Capitolo 8

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Il giorno dopo, corsero per circa cinque ore di seguito, dovevano sbrigarsi perché il Clan di Belgrado stava sentendo la mancanza del loro capo.

Arrivarono in un posto cupo e buio, solo la nebbia fitta si poteva vedere bene. Rachele seguì il suo compagno di viaggio per evitare di perdersi. Si poteva dire che si trovavano in una città abbandonata.

Edifici vecchi, mura distrutte, piante di rampicanti che entrano dalle finestre. Questa era l'entrata del Clan e non tutti avevano il coraggio di oltrepassare questa linea invisibile. Perché fuori da questo territorio c'era la salvezza e ogni persona lo sapeva molto bene.

Un silenzio assordante arrivò all'orecchio dei due vampiri viaggiatori. Non si sentiva nemmeno una mosca volare, si udiva solamente la morte. Enea osservò il viso delicato della ragazza al suo fianco. Non sembra spaventata o intimorita. Era impassibile.

I due entrarono in un edificio sporco all'esterno, ma all'interno era completamente pulito e ordinato. Nel giro di due secondi, i due vampiri vennero circondati da dei loro simili con i canini allungati e gli occhi infuocati.

-Duca!- parlò un vampiro dai capelli dorati come l'oro. I componenti del Clan ritirarono le loro dentature inclinando leggermente il capo verso in basso in segno di sottomissione. Avevano riconosciuto il loro sovrano.

-chi è questa donna?- chiese curioso un terzo vampiro dai capelli colorati di azzurro cielo. -lei è l'ultima vampira- pronunciò queste parole Enea creando un rumoroso chiacchiericcio tra gli uomini.

Tutte le persone di sesso maschile, tranne ovviamente il Duca, si avventò sulla povera ragazza che, sorpresa, non riuscì ad andarsene. Il biondino di prima, le toccò avidamente un braccio riscendo a imprigionarla tra le sua forti braccia.

Un altro, si accasciò in ginocchio poggiando la fronte sul suo ventre nascosto dalla maglietta. -allontanatevi subito da lei- tuonò arrabbiato Enea, l'unico uomo sano della stanza di quel meraviglioso palazzo.

Tutti i vampiri si allontanarono dalla ragazza tranne il biondino, che la strinse ancora più forte. -Dario, cosa stai facendo?- chiese ancora infuriato il Duca di Belgrado.

-perché mai lei non dovrebbe stare con me?- chiese in modo arrogante il vampiro biondo. Rachele non aveva mai amato quei particolari capelli così chiari, preferiva di gran lunga quelli scuri come la notte, come Enea.

-non siamo più nel medioevo, non sono una tua proprietà- parlò in modo saccente la ragazza spintonandolo con le braccia lontano dal suo corpo minuto. La forza non le era mai mancata.

-Dario, se disobbidisci ancora ci saranno delle conseguenze- disse con voce autoritaria il Duca che, arrabbiato, pose un suo braccio in torno alla vita dell'unica donna presente nella stanza. Rachele era sorpresa e confusa allo stesso tempo.

Quel gesto poteva avere centinaia di significati come possessione o semplice protezione. Ma perché mai la ragazza si domandava queste cose? Enea strinse la presa sulla sottile vita femminile. Non voleva che gli altri vampiri poggiassero il loro sguardo sul corpicino della ragazza. Insomma era l'ultima vampira femmina esistente nel pianeta e non poteva lasciarla nelle mani sbagliate.
Avrebbe fatto di tutto per proteggerla e lo giurò perché una promessa per i vampiri vale più di qualsiasi così.

Il Duca portò la giovane donna nelle sue stanza cercando di scampare agli sguardi assetati che gli altri uomini le rivolgevano. La camera da letto era grande ed accogliente. Comprendeva perfino un bagno magnifico, ma la caratteristica più importante era che si trovava vicino alla stanza di Enea.

-questa è la tua stanza, se hai bisogno di qualcosa basta solamente parlare- parlò il Duca ritornando nel corridoio buio e tetro. -sono veramente al sicuro?- chiese a bassa voce la timida ragazza mentre lo guardava quasi impaurita. Lei aveva provato solo una volta quell'emozione e di certo non voleva ripetere quel momento. Era stata traumatizzata e non poteva cambiare questa cosa.

-si tranquilla, comunque sono nella stanza a fianco per tua sicurezza- la tranquillizzò lui. Aveva un tono pacato, impassibile che rese al sicuro la giovane donna. Si salutarono entrambi augurandosi una buona e dolce notte.

A grande richiesta, ecco il capitolo 8. Mi scuso per non averlo pubblicato prima anche se lo avevo già pronto. Se vi piace lasciate una stellina e/o un commento. Con questo è tutto. Adios amigos.

𝘛𝘩𝘦 𝘊𝘩𝘰𝘴𝘦𝘯 𝘰𝘧 𝘵𝘩𝘦 𝘉𝘭𝘰𝘰𝘥Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora