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Iniziammo a giocare e tutto sembrava normale, apparte qualche battutina di Nico che anche se ti scordavi della sua presenza lui provava a mettersi in mostra con qualsiasi cosa. Provava anche ad attirare l'attenzione di Euge, ma lei di rado rispondeva alle sue battute.

Non era arrivato ancora nè il mio momento, nè quello di Eugenia. Proprio nell'esatto momento in cui lo stavo pensando, la bottiglia punta lei.

Euge: Oh che bello! La bottiglia ha capito che gioco anch'io.. Pensavo mi odiasse..

Gas: Allora bellezza, cosa decidi obbligo o verità?

Euge: Inizio sempre con obbligo io per poi pentirmene, però l'ho sempre fatto. Quindi anche questa volta ''Obbligo''

Gas: Okay! Allora, sei obbligata a baciare chiunque sceglierà la bottiglia nel prossimo giro. E per tutti i ragazzi, non fate nulla alla bottiglia per far scegliere voi! Vi tengo d'occhio!

Euge: Ahahaha dai Gas, smettila!

La bottiglia iniziò a girare. Girava. Girava. Girava e girava. Ad un certo punto non ho capito più niente. Sarà stato il destino, o non so qualcosa ma quella bottiglia puntò me, e lo capii dalle voci di alcuni ragazzi in sottofondo '' ma no proprio lui ma non ci credo, dai''. Sinceramente non davo molto torto a tutti quei ragazzi che bisbigliavano: tra tutti i ragazzi, per forza me doveva puntare?
Notai subito che avevo lo sguardo di Lali preoccupato addosso. La sentivo la sua preoccupazione, era preoccupata della mia reazione. Nonostante tutto, cercavo d'essere piu normale possibile. Accennai un sorriso a Lali e dopo mi voltai da mia cugina, che prima di alzarsi dal divano di fronte me, disse:'' Meglio! se devo baciare qualcuno, bacio mio cugino!'' Quel divano in tutta la serata non sembrò più lontano. Mi sembrava di vivere in una scena a rallentatore, quindi mi godetti tutti i particolari.
Intanto lei corse verso di me con un sorriso a 32 denti, i capelli le svolazzarono nelle spalle. Lei mi voleva bene, e quel sorriso lo dimostrava tutto. Si sedette sulle mie gambe, girò la testa verso destra e mi guardò. In quel momento ero imbarazzato, furioso, arrabbiato, deluso... Ma nello stesso tempo ero felice, ero troppo felice avevo tutto quello che avevo desiderato per tutti questi anni, anche se sapevo che 5 minuti dopo sarebbe passato alla storia, 5 minuti dopo avrei continuato a giocare come se nulla fosse successo. Ancora perso nei suoi occhi, due perle color smeraldo che non si dimenticano facilmente, lei mi baciò. Sentivo le sue labbra sulle mie, ed il mio cuore stava cercando una fessura più grande tra le costole per uscire. Mi baciò. Lo fece sul serio. Poggiò e sue mani nel mio volto, come se avesse tra le mani qualcosa di raro. Io, portai la mia mano sinistra nella sua vita, e la destra nella sua spalla e l'avvicinai ancora di più a me. In quel momento potevo benissimo morire. Lei cercò d'allontanarsi, anche perchè era passato un po di tempo, ma io la strinsi ancora a me. Avevo bisogno di lei, avevo bisogno di quel momento, soprattutto di quello che stava succedendo in quel momento. Sapevo che non dovevo, che era qualcosa d'ingiusto, illegale, qualcosa oltre ogni legge umana e che nonostante tutto ció, a me portava gioia. Passarono altri 3 secondi e la lasciai andare. Lei mi guardò, era ancora sopra le mie gambe, faceva ancora parte di me. L'avrei voluta prendere in braccio e portarla il piu lontano possibile. Invece la feci alzare, e me ne rientrai di corsa in casa.

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