Capitolo 16

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-Rachele, attenta!- urlò oscenamente il Duca di Belgrado mentre parava un pungo di un debole vampiro. Nel mentre la vampira tirò un calcio con la gamba destra ad uno dei tanti seguaci del loro nemico, il Duca di Stoccolma. Come può un essere così affascinante, essere così malvagio e senza cuore?

I due vampiri innamorati avevano fatto di tutto per perdere tempo, infatti avevano guadagnato preziosi minuti, avvicinandosi sempre di più all'esercito di Enea che stava per arrivare, ma se non si fossero velocizzati, i due compagni non sarebbero resistiti ancora a lungo. Certo erano due vampiri in gamba, con molti più anni di sperienza di combattimento in confronto ai giovani neo-vampiri, morsi solamente per combattere questa inutile guerra.

Nel frattempo, Richard si era avvicinato alla ragazza senza che nessuno se ne accorgesse. Era un uomo senza coraggio, che preferiva lasciare combattere i propri sottoposi senza sudare nemmeno un po'. Come poteva essere un capo di un Clan un vampiro del genere? Lui riuscì a prendere ed a fermare Rachele, che invano, cercò di staccarsi dalla sua presa muovendosi selvaggiamente.

-mia cara, finalmente sei al sicuro tra le mie braccia- sussurrò maliziosamente il capo Clan di Stoccolma mentre stringeva la vampira centenaria senza lasciarle nessuna vita di uscita. Lui tirò fuori dalla sua tasca un pugnale di legno e lo portò all'altezza del petto della sua amata. Provava però un sentimento malato e peccaminoso che gli stava lacerando la piccola parte di anima che gli era rimasto.

-Rachele!- urlò Dario, il guerriero biondo che finalmente era arrivato, tutto d'un fiato facendo fermare il conflitto sanguinoso. Sembrava che si fosse fermato il tempo, o che andasse tutto al rallentatore. Enea provava una sensazione di angoscia e di impotenza. Non poteva fare nulla per fermare il suo nemico, se avesse anche solo provato a muoversi, la sua amata sarebbe morta nel giro di pochi secondi.

-non muovetevi- parlò in modo inquietante Richard stringendo maggiormente la presa sulla vampira. Rachele non avrebbe mai potuto pensare di morire così. Certo, aveva pensato numerose volte alla morte e aveva provato ad uccidersi per il troppo dolore che provava, ma mai aveva funzionato. Da quanto aveva capito, non poteva morire, a meno che non lo facesse qualcun altro. Era una sorta di maledizione per i vampiri.

-lasciala andare- gridò con angoscia il Duca di Belgrado, mentre cercava disperatamente di trovare una soluzione che non fosse la morte della giovane amata. -ti prego, non lasciarmi- sussurrò in fine con gli occhi pieni di lacrime. Da quanto tempo non si lasciava andare in questa maniera? Da quanto tempo non si sfogava e non piangeva? E a quelle parole il volto di Rachele si illuminò, sorride in modo perfido e quasi inquietante prima di attuare il suo piano.

-sai, se non avessi questo carattere avrei potuto decidere di passare il resto della mia lunga vita con te- pronunciò questa bugia la vampira mentre distoglieva tristemente lo sguardo da quello del suo amato. Quanto adorava osservare i suoi bellissimi occhi color notte, così così cupi all'esterno, ma espressivi all'interno.

-ma peccato che io non ti ami- concluse la frase Rachele prima di tirargli una potente testata sul cranio, riuscendosi a liberare dalla presa del nemico. -io amo solamente Enea e tu non puoi cambiare questa cosa- disse prima che il combattimento riiniziasse. Però questa volta non eravate da soli, c'era anche un esercito di vampiri dalla vostra parte e presto, la vittoria sarebbe stata dalla vostra parte.

Certo ci sarebbero state delle perdite, forse amici, forse nemici, forse conoscenti oppure forse estranei. Ma tutti noi stavamo combattendo per la libertà. Tutti in insieme per un futuro migliore.

"Wars come and go, but the soldiers stay eternal."

"Le guerre vanno e vengono, ma I Soldati vivono in eterno"

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"Un'ora segnata dal destino batte nel cielo della nostra patria.

L'ora delle decisioni irrevocabili" – Benito Mussolini


𝘛𝘩𝘦 𝘊𝘩𝘰𝘴𝘦𝘯 𝘰𝘧 𝘵𝘩𝘦 𝘉𝘭𝘰𝘰𝘥Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora