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L'indomani ero abbastanza nervoso. A pranzo, dovevo fare un discorso molto importante. Forse il discorso più importante della mia vita. Per fortuna, accanto a me, avevo lei. Lei che ormai, oltre a essere la mia forza da sempre, adesso era diventata la mia ragazza: Eugenia. Avevamo passato tutto il giorno precedente insieme, nascosti, chiusi dentro casa. Era tutto cosi strano ma nello stesso tempo cosi bello e finalmente cosi reale. Lei aveva pure scritto un messaggio chilometrico a Nico, spiegandogli che in realtà per lui non provava nulla.

'' (...)sei un bellissimo ragazzo, lo giuro! Mi hai fatto sentire veramente amata! Ma io sento che al mondo, la ragazza destinata a starti al tuo fianco, non sono io. Purtroppo non sono riuscita ad amarti come tu ami me. Dentro il mio cuore ho un altra persona e penso anche che tu sai a chi mi sto riferendo. Sono sicura che un giorno troverai la ragazza che ti ami tanto quanto tu ami lei. Nonostante tutto, potrai contare sempre su di me, come tua amica e confidente. Scrivimi quando ne avrai bisono. Eugenia.''

Mentre mi leggeva quel messaggio, non facevo altro che pensare da quanto tempo lei provava quei sentimenti per me. Come aveva fatto a tenerli e a nasconderli bene? Mi stupisco sempre quanto le donne siano in grado di nascondere i propri sentimenti cosi bene, soffrire dentro una corazza dove non lasciano passare nessuno sguardo e nessuno spiffero. Tutto questo non faceva altro che incrementare il mio amore e ammirazione per lei.

Tutto il mio piano stava prendendo vita. Mi ero appollaiato nell'ingresso del salotto di zia Emy, intento a guardare mia mamma, zia, ed Euge a preparare il pranzo e la tavola. Dentro di me in tutta la mia vita non avevo scelto una scena migliore: i loro sorrisi sinceri e gli occhi di zia Emy che guardava Eugenia. Le tre donne più importanti della mia vita, così belle da sembrare finte. Quasi uscite da un quadro. Era tutto bellissimo, e forse avrei voluto vivere quel giorno per sempre, infinite volte. Iniziammo a cenare presto e così, in men che non si dica, arrivammo al dolce.

Euge: Zia! Questa torta di mele è deliziosa! Ti sei superata, io ne prendo un altro pezzo!!

Mamma Pet: Amore, mi sa che a te non è piaciuta. Non ne hai mangiato neanche un pezzo. Eppure è la tua preferita, mi dispiace.

Pet : No mamma, non dispiacerti! La torta è veramente deliziosa, è soltanto che non ho un grosso appetito.

Mamma Pet: C'è qualcosa che non va?

Mi si leggeva negli occhi che avevo bisogno di dirle tutto. Forse fu questo particolare che mi fregó

Zia Emy: Io vi lascio soli, vado da mia figlia! E' capace di mangiarsela tutta e non lasciarne neanche un pezzetto a me.

Eravamo rimasti al tavolo io e mia mamma. La fissavo, e lei mi fissava ed anche se non le avevo detto nulla già il suo sguardo mi diceva '' non preoccuparti! Io sarò sempre al tuo fianco''. Di corsa mi alzai e l'abbracciai forte. Forse non avevo mai abbracciato cosi forte mia mamma. La mia mamma. Mi misi a piangere. Era tutto surreale, ma quello era il mio destino. Un destino creato in un giorno, e purtroppo l'unica soluzione per essere felice.

Pet: Mamma.. io... io domani parto. Io ed Eugenia abbiamo deciso cosi. Non potevamo fingere di nulla. Noi ci amiamo e vogliamo ricominciare una nuova vita insieme. Dove nessuno sa di noi e del nostro passato. Mamma, mi dispiace! Non avrei mai pensato d'andarmene cosi da te, ma devo farlo, se voglio vivere felice con Eugenia. Vogliamo vivere come due ragazzi normali, qui la gente non ci darebbe tregua. Mamma ti prego di capirmi..

Mamma Pet: Amore mio! Adesso basta piangere, su! Sei un uomo ormai. Comprendo questa vostra decisione e l'accetterò. Non piangere perchè non mi perderai! Ti verrò a trovare ogni singolo giorno di vacanza, e quando andrò in pensione, mi verrò a stabilire li, ovunque tu sei. Però adesso devi farmi una promessa, in qualsiasi posto andrai, devi scrivermi. Devi scrivermi tutto! Io farò altrettanto con te. Devi mandarmi foto! Devi chiamarmi! Devi farlo! Così sarai sempre con me. Sei il mio bambino, che si sta creando il suo futuro.. e credimi, sono felice cosi! Il mio bambino! Il mio piccolo Peter Pan è cresciuto! Non capisci quanto sono fiera di te?

Anche lei si mise a piangere. Non era facile, non lo era assolutamente. Nom era neanche il modo come mi ero immaginato di dirlo, ma ero felice cosi. Mia madre aveva capito, era sempre stata una donna d'oro a tutti gli effetti.
Qualche minuto dopo, entrarono Euge e zia Emy dentro la stanza. Entrambe con le guance bagnate. Era ovvio che anche Eugenia aveva detto tutto a zia Emy, e che anche loro, avevano avuto un po la stessa reazione. Ci abbracciammo tutti, come una vera famiglia. Proprio quello che noi eravamo e formavamo in quel momento.

Pet: Quindi è fatta?

Euge:E' fatta!

Pet: facciamo le valigie del nostro futuro allora!

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