Sento i suoi passi dietro di me, si sta avvicinando sempre di più.
"C'è sempre la solita merda da mangiare?" dice dirigendosi al bancone pieno di cibo scaduto, non notando la mia presenza. Per ora.
"Vabbè lui è Dylan, penso già vi conosciate" dice Cameron.
"Si era acceso qualcosa tra i due" interviene Jackson.
Lo interrompo, dopo averlo fulminato con lo sguardo "In realtà no, non lo conosco e non c'è mai stato niente."
Abbasso lo sguardo continuando a mangiare.
"Dunque ti va di uscire con me?" dice il moro.
"Ah quindi ti sei seduto qui, per chiedermi questo? Potevi dirlo dall'inizio allora"
un grande sorriso si allarga su Cameron e nel frattempo noto gli occhi di Dylan su di me, come se stesse aspettando una risposta.
"La risposta è ovviamente no" dico.
Cameron mi guarda storto, e nel frattempo una fila di "Ohh, ti ha dato palo" e di "Ribelle la
ragazza" echeggiano nella mensa. Noto Dylan accennare un sorriso.
Si avvicina.
"Cosa mi sono perso?" dice lui.
"Cameron ha ricevuto il suo primo no" dice Scott ridendo.
"Una spezzacuori devo dire" ridacchia qualcun'altro.
"Comunque lei è..." inizia a dire Scott in direzione di Dylan, che viene bruscamente interrotto dal ragazzo in questione.
"So chi è" dice freddo.
"Non ti piaccio?" dice Cameron ancora pensando al mio rifiuto.
"Non sei il mio tipo" dico semplicemente.
Dylan si siede accanto a me mettendo una mano sulla mia coscia, facendomi venire un brivido lungo la schiena che nota, e sghignazza sotto i baffi.
"E chi è il tuo tipo?" dice improvvisamente il moro.
"Io sto bene da sola, non mi serve essere spezzata il cuore inutilmente" e continuo.. "Ci sono alcune ragazze nella mia classe, che ti sbavano dietro, provaci" è offeso.
"Lascialo stare" Jackson mette una mano sulla fronte in segno di disperazione.
"È meglio che vada" faccio per andarmene ma sento che qualcuno mi prende il polso: si proprio lui.
"Lasciami stare" sbotto, e lui quasi spaventato mi ascolta.Dylan's Pov:
Entro nella mensa in ritardo, a causa del rimprovero ricevuto dal professore. Quel fottuto coglione me la pagherà. Vedo un'ondata di studenti ammassati su un unico tavolo al centro della mensa, che piano piano inizia ad allontanarsi. Vedo Cameron che mi saluta e ricambio, ma prima vado a prendere qualcosa da mangiare. Alla fine scelgo le prime schifezze che trovo davanti. Oggi è una giornata di merda: ho litigato con Kylie per colpa mia d'altronde, ho avuto una discussione accesa con alcuni del quarto anno, e per giunta dovevo anche portare un compito alla troia di Diritto ed Economia. Mi dirigo verso il tavolo ma mi blocco: Kylie è davanti i miei occhi.
È a disagio, e faccio per avvicinarmi quando sento Cameron blaterare qualcosa come uscire con Kylie.
Lo spacco.
Attento la risposta guardando Kylie, che inizia a dire qualcosa come "potevi dirlo prima" .
Non ci credo, non lei.
"La risposta è ovviamente no" dice fredda.
Sghignazzo sotto i baffi, la a-adoro.
Mi avvicino al tavolo.
Dopo vari commenti da parte del tavolo, mi siedo accanto a lei. Ho bisogno di un contatto, di sapere che non mi odia.
Le poggio la mano sulla coscia come se fosse naturale e sento la sua schiena rabbrividire.
Accenno un sorriso, mi piace fargli questo effetto.
Il coglione di Cameron continua a provarci con la mia Kylie, e lo fulmino con lo sguardo, facendolo smettere finalmente.
"Meglio che vada" dice lei. Da una parte, voglio che vada così quel coglione di Cameron la finisce di fissarla, d'altronde però voglio averla vicino a me. Sono troppo egoista, e appena si alza la prendo per un polso facendole capire di restare. Ma lei mi liquida con un "Lasciami stare" brusco, non oppongo neanche resistenza perché sono io quello che se ne è andato.
Lo so, sono un coglione.
Menomale che lo sai.Kylie Pov:
Appena esco da quell'aria tossica che è la mensa, respiro a pieni polmoni.
Troppa tensione in quell'ambiente così grande e così soffocante allo stesso tempo.
Incontro gli occhi di Jordan poco prima di uscire dalla scuola.
"Hey!" mi saluta. Ricambio con un sorriso, tenendo a mente ciò che mi ha detto Dylan.
Non so neanche io perché lo sto ascoltando, ma l'istinto dice di non fidarsi troppo velocemente delle persone. Prima di andare a mensa ho chiesto a Mia di informarsi meglio sul ragazzo davanti a me.
"Hai da fare?" mi chiede occhi azzurri, come se volesse trascorrere del tempo con me.
No caro mio, prima vedo che intenzioni hai? poi si vedrà.
"In realtà si, devo scappare a fare un lavoro di letteratura inglese." faccio per andarmene e termino la conversazione con un "ci vediamo".
Nel frattempo torno a casa a piedi, trovando mia madre in cucina cercando di trovare la ricetta dei famosi biscotti della nonna Luisa.
"Mamma sono a casa, ti do una mano se vuoi" le chiedo, dopo aver indossato il pigiama e
legato i capelli in una coda veloce.
"Tesoro sei la mia salvezza.. prendi questo contenitore e poggialo lì, perfavore.
Faccio come dice, e iniziamo a impastare i biscotti.
"Com'è andata la giornata?" dice mettendo delle gocce di cioccolato sull'impasto che stava prendendo forma ormai.
"Tutto bene, devo fare un saggio su una citazione di Shakespeare" dico sicura di me.
Con mia madre ho sempre avuto un bel rapporto, ma non riesco a parlare proprio di ragazzi. È come se nella nostra famiglia fossero proibiti, anche solo amici. Per questo voglio andare lontano, a godermi le esperienze senza essere giudicata.
Din Don
suona il campanello.
"Amore puoi andare tu? Devo finire di lavorare qui" annuisco e mi dirigo alla porta.
Due occhi sconosciuti mi appaiono davanti.
"Ciao" dice la sconosciuta.
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«one step closer»
Ficção Adolescentee ti giuro, giuro su dio che io ho sempre odiato tutti quanti, persino me stesso.. ma quando sono con te, odio tutto un po' di meno