Capitolo 11

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*1831, Madrid*

La carrozza trainata da due bellissimi cavalli neri di razza inferiore viaggia ad una velocità altissima. Un tuono squarcia il cielo coperto da nuvole scure, cariche d'acqua. La pioggia scende costantemente, non fermandosi nemmeno un secondo. La stradina di ciottoli è bagnata e questo comporta ad una minore stabilità del mezzo di trasporto.

<<ahh>> urlò di dolore una giovane ragazza di appena vent'anni portando al ventre gonfio le sue mani tremanti. <<Su tranquilla, Anita, fai dei respiri profondi sennò fai del male al bambino>> rispose agitata Rachele cercando di tranquillizzare la sua amica al suo fianco.

Anita era una giovane e carina fanciulla, vedova da circa quattro mesi per colpa di un attacco di alcuni mercenari. Aveva sofferto molto la morte del suo caro e amato marito, ma quando aveva scoperto di essere incinta di un suo figlio, una luce di speranza si era accesa nei suoi occhi. Speranza che in quel momento si spegnendo visto che si era svegliata in una mozza di sangue e un dolore costante al ventre.

Le due ragazze di stavano dirigendo con la carrozza verso la città più vicina che aveva un ospedale, ma anche se viaggiavano ad una notevole velocità, non ci sarebbe stato nulla da fare per il piccolo bambino.

<<fa male!>> gridò ancora la vedova singhiozzando leggermente. In quel momento voleva avere accanto solamente il suo ex marito. Certo, era grata che la sua amica non l'avesse mai abbandonata, ma le mancava il suo amato e il figlio che portava in grembo era l'ultima cosa che le rimaneva di lui. Non poteva e non voleva perderlo.

Altro sangue scese dal ventre gonfio costringendo la vampira a trattenere i suoi istinti al massimo. Aveva fatto una promessa anni prima e non intendeva certo romperla e distruggere la vita della sua amica.

Gli occhi le divennero rossi come il colore del sangue, strinse le labbra cercando di trattenere i canini e non far spaventare Anita, che era totalmente ignara della sua natura. <<non ce la faccio a resistere>> sussurrò senza voce Rachele lasciando i denti appuntiti in bella vista anche perché la sua amica era talmente sopraffatta dal dolore che di certo si non si sarebbe soffermata su questi particolari.

I cavalli continuavano a correre senza fermarsi, la pioggia sbatteva contro il vetro della carrozza in modo brusco, cattivo. <<mi dispiace>> sussurrò la vampira all'orecchio della sua unica amica, non voleva abbandonare la ragazza, ma se non lo avrebbe fatto non sarebbe riuscita a vivere ancora per molto. L'avrebbe morsa fino a dissanguarla, era già successo prima in una delle sue vite precedenti e non voleva condannare una giovane e forse madre ad una morte certa.

Aprì la porta della carrozza, evitando di ascoltare i richiami della ragazza sofferente e saltò fuori atterrando sul terreno bagnato e fangoso mentre la carrozza continuava a viaggiare senza rallentare.

Quella notte di tempesta, Rachele giurò che non si sarebbe mia più invaghita di un umano perché questo porta solo a delle sofferenze.

Ciao a tutti, volevo comunicare ai pochi lettori di questa storia, che nel giro di una settimana inizierò a correggere i vari errori di battitura presenti in questa storia. Ovviamente se vi accorgete di uno di esso potete commentare facilitando così la mia correzione. Se vi è piaciuto il capitolo, lasciate una stellina e/o un commento. Detto questo è tutto. Adios.

𝘛𝘩𝘦 𝘊𝘩𝘰𝘴𝘦𝘯 𝘰𝘧 𝘵𝘩𝘦 𝘉𝘭𝘰𝘰𝘥Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora