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La villa, circondata da alte mura di cemento e palme rigogliose, si trovava da qualche parte a Beverly Hills, non lontana dal punto in cui sorgeva il Seraphim.

Era stata scelta proprio per quel motivo: era comodo il fatto che fosse tanto vicina al locale, esattamente in mezzo tra il Korean Town e Hollywood. Rendeva persino facile imboccare l'uscita in direzione del Topanga State Park. Palm Springs si trovava al punto opposto, ma a Red non importava.

Aveva già deciso che non avrebbe mosso un dito contro Stephany Blake: era soltanto una vecchia donna, malata, che aveva avuto la disgrazia di avere un figlio sessualmente deviato. E il Kanun*, di cui portava il credo nel sangue, gli impediva di fare del male a una donna.
Tuttavia, minacciare Blake e Roan con le persone che gli erano più vicine, semplicemente restando chiuso in casa, gli suscitava un profondo senso di sadico piacere. Red era un uomo di parola, altrimenti gli sarebbe piaciuto passare subito ai fatti e accanirsi su quel nido putrido di pervertiti.

Fissava il paesaggio che si apriva fuori dalla finestra della grande stanza che aveva scelto come ufficio. Era tornato negli States soltanto la notte prima, dopo che gli avevano riferito che la pressione delle forze dell'ordine su di loro si era un po' allentata. Tuttavia, da bravo leader, aveva cercato di non abbassare la guardia: sapeva che i blitz della polizia newyorkese erano l'ultimo dei suoi problemi.

Avrebbe dovuto fare esplodere l'ennesimo buco in cui aveva ammassato un paio di chimici e alcuni dei suoi uomini? Red non si demoralizzava, faceva sempre quello che reputava necessario, consapevole di avere le capacità di una fenice, in grado di rinascere dalle proprie ceneri, sempre. Ne aveva persino tatuata una, di fenice, enorme, su tutta l'ampiezza delle spalle.

Tuttavia, le azione invasive e subdole dell'F.B.I. iniziavano a impensierirlo.

Qualcuno bussò alla porta e l'uomo rivolse un breve cenno del capo in direzione di colui che si trovava al suo fianco e che considerava il suo braccio della morte: Boka.

Lo vide ricevere il suo silenzioso messaggio, ricambiandolo con una rigidità quasi impercettibile dei muscoli del viso e ubbidirgli come un bravo cagnolino, andando ad aprire. Red si girò, trovandosi faccia a faccia con tre uomini, tra cui Pashkà. Ignorò volutamente quest'ultimo, offeso con lui per come aveva fallito nello svolgere i compiti che gli aveva assegnato e, nonostante lo avesse sempre rassicurato facendogli credere di essere il suo braccio destro, lo sminuì apertamente con gli altri, cedendo la parola a loro, per primi.

-L'F.B.I. di New York sta a Los Angeles. Hanno visto l'agente Turner a Hollywood, con l'agente Wong- disse uno di loro, incrociando le braccia sul petto e il suo compare annuì, prima di prendere la parola a sua volta.
-Alcuni dei ragazzi di New York sono spariti. Non rispondono più ai nostri tentativi di contatto, abbiamo mandato...-

-I nostri ragazzi?- lo interruppe Red, superando il tavolo che si frapponeva tra lui e gli altri quattro, coperto da un lenzuolo bianco carico di polvere.
L'ultimo uomo che aveva parlato annuì e distolse lo sguardo.

Red trasse un respiro profondo e chiuse gli occhi per qualche secondo. Si rigirò il grosso anello che indossava a un mignolo, sul quale era impresso lo stemma della bandiera albanese. Era simbolo del potere della famiglia Dervinshi e lui lo sfoggiava con orgoglio ormai da diversi anni, dopo essere succeduto al padre – quest'ultimo troppo intento a marcire in una prigione di massima sicurezza a Tropoja, per poter continuare a prendersi cura della famiglia.

Sapeva di essere un capo migliore di suo padre, sotto ogni punto di vista: Red aveva salvato la famiglia immigrando negli Stati Uniti, aveva assicurato loro un futuro migliore. Era riuscito anche in ciò in cui suo padre aveva fallito in modo schiacciante: Roan.
A New York aveva fatto sì che suo fratello diventasse il suo braccio destro, ponendolo a capo della filiera di smistamento della merce verso i vari punti di spaccio del loro quartiere.

LIARDove le storie prendono vita. Scoprilo ora