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Lali: Pet? Allora? Che dice la lettera?

Ero bloccato. Non riuscivo ad esprimere con il volto nessuno stato d'animo. Quello che avevo letto, mi aveva sconvolto. Non riuscivo a credere che quelle basi su cui avevo costruito la mia realtà, erano una falsa. Capivo perfettamente quando mio zio, nella lettera scriveva :'' spero che lo leggerai nel momento giusto''. D'altronde non c'era momento migliore di questo.

Pet: Beh, praticamente questa lettera ca.. cambia tante cose..

Lali: In positivo? In negativo? Insomma Peter! Sembri bloccato! Racconta per caso il tuo futuro?

Pet: In un certo senso

Lali: WOW!! Che dice?!? Che dice?!?

Pet: Che Eugenia Suarez Riveiro non è mia cugina.

Ci fu un momento di silenzio. Io continuavo a fissare quella lettera incredulo a tutto quello che avevo scoperto. Mentre lali mi continuava a guardare con la bocca spalancata per lo stupore.

Lali: Che.. Questa è una notizia bellissima, ma perchè tu hai ancora quell'espressione? Cos'altro dice la lettera?

Stavo per dire tutto a Lali senza pensarci due volte, perchè a lei raccontavo tutto, ma non ebbi l'opportunità. In quel momento mi stava chiamando mia zia Emy.

Pet: Pronto? Zia? Come sta? Si è svegliata?

Zia Emy: Pet.. è meglio che tu vieni qui, se puoi.

Pet: Che cosa è successo?

Zia Emy: Eugenia ha avuto un altro attacco, ma per fortuna i medici sono subito intervenuti. Mi dissero che quello sarebbe stato l'ultimo e fu cosi. Adesso Eugenia è sveglia. C'è Nico con lei, io, e fin poco tempo fa lei era tranquilla. Dopo, tutto un tratto, cambiò umore. Adesso chiede di te ed è molto nervosa. Vuole vederti al più presto Pet.

Pet: Arrivo zia, sono subito da voi.

Lali: Oh mio Dio, Pet! Cosa le è successo?

Pet: tranquilla non è nulla di grave, anzi tutt'altro. Finalmente si è svegliata. Ma è abbastanza nervosa e chiede di vedermi. Temo che sia per la lettera.

Lali: Beh Pet! Ormai il gioco è fatto. Vai, e prova a parlarle.

Cosi feci. Dopo aver lasciato a Lali a casa, mi diressi subito in ospedale. Feci le scale ed entrai diretto nella stanza 87. Quando entrai, tutti e sei occhi che c'erano li dentro puntarono su di me. Due in particolare erano pieni di rabbia, quelli di Eugenia. Erano rossi e stanchi. Quel verde che tanto mi piaceva sembrava molto piu scuro del solito.

Euge: Era ora.

Pet: Sono arrivato subito dopo la chiamata.

Euge: Lasciateci soli, per favore.

La zia uscì subito. Mi scambio uno sguardo e un sorriso che in un certo senso mi tranquillizzarono. Mentre Nico, neanche mi degnò di uno sguardo. Uscì dalla stanza e chiuse la porta.

Pet: Sono felice di rivederti sveglia. Non ho chiuso occhio, pensando a te.

Euge: Come ti sei permesso..

Pet: Cosa?

Euge: Come ti sei permesso a prendere la mia lettera? Come hai osato senza il mio permesso? Perchè sei venuto ieri? Perchè?

Rimasi basito da tutto ciò. Non capivo cosa le stava prendendo. Quella non poteva essere la stessa persona che tanto amavo. Non lo era. Non era la stessa persona con cui ero cresciuto, con cui giocavo alla play, con cui, nell'arco della mia vita, mi feci le migliori risate. Sentii una stretta fortissima allo stomaco. Era come se, quelle parole, fossero cento coltelli affilati conficcati dentro di me.

Pet: Ti chiedo scusa, per la lettera. Non pensavo che ti recasse tanto fastidio. L'ho presa soltanto perchè ho letto il mio nome. Non avrei mai e poi mai preso qualcosa di tuo senza il tuo consenso. Anzi, l'avrei fatto. Se solo tu fossi ancora mia cugina.

Ancora una volta dissi qualcosa che non avrei voluto dire. In quel momento, capii che ero stato frainteso. Guardai i suoi occhi. Tutt'un tratto, si stavano riempiendo di lacrime. Si giro dall'altra parte, forse per non farmi notare le lacrime, e mi rispose.

Euge: Bene, l'hai anche letta. Quindi adesso che sai che non sono tua cugina, per te non sono più niente. E pensare che una settimana fa, confessasti amore nei miei confronti.

Pet: Non intendevo dire questo. Intendevo dire '' se solo tu fossi ancora mia cugina '' quella ragazza umile con cui si poteva scherzare, quella con cui non avevo segreti, quella con cui sono cresciuto. Perchè mi tratti cosi?

Euge: Così come, scusa?

Pet: Così come? Stai scherzando? Eugenia come un perfetto sconosciuto! Mi stai allontanando da te e non capisco. Dopo che abbiamo avuto quella discussione, non mi hai voluto più parlare e non hai neanche avuto il coraggio di dirmelo in faccia. Entri in ospedale, ti vengo a fare visita, e il giorno in cui ti svegli mi aggredisci? Ma che ti prende?

Euge: Tu non capisci. Questo è troppo.

Pet: Cosa stai dicendo?

Euge: Per favore, vattene. Non voglio più vederti. Questa volta te lo sto dicendo io. Niente persone messe in mezzo. E' un addio, addio Peter.

Pet: No, non è un addio. Saprai sicuro cosa c'è scritto in quella lettera, no? Tu non sei mia cugina. Tua madre è morta dopo che ti ha concepito. Quando ancora eri in fasce, tuo padre conobbe Emilia. Tuo padre nella lettera, spiega che ebbe una visione subito dopo aver conosciuto zia Emilia, me e mia madre. In questa visione, vide noi due. Felici. Nell'arco della nostra vita, io ti avrei difeso, ti avrei amata e protetta. Pensando che tu fossi mia cugina. Soltanto nel momento opportuneo avrei capito. Anche se ho letto adesso la lettera, posso dirti che io ti amo ancora. Questo non cambia quello che provavo prima per te! Non ho fatto nulla, che non avrei fatto per te. Per proteggerti. Questa lettera non cambia nulla.

Euge: Non si può cambiare quello che si è fatto nel passato. Per la legge e per la gente noi siamo e resteremo cugini. Se tu non capisci questo, puoi anche andartene.

Pet: Quindi si basa tutto sulla gente. Perfetto. Addio Eugenia.



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