t h i r t e e n

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Sapete quella sensazione in cui tutti i vostri problemi sembrano svanire? Come se il nodo che vi tenete allo stomaco iniziasse pian piano a fare meno male. Non so perché, ma ero addirittura convinta di riuscire a nascondere bene tutta la rabbia per quei due. Non so che mi sta succedendo, a me Dylan non piace.
Però mi sono sentita messa da parte, ma infondo è come gli altri, lo è sempre stato, e ringrazio il signore di non avergli dato una possibilità. Ormai faccio sempre così per vedere se qualcuno ci tiene davvero: continuo con il mio carattere da orgogliosa, e vedo fin dove si spinge una persona per conquistarmi.
Lui si è arreso, quasi subito, e sono delusa da me stessa per averci creduto.
Nel frattempo mi rendo conto di essere ancora tra le braccia di quel misterioso ragazzo di cui non conosco il nome.
"Quando ho iniziato a piangere?" sussurro ancora con la testa sul suo petto.
Lo so sono una nana.
Una nana da giardino.
Shh dettagli.
"Quando ti avevo davanti" inizia sicuro di sé.
"non ti ha vista piangere" mi legge nel pensiero.
A un certo punto, prende la mia mano, e io confusa faccio per aprire la bocca per dire qualcosa, ma vengo interrotta da lui che mi tappa la bocca con la mano.
È enorme.
"Shh ora vedrai".
Appena ci dirigiamo verso l'uscita, mi indica un motore nero. Mi ci avvicino, e lo guardo con cenno interrogativo.
Lui mi porge un casco nero, abbinato alla sua bambina, come l'ha appena chiamata.
Che cosa strana.
Con la velocità di non so cosa toglie il cavalletto, e sale sulla moto.
"Andiamo, salta su" dice con uno sguardo così tranquillo e premuroso.
"Ehm non lo so.." inizio a dire insicura.
Mi volto alle mie spalle, e noto due occhi che conosco fin troppo bene, due occhi che erano furiosi, ma subito dopo vedo la nuova posizionarsi accanto a lui.
Non ho più ragionato e sono salita dietro.
Accende la moto e partiamo.
Ho definitivamente paura.
Comunque porgo la mia testa sulla sua schiena per la stanchezza e lui sibila qualcosa come:
"Io sono Jordan comunque".
Alzo la mia testolina curiosa "bel nome".
Poco dopo il motore si ferma. Suppongo siamo arrivati. È una casa, anzi una villa modesta, ha un piccolo giardino fuori con delle panchine bianche. Entriamo nella casa ed è tipo wow.
"Ora voglio parlarti come si deve, quindi lascio le chiavi e andiamo. Tu inizia a uscire, ti raggiungo."
Esco dalla porta e noto una spiaggia non troppo lontana. I miei occhi iniziano a farsi sempre più interessati.
"Okay ci sono, vieni" dice Jordan comparendo dal nulla.
Ci dirigiamo sugli scogli della spiaggia che avevo già intravisto, e c'è un'attimo di silenzio.
Non quel silenzio imbarazzante, solo immersi nei pensieri.
"Perché non ti vuoi mostrare debole?" inizia lui.
"Sono sempre stata trattata così, e non sono debole, solo che ho bisogno di uno sfogo di tanto in tanto."
"Ho visto.."
ah ma quindi si nota
No.
"In che senso?" continuo curiosa.
"Beh ho visto che sei abituata, altre sarebbero scoppiate a piangere subito, invece tu ti sei trattenuta tutto per un'ora. Come fai?"
"Pensare ad altro, se pensi ad altro e non ti concentri su una determinata persona, allora è facile."
Chiudo gli occhi per un attimo concentrandomi sul rumore delle onde.
"Andiamo?" chiede il ragazzo.
"Si, andiamo".

***

Sono passati solo 3 quarti d'ora e sono di nuovo qui sfortunatamente.
Mia mi ha coperto con l'ora di Religione, è un bravo professore quindi non mi ha messo l'assenza e mi ha anche proposto di parlargli se qualcosa andava storto.
Apprezzo le piccole cose.
"Ei io vado in aula studio, ti direi di andare in biblioteca per distrarti ma lo avresti già fatto quindi nulla ti lovvo tanto" dice tutt'un fiato Mia porgendomi un abbraccio.
Vado in biblioteca per cercare qualche libro interessante, fortunatamente non c'è nessuno tranne l'anziana donna che è seduta sempre sul tavolo delle prenotazioni dei libri.
Vado da lei.
"Buongiorno signora..." inizio io
"Anne.. puoi chiamarmi Anne tesoro, dunque cosa le serve?"
"Ehm, beh in realtà nulla, volevo solo parlarle"
"Oh certo, e di cosa?"
"Come sta, davvero?"
"Beh come stanno tutti i miei coetanei, si continua a vivere con più difficoltà.
Quando ero giovane adoravo leggere, leggevo di tutto. Poi ho iniziato anche a scrivere qualcosa, tra cui un libro intitolato «Stay with me forever»."
"Lo ha dedicato a qualcuno immagino" sono curiosissima ora.
"Immagini bene, sono follemente innamorata di lui, stiamo insieme da ormai 54 anni.."
Io rimango stupefatta. "Wow"
"Eh già tesoro, l'amore è complicato a volte, ma basta prendere la giusta strada e vedi che tutto andrà per il meglio.. ora vai che hai una lezione suppongo" fa un risolino e rido anche io.
"Arrivederci Anne".
Vado al tabellone degli orari...
non criticatemi, non posso impararli tutti a memoria.
Ora ho lezione di chimica, bene.
Entro in laboratorio in anticipo, e il professore inizia a introdurre l'argomento generale.
Notando il mio interesse, a fine lezione mi chiama "Signorina Jay, si troverà bene se continua così."
Lo ringrazio con un sorriso sincero, ed esco dall'aula.
Le lezioni sono finite quindi dove potrei andare?
Decido di andare nuovamente in biblioteca, ma non c'è Anne, peccato.
Comunque vado verso gli scaffali scegliendo il prossimo libro da leggere, quando due mani mi bloccano nell'angolo dello scaffale.

«one step closer»Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora