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Dormii poco quella notte, soprattutto dopo quel giorno in ospedale. Avevo sempre in mente lei. Per non dimenticarla feci un back-up mentale, ricordandomi tutti i bei momenti vissuti insieme. Quando andammo al parco e lei per la prima volta dopo la morte di suo padre mi fece un sorriso spontaneo. Uno di quei sorrisi che ti scaldavano l'anima e te la riempivano di gioia soltanto perchè capivi che tu stavi facendo sentire bene un altra persona. Quella era la mia ricompensa del bene che davo. Poi mi venne in mente quella volta che venne da me, e giocammo per tutto l'intero giorno alla console, quanto si divertiva.. Era quasi più brava di me. Mi ricordavo pure quel giorno che volle fare la foto. Poi il primo giorno alle superiori, e contemporaneamente anche l'ultimo. Poi altri, e altri ancora. Non  potevo dormire, non potevo perdere tutto, non potevo perdere lei.

Decisi di alzarmi dal letto, anche se non avevo molte forse per farlo. Mi misi a rassettare la mia stanza, dovevo distrarmi due momenti, prima che il dolore mi assaliva del tutto. Presi i vestiti sporchi, e tra quelli trovai la felpa verde e la lettera. Quella lettera per me, almeno credevo dal nome scritto fuori. Dovetti posarla sopra la scrivania, perchè qualcuno da giù stava sfondando la porta a furia di suonare.

Pet: Lali!

Lali: Scusami Pet! Ho saputo ora! Mi dispiace! Mi dispiace davvero! Perchè non me lo hai detto ieri? Sono corsa subito! Dovevo vederti e-

Pet: Lali! Calmati! Intanto entra. Mi dispiace se non ti ho detto nulla, ho scoperto tutto ieri, nel pomeriggio tardi. Sono corso da lei, non ho nemmeno pensato di mandarti un messaggio, scusami.

Lali: tranquillo lo capisco non sono arrabbiata con te, solo che magari ti avrei aiutato a vivere meglio quel momento. Ma capisco che non ci hai nemmeno pensato, lo immagino come ti sei sentito.

La presi e l'abbracciai forte. Forse neanche lei s'aspettava quell'abbraccio. Lo sapevo che se l'avessi contattata lei ci sarebbe stata. Ma con tutto quello che provavo il giorno precedente, non mi venne minimanente l'idea di mandarle un messaggio. In fondo mi sentivo un po in colpa. Lei non si meritava di saperlo da altri.

Pet: Mi dispiace, ti chiedo scusa. Perdonami Lali

Lali: Ma scherzi?! intanto lasciami perchè già mi sento un pò cianotica, e dopo stai tranquillissimo! Ho detto che posso immaginare cosa provavi ieri. Sono qui, adesso. Non preoccuparti del passato.

Mi diede un bacio sulla guancia destra

Lali: Allora, raccontami tutto.

Pet: Sono andato in ospedale, come ti ho detto, nel pomeriggio tardi. Lei era dentro la stanza 87, una stanza bianchissima gli unici colori erano i suoi capelli e la sua borsa.

In quel momento pensai al colore dei suoi occhi, non so perchè. In quel momento mi venne in mente il colore dei suoi occhi verde smerarlo. Se solo quelle mura potevano mai ammirare quel colore unico al mondo.

Lali: Capisco.. Hai incontrato qualcuno dei dottori?

Pet: Quando ero dentro la stanza, le venne un attacco. Allora le infermiere intervennero e mi dissero che era tutto sotto controllo e che nella sua condizione erano normali.

Lali:Oh..Pet.. Mi dispiace. Si rimetterà, me lo sento.

Pet: Lali.. Nella sua borsa c'era una lettera con fuori scritto il mio nome, è nella mia stanza. Si lo so! Non dovevo prenderla, ma ero troppo curioso. Anche se ancora non l'ho aperta.

Lali: Beh in effetti, non dovevi. Però è pur vero che c'è scritto il tuo nome sopra. Magari non era qualcosa che dovevi leggere solo. Ma per questo, ci sono io ovviamente! Dov'è questa lettera???

Pet: E' nella scrivania della mia stanza.. Lali io non so se la voglio aprire adesso, non so.. Magari aspe- LALI? ASPETTAMI ALMENO!

Lali era già salita, ed era già nella mia stanza con la lettera in mano. L'ammirava, come se lei fosse un ispettore. Stava persino controllando se ci fossero impronte digitali.

Pet: Lali! Ma che fai?

Lali: Non si può sapere mai, amico mio! Magari c'è un veleno all'interno che può ucciderti.

Pet: Dai smettila di fare la scema. Quindi l'apriamo?

Lali:In realtà era già aperta, ma a leggerla spetta a te.

Pet: Sei davvero un amica riservata, eh?

Lali: Ma tu mi vuoi bene cosi come sono.

Mi fece un sorrisetto malefico, e mi porse la lettera. La guardavo. Volevo veramente sapere cosa c'era scritto? E se magari non mi fosse piaciuto il contenuto? Era inutile farmi tutte quelle domande. Ormai che Lali l'aveva aperta, o la leggevo, o la leggeva lei nel giro di mezzo minuto. Aprii la lettera. Era una carta strana, molto gialla, e la calligrafia molto elegante.

'' Caro Juan Pedro Lanzani,

Ti chiamo con il tuo nome e cognome originale. E' importante ricordare le proprie origini, soprattutto, non credo che saprai mai quanto tuo padre ci tiene a continuare la stirpe dei Lanzani. E' molto orgoglioso di te, persino adesso che sei un bambino di un anno soltanto. Quando ti prende in braccio, piange. Già guardandoti ora è molto orgoglioso di te. Se solo poi, vedessi i sorrisi di tua madre. Ma certo che li vedrai. Anche i suoi vedrai, quelli della mia piccola Eugenia. Penso che hai già capito chi sono, ma adesso, ho bisogno di confessarti alcune cose. Spero che nel momento giusto della tua vita, riceverai questa lettera. Spero che tra queste righe, tu capisca cosa sto cercando di dirti. Questo argomento è molto complicato e per questo, ripeto, spero tu lo legga nel momento della tua vita più opportuneo...''

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