Mentire a Keith e agli altri si rivelò un'impresa titanica.
Claud tentò con tutte le proprie forze di giustificare l'accaduto sostenendo di avere litigato con Ryan per motivi riguardanti la loro competizione sul lavoro. In parole povere, l'unica idea "geniale" che era stato in grado di partorire, subito dopo avere aperto la porta degli spogliatoi, con Ryan ancora seduto a terra, in preda al terrore puro, era stata appunto che stavano litigando per un cliente.
Daniel e Keith non gli avevano creduto e, se persino loro non erano rimasti incantati dalle sue parole, Claud poteva essere certo che nessun altro si era lasciato abbindolare da lui. Tuttavia, il giovane aveva continuato, imperterrito, a fornire loro la propria versione dei fatti e Ryan era stato troppo sconvolto per smentire o confermare. Come se non bastasse, a un certo punto era anche svenuto, avevano dovuto chiamare un'ambulanza, ma il giovane si era ripreso poco prima del suo arrivo, aggrappandosi a Keith.
Così, anziché portarlo in ospedale, Keith lo aveva condotto con sé, in casa sua, seguito a ruota da Amber, anticipando la chiusura del locale.
D'allora erano passati due giorni e Claud aveva ormai trovato un punto comodo, tra la vegetazione che si apriva esattamente di fronte la proprietà di Keith, sull'altro lato della strada, dove parcheggiare l'auto che aveva preso a noleggio, in attesa che il direttore del Seraphim si convincesse a lasciarlo parlare con Ryan.
"Oppure dovrei chiamarlo Roan? No. Ryan. Lui ha scelto, ha cambiato nome e vita... e poi non posso permettermi di farmi sfuggire il suo vero nome davanti agli altri" si disse con un sospiro, mentre stava disteso sui sedili posteriori della jeep, fissando il tettuccio.
Il suo cellulare squillò e Claud sussultò. Lo recuperò immediatamente, vide che la chiamata era a nome di Jeffrey e la chiuse subito.
-Sto già rischiando il linciaggio di Keith e Amber! Non contiamo Evan, eh... senza parlare degli albanesi che mi stanno con il fiato sul collo! Ci manchi solo tu, Jeff!- urlò al nulla, con tanta violenza che percepì le corde vocali bruciargli. Ripose il cellulare, respirò profondamente e chiuse gli occhi. Sussultò di nuovo – era teso più di una corda di violino – nel sentire qualcuno bussare a un finestrino della vettura.
-Keith- disse, scendendo dal mezzo. -Come sta Ryan? Posso vederlo?- gli domandò parlando velocemente e l'altro gli rivolse uno sguardo colmo di disprezzo, tenendo le braccia incrociate sul petto, stringendosi i gomiti con tanta forza da farsi sbiancare le nocche. Contrasse la mascella, ma poi batté un piede a terra per scaricare la tensione e si decise a parlare.
-Fosse per me no- precisò a dire. -Ma Ryan... si sente meglio. Dice che vuole vederti- e gli poggiò una mano sul petto, per arrestare la sua corsa in direzione della casa. -Ah. Se Evan ti mette le mani addosso, stavolta non aprirò bocca-
-Non hai capito un cazzo, Keith...!-
-Non m'importa! Ryan non ha voluto dirmi quello che gli hai fatto, ma questa è una cosa che non posso perdonarti!-
-Felice di sapere che, qualsiasi cosa sia, vi ha riavvicinati- mormorò Claud, distogliendo gli occhi da lui, sentendosi sì in colpa, ma anche arrabbiato con Keith e tutti gli altri che avevano abbandonato Ryan: "Anche questo è successo per colpa tua" si rinfacciò Claud, con un sospiro mesto.-È mio amico. Litighiamo e tutto, ma se lui sta male, io ci sono, è ovvio che sia così- rispose prontamente Keith e lo procedette in direzione della villetta. La piccola proprietà era avvolta nel silenzio, sembrava ritagliata direttamente da una delle scene di quei film horror ambientati in case disabitate, nel deserto, o comunque in luoghi isolati e lontani dal centro abitato, con il cancelletto cigolante, l'immancabile alito di vento che faceva sbatacchiare le ante delle finestre, dove ogni sibilo pareva assumere una ridondanza inquietante e assordante.
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LIAR
Mystery / Thriller⚠️ SEQUEL DI CHOOSE ME Claud Blake è stanco di finire nei casini a causa, sempre, dello stesso motivo: l'Amore. Ne ha ormai le scarpe piene, le mani troppo vuote e pretende che la situazione cambi il prima possibile. È più divertente fare finta che...