t w e l v e

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8:30
Driiin-Driiin
continua a suonare quella maledetta sveglia. Odio quel suono. Mi sveglio davvero incazzata, intenta a rompere quell'aggeggio.
E cosa succede? Cado.
Giustamente.
Mi rialzo ancora più incazzata e vado a lavarmi velocemente. Mi vesto indossando un maglione bianco, e dei jeans neri. Mi dirigo in cucina per fare colazione, e non trovo nessuno.
Mia dov'è?
Provo a chiamarla più volte, senza alcuna risposta. Sono le 8:50. Vado in panico.
"Merda merda merda" continuo a girare intorno al tavolo.
Non mi importa così tanto della scuola, ma entro in ansia lo stesso.
O forse perché vuoi vedere Dylan
Senti sta zitta, siamo amici. Punto.
Per ora.
Ignoro la mia coscienza e vado a prendere il mio zaino.
Chiama Dylan, no?
Dopo che lo ha detto, o meglio l'ho detto, vabbè avete capito, mi sono accorta che sarebbe meglio andare a piedi.
L'orgoglio prima di tutto care ragazze.
Chiudo la porta e inizio a camminare verso ma scuola con gli auricolari, ovviamente.
Nel frattempo penso al perché i genitori di Mia non ci sono quasi mai, o perché mia madre non mi abbia chiamato.
Mi immergo in così tanti pensieri, che non sento un clacson continuare a suonare.
Decido di ignorarlo continuando a camminare più velocemente e alzo il volume della musica al massimo per coprire quell'odioso suono.
Automaticamente chiudo gli occhi.
Continuo a camminare, ma vengo bloccata da quel ragazzo biondino, penso si chiami Jackson.
"Che ci fai qui?" dice premuroso "dovresti essere a scuola, sono già le 9". Appena finisce di dire quella frase, entro in panico.
"Hey tranquilla ci vado anche io, vuoi un passaggio?" chiede sicuro.
Non ci penso due volte.
Arriviamo a scuola, e nel frattempo continuavo ad ascoltare la mia playlist. Arrivati, abbasso leggermente il volume della musica.
Entro a scuola in tempo, c'era ancora gente fuori. Jackson mi segue, come un cane che segue il padrone con dei croccantini in mano.
Non ho croccantini scollati.
"Ehm ti serve qualcosa?" chiedo notando il suo sguardo fisso su di me.
"N-niente, ci vediamo" lo saluto con la mano, e mi dirigo verso il mio armadietto.
"Ma che cazzo.." sento dire dietro di me, e girandomi trovo Dylan incazzato, e non poco.
"ora esci con lui? ma sei seria?" urla. Tutti si girano nella nostra direzione. Che imbarazzo.
"innanzitutto calmati, non ho da dare spiegazioni a te poi" urlo anche io.
"fanculo kylie" urla andandosene.
Ma che gli prende?!
Che giornata di merda, veramente.
Vado a controllare sul tabellone degli orari, e scopro che ho Fisica alla prima ora.
"ECCEZIONALE, PROPRIO FANTASTICO" sussurro.
"Brutta giornata eh?" mi volto verso un viso sconosciuto. È un ragazzo con i capelli neri, abbastanza carino, cioè wow.
"ehm s-si diciamo, cioè no tutto sommato va tutto bene" dico velocemente e mi allontano.
L'imbarazzo stamattina sta crescendo alle stelle. Entro per prima nell'aula al mio solito posto. E giustamente i posti non si possono cambiare. La classe pian piano si riempe, e arrivano anche Jackson e Dylan rispettivamente a destra e sinistra del mio posto. Oddio.
Non può andare a finire bene.

"Buongiorno ragazzi, dunque ho pensato che voi possiate fare dei lavori di gruppo, per conoscervi meglio. Non accetto spostamenti, come già sapete, quindi accontentatevi dei vostri compagni di banco. L'argomento principale è centrato sul legame, cercate di essere molto soggettivi, lo capisco se copiate da Internet. Sono aggiornato anche io" dice il professor Hillson, accennando un occhiolino finale.
Perfetto.
"Quindi che ne pensi di farlo insieme?" si volta verso di me Jackson.
È sempre stato carino con me, quindi perché no.
Mentre mi volto automaticamente verso Dylan, lo vedo ridere accanto alla nuova ragazza. Penso si chiami Jessica.
Jessica accidenti non potevi startene al posto tuo.
Sono arrabbiata, come se mi sentissi tradita penso.
Odio questa sensazione, io e Dylan non siamo neanche amici, o meglio non più, ma ora mi sento con un nodo allo stomaco.
Di scatto rispondo a Jackson con un sorriso forzato "Certamente".
Purtroppo abbiamo scritto solo una parte del foglio, e bisogna scrivere almeno 500 parole.
"Che ne dici di passare a casa mia oggi" inizia e io lo guardo storto "a finire il compito.." continua notando la mia espressione interrogativa.
Non voglio andarci, non mi fido di lui, nonostante sia stato sempre educato nei miei confronti. Preferisco scegliere di gran lunga un luogo pubblico, per sicurezza.
L'apparenza inganna.
"Ehm che ne dici di andare in biblioteca invece?" lui è indeciso, ma comunque annuisce.
Nel frattempo continuo a guardare Dylan e missquellanuovaeperfetta e non riesco a essere serena.
Cerco di respirare e di rilassarmi, e c'è la faccio.
Proprio nel momento in cui lo guardo, lui si volta verso di me, e c'è un momento di confusione, come se si fosse bloccato il tempo
per qualche secondo. Mi giro dopo poco per uscire dall'aula, e senza accorgermene mi ritrovo davanti quello strano ragazzo del tabellone degli orari, che mi chiede "tutto bene?" chiede notando la mia espressione sconcertata. Senza accorgermene capisco che non stavo bene, e il ragazzo davanti mi asciuga una lacrima.
Improvvisamente mi abbraccia.
Ne avevo bisogno.

«one step closer»Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora