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"Ahhh interessante, Kylie Amelia Jay" sghignazza Dylan venendomi in soccorso.
diamine.
Prendendomi per un braccio, mi fa alzare dal
pavimento, e io cerco di abbassare il più possibile la maglia. Mia capendo la mia situazione, mi lancia un paio di pantaloni della tuta, e li indosso con la velocità di un ghepardo mentre corre dietro la sua preda.
Ho ancora gli occhi di Dylan addosso e questo non migliora la situazione.
Lui si avvicina e dice "quando l'uscita?"
Sbuffo incazzata. Vado al piano di sopra vestendomi e vado in macchina di Mia aspettandola. Finalmente arriva, quindi mi volto e al suo posto vedo Dylan.
Ci risiamo, fantastico.
Non diciamo una parola per tutto il tragitto,
era quel silenzio che parlava da solo, non un silenzio imbarazzante, solo silenzio.
Appena il motore si ferma, lui mi ferma il braccio e dice "Se non te la senti, va bene, non ti voglio costringere" e il suo sguardo si spegne, mi dispiace un po'..
"No va bene, le promesse vanno mantenute" dico e lui lascia la presa così posso dirigermi all'entrata della scuola.
Scende anche lui dall'auto e dice "Stasera alle 8" con aria soddisfatta, contento direi.
Sistemo i libri nell'armadietto, e vado a lezione di Matematica.
Non potete immaginare quanto sia dura avere matematica alla prima ora del lunedì mattina.
L'inferno sarebbe così. E non sto scherzando. 
Mi siedo in ultima fila, cercando di evitare il suo sguardo per tutta l'ora, e ci riesco.
Alla fine delle lezioni, vado in direzione del mio armadietto e mentre lo sto per aprire spunta davanti Jackson, il ragazzo che si sedette accanto a me nell'ora di fisica.
Mi continuava a fissare quindi spezzo il ghiaccio parlando per prima. La situazione si stava facendo imbarazzante.
"ehm dimmi" dico lasciando i libri esasperata.
"ti ricordi di me?" chiede con aria curiosa.
"eri nell'aula di fisica.. comunque cosa ti serve non ho gli appunti con me".
"Non mi servono, volevo sapere se ti andava..."
viene interrotto bruscamente da Dylan.
"Pronta per il nostro appuntamento piccola? Ti passo a prendere a casa di Mia alle 8" dice tenendo stretto Jackson quasi rompendogli il collo.
"Ah Jackson non ti avevo visto, che ci fai qui?"
chiede facendo finta di non averlo visto. La situazione sta degenerando.
"Nulla Wilson, ci si vede" se ne va.
Ma non erano amici? Fanno parte dello stesso gruppo.
Torno a casa a piedi, ascoltando con gli auricolari la canzone Stitches di Shawn Mendes.
L'ho sempre ammirato per la sua voce, ha qualcosa che ti fa rinascere dentro, anche se sei nel vuoto più totale.

"Kylie amore aiutami con i piatti, dai questo a tuo fratello, non gli piace molto il brodo"
Mentre ci sediamo tutti a tavola, mia mamma dice "Comunque questa Mia, come vi siete conosciute?" curiosa la mamma devo dire.
"Beh l'ho incontrata da Starbucks, quando andai a fare colazione a Miami" rispondo con nonchalance.

In quel momento arriva mio padre, molto nervoso, che va direttamente in camera da letto. Non si è mai comportato così.
Nel frattempo arriva sul telefono una notifica da Mia:

«Vieni a casa mia alle 6:30, devo raccontarti un sacco di cose e devo fare un bel lavoro da stilista con te ;)»

Oh no.

Finisco di studiare verso le 6, metto un paio di leggings neri con una felpa bianca, e mia madre mi accompagna a casa della mia "stilista".
"Mamma dormo qui, così finiamo di studiare insieme"
"va bene tesoro" dice mia madre andandosene con la sua 500' bianca.
Neanche il tempo di bussare alla porta, che si apre in men che non si dica.
"Finalmente!"
Entrate in camera sua, mi dice di dirigermi subito in bagno a lavarmi, e così faccio.
Mentre esco dalla doccia con un asciugamano avvolto anche tra i capelli, penso tra me e me se davvero volevo andarci, insomma Dylan si è comportato bene con me, a volte, ma questo non significa che sia un bravo ragazzo.
"Andrà bene" mi dice Mia, entrando in bagno. Mi legge ogni volta nel pensiero. Lavo i denti e asciugo i capelli, piastrandoli infine. Ho sempre avuto i capelli lisci di natura, ma preferisco sempre piastrarli.
Ritorno in camera, e Mia mi mostra un completo: un paio di jeans bianchi, con le mie amate converse nere e un top un po' corto, ma non troppo.
Intanto metto un filo di mascara e burro cacao.
Mentre prendo la giacca e la borsa sento suonare al campanello. È arrivato.

«one step closer»Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora