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Non sapevo per quale motivo stessi facendo la doccia alla velocità della luce: o perchè lei mi aspettava di sotto, o per fare le mie commissioni, oppure per sapere cosa si erano detti lei e Nico. Ero troppo curioso e volevo sapere che cosa si fossero detti e perchè si fossero litigati. Velocemente indossai la mia maglia a maniche corte, una camicia a scacchi azzurra e jeans. Scesi per le scale e la trovai con il suo telefono in mano. Stava guardando le sue foto, lo faceva sempre quando stava male. Ma se prima piangeva a dirotto adesso li guardava malinconica, come se quei ricordi le tirassero su il morale. Riguardale le foto per lei era rivivere i momenti della sua vita dove viveva e stava bene, soprattutto i momenti che passava con suo padre. Per lei suo padre era tutto, era la cocca di papà. Qualsiasi cosa desiderasse, suo padre l'accontentava. Lei non prese mai bene la morte di suo padre, e neanche dopo tutti questi anni. Il ricordo di suo padre era sempre vivo dentro di lei, e anche se passava il tempo questa fiamma non si spegneva. Ma il desiderio di svegliarsi e capire che tutto quello che stava vivendo fosse un sogno, si faceva sempre piú grande.
Euge: Sei sceso finalmente, mi è sembrato un eternità.
Pet: Scusami non volevo farti aspettare tanto.. E che..
Euge: Non giustificarti scemo! É passata soltanto mezz'ora, solo che io sono un pó depressa e quindi ogni momento che passo sola ad aspettare qualcuno mi sembra un eternità..
Pet: Dimmi che cosa è successo.. È stata la discussione con Nico a farti sentire cosí?

Non mi rispose subito, ma nel suo viso si leggeva un misto tra si è stata colpa sua e un no, lui non c'entra niente. Mi sedetti accanto a lei e mi circondó la vita con le sue braccia. Stemmo per 10 minuti cosí. Come se i minuti non passassero. Era tutto fermo e tranquillo e quasi tutto perfetto. Le accarezzai la nuca, come si fa ai bimbi per consolarli. Volevo che tutto il suo dolore represso le passasse, che tutto quello che stava passando svanisse. Ma non potevo far nulla, purché non sapevo il motivo di questo dolore. Ma quando lei stava male, sentivo una parte del mio corpo che diventava sempre piu piccola: come un pezzetto di cuore che man mano passa il tempo, diventa sempre piu piccolo.
Euge: Comunque l'ho lasciato. E non so perchè l'ho lasciato. Non so cosa provo e non voglio farlo soffrire. Mi sento una canaglia per tutto ció, ma non so che mi prende. Ho pensato che magari finendo gli studi, potevo continuare l'università. Ma non qui. Voglio andare via e per questo ho deciso di troncare con lui. La cosa strana è che mi ha dato lui l'idea di partire, capisci? È come se lui mi ha convinto a lasciarlo. Tu che pensi? Pensi che ho fatto la scelta giusta?

Che dovevo dirle? Certo che hai fatto la scelta giusta! Lui era un idiota, non si meritava lei. Cosí perfetta in qualsiasi cosa.
Pet: beh, hai detto che non sapevi cosa provavi.. Forse è meglio che ci pensi un po su.. No?
Euge: si, forse per adesso è meglio cosi

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