Capitolo 14

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*presente*

La vampira si alzò di scatto dal letto portandosi una mano sul petto, abituata da quando era una giovane fanciulla, non sentendo però il suo cuore battere. Lei era un essere sovrannaturale ed era morta da quasi cinque cento anni. A volte se lo dimenticava cercando si non ricardare quante persone avevano perso la vita per colpa sua.

-tutto bene?- chiese preoccupato Enea accarezzando la spalla della ragazza al suo fianco cercando di tranquillizzarla. Lei annuì passandosi una mano sulla fronte per togliere un leggero strato di sudore dovuto alla specie di incubo, che in realtà è un suo ricordo, che ha avuto.

-ho rivissuto una parte molto importante della mia vita. Mi ha fatto effetto- parlò con tristezza e con un tono rassegnato. Quante volte ormai aveva sperato che la sua vita fosse diversa, quante volte aveva sperato che qualcosa fosse cambiato. Ormai si era rassegnata e quel minimo di speranza che aveva era andato perduto da anni ormai.

È necessario sopportare gli altri, ma in primo luogo è necessario sopportare sé stessi e rassegnarsi ad essere imperfetti.

Francesco di Sales

-dopo colazione andremo a nord del Clan di Belgrado, ho una villa e di sicuro staremo più al sicuro del palazzo centrale- cambiò argomento il vampiro leggendo lo sconforto negli occhi della fanciulla al suo fianco. Lui aveva giurato di proteggerla e farla sentire bene e questo comprende anche a livello mentale. Lei doveva stare bene.

-va bene- rispose semplicemente la vampira stiracchiandosi le vecchie ossa per poi porgersi verso l'uomo che la guardava con tanta adorazione. Si scambiarono un semplice bacio a stampo inizialmente, ma poi divenne più passionale ed eccitante.

La ragazza non era vergine, cosa che doveva essere normale visto che aveva vissuto circa cinque cento anni. Aveva donato il suo tesoro ad un ragazzo che le era tanto amico. Aveva scelto lui perché non lo amava e quindi alla sua morte non aveva sofferto molto. Un ragionamento complicato e difficile da capire per molte persone, ma era una sua scelta e ormai era stata fatta da ormai un sacco di tempo.

D'altro canto, nemmeno il Duca era rimasto intoccato per tutto quel tempo, era pur sempre un uomo e come tale aveva dei bisogni da soddisfare. Ed è per questo che il bacio si trasformò in una mattina di passione, eccitazione e amore sotto le coperte fredde del letto.

Enea e Rachele si erano trovati ed anche se il sentimento doveva ancora maturare, non si sarebbero allontanati per niente. Avevano passati troppi anni, decenni da soli e non volevano passare anche un singolo secondo in quella situazione orribile.

E mentre i due consumavano la loro passione repressa, in un altro Stato, l'invidia e l'odio superava la ragione. -lei non può essere sua, insomma perché il Duca di Belgrado e non me?- chiese arrabbiato un uomo con voce rauca e graffiata. Questa era la domanda che si poneva da quando aveva visto la bellezza innaturale di Rachele, l'ultima vampira sulla Terra.

-mio signore, Duca di Stoccolma, cosa pensa di fare esattamente?- chiese un servo vampiro al suo padrone che stava seduto comodamente su una poltrona di velluto nel suo grande appartamento nella capitale di Svezia. Edificio che gli era costato un occhio, ma lui era il Duca di Stoccolma e qualche cosa voleva, lui l'otteneva.

-guerra- rispose solamente iniziando a sorridere in modo ossessivo e malvagio. Aveva studiato il piano perfetto e nel giro di una settimana l'avrebbero attuato. Rise per poi perforare il collo pallido di un semplice umano che cercava di scappare inutilmente con i suoi canini da vampiro. Adorava seminare il panico tra le persone ed amava bere il sangue direttamente da un corpo umano.

Ehilà, mi dispiace di avervi fatto aspettare molto, ma ero e sono molto impegnata con la scuola, quindi scusatemi please. Comunque se vi piace lasciate una stellina e/o un commento. Ditemi anche se trovate degli errori, anche perché posso imparare sempre ed in ogni momento. Adios.

𝘛𝘩𝘦 𝘊𝘩𝘰𝘴𝘦𝘯 𝘰𝘧 𝘵𝘩𝘦 𝘉𝘭𝘰𝘰𝘥Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora