t w e n t y - t w o

2 1 1
                                    

Mia madre apre la porta e trova una lettera sullo zerbino.

"E' per noi" accenna tornando a tavola.

Apre la lettera accuratamente piegata e legge ad alta voce il contenuto.

<<Gentile famiglia Jay, vi porgiamo il nostro più clamoroso invito in occasione della fondazione della nuova associazione di famiglia, la William M. D. Company, presso la nostra ambasciata.

Vi aspettiamo,

Michael W.>>

Okay quindi la situazione è pericolosamente seria.

Intanto, ci penso su per tutta la serata.

E quando mi addormento, sogno un cavaliere che mi chiede di ballare con lui.

Ma nulla di reale, purtroppo.


"Kylie sei pronta?" urla mia madre facendomi saltare dal letto.

"Sto preparando lo zaino, 5 minuti" grido a mia volta, correndo in bagno.

Faccio una doccia in meno di 20 secondi, non so neanche io come.

Dopo aver lavato i denti, metto le prime cose che ho davanti, ovvero un pantalone della tuta bianco, una maglia nera e le nike.

"Pronta" dico scendendo le scale velocemente e quasi inciampo.

Arriviamo a scuola in anticipo, troppo anticipo.

"Tesoro mi dispiace ma non posso aspettare, devo andare a lavorare" dice mettendo in moto.

"Tranquilla" non la guardo per evitare di litigare, quindi vado a sedermi sugli scalini davanti all'entrata.

Non ho neanche portato gli auricolari per ascoltare la musica.

Fantastico.

Chiamo Mia nel momento in cui gruppi di ragazzi arrivano davanti alla scuola.

Dopo due squilli risponde.

"Vuoi essere presa da casa?"

"Sono già qui e sto da sola quindi muoviti"

"Arrivo subito, non chiudo tranquilla"

"Ti ho mai detto quanto sei fantastica?"

"Così tanto fantastica da essere proprio dietro di te"

Chiudo la chiamata e la abbraccio, finalmente, ed entriamo.

"Ho fame" dico dopo due ore di lezione, sbattendo la testa sull'armadietto, esausta.

"Vieni con me" dice Mia facendomi sorridere come una bambina di 2 anni.

Entriamo in questo bar situato proprio accanto la scuola e ci dirigiamo al bancone.

"Qui faccio io, prendi un tavolo tu e aspetta" annuisco e mi siedo sul tavolo in fondo.

Maneggio il telefono eliminando un paio di foto inutili per liberare spazio.

Alzo gli occhi per vedere dove fosse Mia e la vedo parlare con due ragazzi, e di tanto in tanto mi lancia un'occhiata come per controllarmi.

Quei ragazzi, no.

Sono Scott e il suo amichetto arrogante, Dylan.

Abbasso nuovamente lo sguardo sul telefono, infastidita e indifferente allo stesso tempo dalla sua presenza.

"E' occupato?" dice un ragazzo biondo avvicinandosi con un sorriso.

"In realtà sì" dico indicando Mia.

"Problemi?" spunta Dylan dietro di lui.

"Ehm no, comunque questo è il mio numero" dice voltandosi nuovamente verso di me lasciandomi un biglietto.

Dà nuovamente un'occhiata a Dylan e se ne va.

Lui si siede davanti a me guardandomi storto, mentre porgo il biglietto del biondo nella borsetta.

Vorrei alzarmi e correre via da lì, ma così sembrerebbe che provo qualcosa per lui.

Cosa non vera, chiariamo.

Resto impassibile guardando il telefono, ancora seduta su quel maledetto tavolo.

Lui accende una sigaretta e fa un tiro, puntando successivamente gli occhi su delle ragazze appena entrate nel bar.

Voglio alzarmi da questo maledetto tavolo.

Mia arriva in fretta, vedendo la mia espressione alquanto irritata, e dice "Kylie se vuoi, puoi andare a lezione, non voglio intrattenerti". Si sente in colpa, e non mi piace questa cosa.

"Tranquilla, se vieni al tavolo resto altrimenti mi annoio inutilmente" le dico, quasi pregandola.

Si precipita accanto a me un secondo dopo, seguita da Scott.

"Io vado" dice Dylan alzandosi con nonchalance e si dirige verso le galline che ha guardato prima.

Due secondi prima di uscire dal bar con loro, i nostri sguardi si incrociano provocando qualcosa.

Qualcosa che sembra apparentemente così irrilevante, ma pieno di intesa.

Perchè è questo che è alla base del nostro rapporto: intesa.

Non so se ci sia un rapporto reale, ma qualcosa c'è.

Ne sono convinta.

***

"Due forze vengono attratte dall'una e dall'altra grazie ai loro poli. Gli opposti si attraggono è, ad esempio, un principio molto importante. Ne parleremo la prossima volta"  termina la professoressa Terch, appena suona la campanella.

Quelle parole mi riportano ai ricordi con lui.
dannati ricordi.

"Resti ancora qui o ti va di uscire dalla classe" mi dice Scott con aria interrogativa.
Scuoto la testa come per ritornare nella vita reale, e lo seguo fuori dalla classe.
"Questo weekend ci sarà una festa" dice prima di accendere una sigaretta.
"Non si può fumare qui" dico per avvertirlo, e controllo a destra e sinistra che tutti siano entrati nelle rispettive aule.
"Non ti facevo così responsabile" fa un sorrisetto.
"Sono imprevedibile" continuo io.
"Comunque, come ho già detto, ci sarà una festa."
"Perché me lo stai dicendo? Non è la prima a cui andiamo" ribadisco.
"Beh questa non è una festa come le altre, non saremo solo noi, bensì altri due college"
"Ovviamente sai come funziona, gli studiosi non partecipano mai quindi"
"E cosa c'è di preoccupante?" chiedo confusa
"Con gli altri college non si è mai andati troppo d'accordo, tendono a provocarci"
"Siete voi che non dovete reagire"
"Non è così che funziona, Kylie, vedete di non venire" si allontana.
"Solo perché voi siete spaventati da loro, non significa che dovete coinvolgere anche le altre persone" lo provoco di mia iniziativa.
"Non siamo spaventati, ma sappiate che ci saranno anche tantissime troie che vi faranno sentire inferiori"
"Ma noi non lasceremo che accada" mi allontano, lasciandolo perplesso.
Vado nell'aula pausa, dove si fermano quasi tutte le ragazze dell'istituto.

"So che non mi conoscete, e forse starò antipatica a qualcuna di voi, ma volevo dirvi una cosa alquanto importante".
Tutte le ragazze si girano verso di me, tutte sedute su una poltrona e una fa cenno di sedermi.
Mi siedo e inizio a parlare.
Come la prenderanno?












































"L'attrazione tra due forze avviene grazie ai loro poli, che sono opposti. Gli opposti si, come avrete già sentito, si attraggono. E' un principio fondamentale nelle forze di cui parleremo la prossima volta.'' termina la professoressa Terch, facendo suonare la campanella dell'ultima ora.

«one step closer»Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora