e lei si risistema con calma e con un sorriso sulle labbra, bella soddisfatta. Sorrido anch'io e mi avvicino a lei prendendola tra le braccia. Fisso quei suoi occhi verdi limpidi.
-"Siamo due incoscienti Faith, lo sai? Questa cosa non ci porterà da nessuna parte" le dico accarezzandole la guancia. Lei sospira guardando prima fuori dalla finestra oscurata e poi torna a guardare me con gli occhi ora spenti e cupi.
-"Lo so. Mi accontenterò solo di quello che puoi darmi visto che sei sposato" dice con voce roca e gli occhi lucidi. Sospiro baciandole la fronte.
-"Mi dispiace, non è quello che volevo e voglio. Lo sai che sono sposato e che questa cosa deve finire tra noi. Sei la mia ossessione ma non possiamo andare avanti così" le dico tristemente. Lei annuisce con una lacrima che corre giù lungo la sua guancia. Glie l'asciugo passandoci il mio pollice e le bacio la punta del naso.
La stacco dal mio corpo e vado ad aprire la porta.
-"Ora vai a divertirti, ti prego. Non voglio vederti così" dico amareggiato sull'uscio. Lei sorride tirata ed annuisce.
-"Aspetta" la blocco e vado alla mia scrivania prendendo il mio biglietto da visita con i numeri. Torno da lei e glielo do.
-"Qui ci sono i miei numeri. Se sei in difficoltà o hai bisogno di qualcosa chiamami" dico serio. Lei annuisce di nuovo e se ne va.
Chiudo la porta del mio ufficio sbuffando e prendendomi la testa tra le mani. Mi avvicino alla finestra e vedo Kos ancora seduto al bar inisieme alla rossa che limona insieme ad una bionda e il mio amico guarda il tutto interessato. Sbuffo per certe scene che vedo e non mi meraviglio ormai di nulla.
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SEI L'URAGANO
RomanceQuesta è la storia di Pier Francesco Savini, un uomo italiano, sposato, di ventotto anni e che vive una vita grigia, monotona tra lavoro e sua moglie, in una casa nella zona di lusso a Manchester. Gestisce un club insieme al suo socio greco Kostanti...